Direzione Pd: via libera a relazione Zingaretti e Sì a referendum | DIRETTA
Direzione Pd, oggi il punto su referendum ed elezioni Regionali | DIRETTA
Oggi, lunedì 7 settembre 2020, si tiene la Direzione nazionale del Pd: il segretario Nicola Zingaretti è chiamato a cercare un punto di unità tra le varie anime del partito, soprattutto in relazione a due temi di strettissima attualità come il referendum sul taglio del numero dei parlamentari e sulle prossime elezioni Regionali del 20-21 settembre. L’appuntamento per la direzione Pd è alle ore 12 nella sede di via Sant’Andrea delle Fratte, a Roma. TPI seguirà in diretta live l’evento: in questo articolo troverete tutti gli ultimi aggiornamenti.
Direzione Pd, la diretta live
Ore 19,55 – Via libera al Sì al referendum – La direzione nazionale del Partito Democratico ha dato il suo via libera alla relazione del segretario nazionale Nicola Zingaretti e all’ordine del giorno in cui si chiedeva di sostenere il Sì al referendum sul taglio dei parlamentari. Su 219 componenti, il voto sulla relazione ha ottenuto 213 favorevoli, 1 astenuto mentre 6 componenti non hanno partecipato al voto; l’ordine del giorno sul referendum ha collezionato 188 favorevoli, 13 contrari, 8 astenuti e 11 non hanno partecipato al voto.
Ore 16,00 – Franceschini: “Perché nessuno disse No un anno fa?” – “Semplificherei il nostro ‘Si’ con una cosa che in politica bisogna sempre avere presente: pacta sunt servanda”. Lo ha affermato Dario Franceschini nel corso dell’intervento in direzione del Pd. “Quando abbiamo fatto nascere questo governo una delle condizioni più importati posta dal movimento 5 stelle era la riduzione dei parlamentari. Noi abbiamo detto ‘Si’ e lo abbiamo votato in parlamento ponendo che alla riduzione dei parlamentari fosse affiancata la riforma della legge elettorale e il completamento di alcune riforme costituzionali collegate. Perché in quel momento nessuno, anche tra i più autorevoli di quelli che oggi dicono votare ‘no’, ha detto una parola? Perché non c’è stata mezza parola di dissenso? Pacta sunt servanda non vale solo per i nostri interlocutori, vale anche per noi”.
Ore 15,00 – Zanda: “Condivido linea Zingaretti” – “Condivido la linea politica della relazione del segretario e approfitto di questo momento per ringraziarlo per la sua assidua presenza nella campagna elettorale e per il sostegno politico con cui quotidianamente segue e sostiene l’attività del governo”. Lo dichiara l’esponente del Pd, Luigi Zanda. “Personalmente, inoltre, voglio dare atto a Nicola Zingaretti dell’impegno e l’amicizia con cui ha accompagnato la Tesoreria nel lavoro di messa in sicurezza del bilancio del Partito e di valorizzazione della nostra organizzazione interna, che sono due punti vitali per dare forza alla nostra azione politica. E molti auguri affettuosi di buon lavoro al nuovo Tesoriere, Walter Verini”.
Ore 13,00 – Zingaretti: “Propongo di votare Sì al referendum” – “Propongo al gruppo dirigente di assumere questa indicazione per il Sì integrando nella nostra battaglia tante argomentazioni che sono emerse”: lo ha dichiarato Zingaretti alla direzione del Pd. “Sono banali e pericolose – ha aggiunto – le argomentazioni di chi motiva la scelta del Sì con i risparmi per lo Stato. Io dico Sì per ripartire con una stagione di riforme sempre bloccate nella storia d’Italia. Questo primo atto di riforme si può collegare con un percorso”.
Ore 12,40 – Zingaretti: “Se vince il No non cade il Governo” – “La proposta di legge elettorale è un buon testo, sicuramente dovremo ripartire da lì, ascoltando le opposizioni, ma anche i sindaci. Credo tuttavia che la prima cosa importante da fare sia concentrarci sul testo, sul cuore. Perché c’è un sovraccarico di politicizzazione. Per chiarezza: certo che con la vittoria del No ci sarebbero problemi, ma non sono convinto che se dovessero prevalere i no cadrebbe il governo”. Lo ha detto il segretario dle Pd, Nicola Zingaretti, alla direzione nazionale del Pd.
Ore 12,05 – Zingaretti: “Nostre scelte peseranno su nuove generazioni” – Il segretario Nicola Zingaretti è intervenuto in apertura della Direzione del Pd. Queste le sue parole: “Abbiamo un’occasione storica per modernizzare il Paese e affrontare i problemi strutturali. Come Pd abbiamo reagito con tutte le nostre forze per questo risultato: anche i M5s erano fino a un anno fa tra gli euroscettici. Iniziamo quindi dal lavoro fatto, partiamo e pensiamo ora alle prove che ci attendono sapendo che non possiamo sbagliare. Non è in gioco una alleanza di governo, non è in gioco il Pd, ma è in gioco la tenuta del Paese nei prossimi anni (…). Il Pd in questo scenario così denso di rischi e così ricco di opportunità è al governo del paese, credo che siamo stati e siamo percepiti come una forza seria che da stabilità all’Italia. Abbiamo dovuto pagare un prezzo nel nome della salvezza della repubblica, senza questo governo non avremmo potuto affrontare la pandemia. Il populismo, il nazionalismo, una volta andato al governo genera problemi anziché soluzioni, come si vede in altre parti del mondo. Oggi abbiamo un orizzonte diverso rispetto a un anno fa. Il voto in sette regioni e 1.184 nuove assemblee comunali. E il referendum, ovviamente. Abbiamo davanti a noi giornate cruciali, servono concretezza e realismo. Le nostre scelte peseranno sull’avvenire delle nuove generazioni”.
Ore 11,50 – Renzi: – “Pd vuole alleanza con M5s, io no” – “Il Pd vuole fare un’alleanza strutturale con i grillini. Io no”. Così Matteo Renzi, leader di Italia Viva, durante una iniziativa elettorale a Firenze. “Io non ho rotto con il Pd per motivi personali – ha aggiunto Renzi – ho un ottimo rapporto con Zingaretti, con Bonaccini”.
I temi sul tavolo
Il primo grande punto all’ordine del giorno è senza dubbio la posizione del Partito democratico sul taglio del numero dei parlamentari. Il segretario Zingaretti, da settimane, spinge per il “Sì”, ma sono tanti gli esponenti – anche di spicco come Romano Prodi – del Pd che invece si sono detti contrari. Ma il leader dem è fiducioso sulla possibilità che alla fine il suo partito voti per il Sì, forte della legge elettorale e delle riforme entrate nel calendario dell’Aula di Montecitorio. Per quanto riguarda invece le elezioni Regionali, il Pd si sente tranquillo solo in Campania (dove è candidato il governatore uscente, Vincenzo De Luca), mentre Puglia, Marche, Liguria, Valle D’Aosta, Veneto e anche Toscana sono partite dall’esito incerto (o qualche volta sbilanciato a favore del centrodestra, come in Liguria).
Nel frattempo, Zingaretti deve guardarsi le spalle anche da Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, secondo alcune voci pronto ad approfittare di una sconfitta nelle Regioni per subentrare al segretario, con l’appoggio di pezzi del partito e, addirittura di Matteo Renzi, con l’obiettivo comune di scardinare il rapporto con M5s. Un’eventualità, questa, che inserirebbe il Pd in un processo lungo e dagli esiti difficili, con un periodo di reggenza di Andrea Orlando e l’indizione del congresso.
Sul tema della riforma elettorale, il fronte del “No” all’interno del Pd sostiene che “è evidente che non ci sarà né la riforma elettorale né i correttivi istituzionali”, come spiegato da Matteo Orfini. “Calendarizzazione non significa nulla dopo un anno senza fare niente. E senza un accordo sul merito della legge. Di che stiamo parlando?”, ha concluso il deputato ed ex presidente Pd. Per Zingaretti, invece, il fatto che ci sia una data per la discussione delle riforme in campo è già una garanzia sufficiente dell’impegno della maggioranza a rispettare i punti del patto.
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