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Home » Politica

Direzione Pd, verso la conferma del mandato a Martina: il riassunto della giornata

Immagine di copertina
Credit: Anna Ditta

Il partito chiude a M5S e centrodestra. Il segretario reggente Maurizio Martina parla del "rischio di tornare alle urne" e chiede unità nel Pd

La direzione del Pd di oggi, 3 maggio, dovrebbe sancire la conferma del mandato all’ex ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina per la gestione del partito fino all’Assemblea che porterà all’elezione del nuovo segretario.

La conferma è arrivata già in mattinata, quando Lorenzo Guerini, coordinatore della direzione nazionale, ha sottolineato che l’attuale reggente “gode della fiducia di tutto il partito”, rimarcando però che ad un certo punto “si dovrà fare l’Assemblea, come previsto dal nostro Statuto”.

I renziani, dunque, confermano il loro sostegno all’attuale segretario reggente, anche se una parte del partito ha iniziato a pensare che l’ex segretario Matteo Renzi voglia mettere prima possibile alla guida del partito un proprio luogotenente, così da poter redigere le liste in caso di elezioni anticipate (qui tre possibili date in cui si potrebbe tornare al voto).

Alla fine, secondo le prime indiscrezioni di stampa, la direzione dovrebbe votare un documento che conferma il sostegno compatto del partito a Martina, mentre può considerarsi ormai del tutto tramontata l’ipotesi di un’alleanza di governo con il Movimento Cinque Stelle, promossa da alcune correnti del Pd, dopo l’intervento di Matteo Renzi da Fabio Fazio a Che tempo che fa domenica 29 aprile.

A quasi due mesi dalle elezioni dello scorso 4 marzo il capo dello Stato ha convocato per lunedì 7 maggio una nuova giornata di consultazioni in vista della formazione di un governo (qui la diretta sulle consultazioni con tutti gli aggiornamenti).

Il riassunto della giornata

  • L’arrivo dei componenti della direzione

All’arrivo dei componenti della direzione Pd a Largo del Nazareno, ci sono state alcune contestazioni, documentate nei video che TPI ha pubblicato in diretta qui. In particolare, un tesserato Pd ha contestato Gianni Cuperlo, mentre un gruppo di attivisti che si sono riuniti sotto il nome “Mai con M5S”, hanno parlato ai giornalisti sostenendo che la base del Pd è contraria a qualsiasi accordo con il Movimento, sia a causa degli insulti rivolti dai grillini al Pd negli ultimi anni, sia a causa della divergenza delle idee politiche.

Un contestatore a Largo del Nazareno. Credit: Anna Ditta
Stefano Borioni, membro del gruppo Mai con M5S. Credit: Anna Ditta
  • L’intervento di Martina

Con M5S capitolo chiuso“, ha detto il segretario reggente del Pd. “I fatti di questi giorni hanno archiviato questa possibilità”. Martina ha chiesto di fermare le liti all’interno del partito.

“Non si è mai trattato di decidere con un sì o un no, se fare un’alleanza o votare la fiducia a un governo Di Maio”, ha voluto rimarcare il segretario reggente. “Si trattava di lanciare con il confronto una sfida politica e culturale diretta a quel movimento che tanto ha eroso il nostro consenso anche il 4 marzo. E sfidarli proprio sul terreno del cambiamento. Nessuna rinuncia ai nostri valori. Non una resa, ma un rilancio”.

Martina ha parlato anche del fatto che l’ok a un governo di centrodestra da parte del Pd è impossibile.

“Chiedo a questa direzione di rinnovare la fiducia fino alla assemblea nazionale”, ha poi concluso il segretario reggente. “Serve una direzione salda e univoca del Pd. Certamente non solitaria ma collegiale. Non dobbiamo consentire a nessuno di poter dire ogni giorno che ci sono diversi partiti nel nostro partito. Dobbiamo esserne consapevoli verso il Paese e verso la nostra comunità che ci guarda”.

“Con questa consapevolezza chiedo alla direzione di rinnovarmi la fiducia fino all’Assemblea nazionale che sarà certo un passaggio importante per la nostra prospettiva. Non chiedo sostegni di facciata ma propongo un passo consapevole. Non ci servono unanimità che si sciolgono al primo minuto dopo la direzione”.

Martina ha parlato del rischio di tornare al voto come di “un dato di fatto”.

  • La votazione finale

La direzione dovrebbe chiudersi con la votazione di un documento finale che confermerebbe Martina alla guida del partito fino all’Assemblea che dovrebbe portare all’elezione del nuovo segretario.

Le polemiche prima della direzione

Il Partito democratico è stato spaccato fino all’ultimo sulla possibilità di un’alleanza di governo coi Cinque Stelle.

Il 2 maggio è stata diffusa la notizia di un manifesto che sarebbe stato scritto dal renziano Lorenzo Guerini e firmato da un centinaio di parlamentari contrari all’alleanza con i grillini.

Il documento chiude a eventuali “conte interne” alla direzione del 3 maggio, attribuisce la colpa dello stallo politico all’irresponsabilità di M5S e centrodestra e consente un confronto con le altre forze politiche, ma chiude a un eventuale fiducia “a un governo guidato da Salvini o Di Maio”.

Il documento è stato firmato da oltre cento parlamentari, tra cui i capigruppo Graziano Delrio Andrea Marcucci. Ma un’altra parte del Pd lo ha visto come un tentativo di evitare conte interne per la maggioranza renziana del partito, che viene ritenuta “a rischio”.

Ad aumentare lo scontro interno al partito è stata anche la creazione del sito Senza di me, che classifica i componenti della direzione Pd sulla base delle opinioni espresse a proposito del confronto con il Movimento Cinque Stelle.

Dopo aspre critiche da parte di Martina e Franceschini, il 2 maggio il gestore del sito ha rimosso i nomi, sostituendoli con la scritta “omissis”.

Perché è importante la direzione del Pd

Il Pd è uscito sconfitto dalle elezioni dello scorso 4 marzo. Per questa ragione, il segretario Matteo Renzi ha rassegnato le sue dimissioni, lasciando la guida del partito al reggente Maurizio Martina.

Le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della presidente del Senato Alberti Casellati non hanno portato alla formazione di una maggioranza di governo. Dopo la chiusura del dialogo con la Lega, M5S ha aperto al Pd. Il presidente della Camera Roberto Fico, dopo aver ricevuto un mandato esplorativo (qui cos’è un mandato esplorativo e come funziona) dal capo dello Stato, ha sentito i rappresentanti del Pd e ha informato Mattarella che il mandato ha avuto un esito positivo, con l’apertura del dialogo tra le due forze politiche.

Il presidente Mattarella lunedì annuncerà quali sono i prossimi passi adottare verso la formazione del governo.

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