Direzione PD lunedì 12 marzo | Diretta | Ultime notizie
Tutte le ultime notizie e gli aggiornamenti sulla Direzione del Partito Democratico di lunedì 12 marzo 2018: le previsioni e le anticipazioni
Direzione PD lunedì 12 marzo | Tutte le ultime notizie | Le previsioni e le anticipazioni (aggiornare continuamente la pagina)
ore 20.30 – Il riepilogo della giornata a cura di Anna Ditta, inviata al Nazareno: eccolo.
ore 18.40 – Parla Michele Emiliano:
ore 18.20 – Parla Andrea Orlando: “Non esistono rivincite veloci”, ha detto Orlando, attribuendo poi il fallimento del Pd del 4 marzo alla mancanza di una “direzione di marcia”. Ora, però, aggiunge che sarebbe un errore “fare a meno di Renzi”.
ore 18.10 – Parla Lorenzo Guerini
ore 17.15 – Parla Gianni Cuperlo: “Ho apprezzato la relazione di Maurizio Martina, a partire dal giudizio sincero sul voto. Per la sinistra è stato il dato peggiore della storia dell’Italia repubblicana. Oggi deve essere il tempo della verità e della svolta. Perdiamo per un vuoto decennale di identità”, ha detto Cuperlo, dicendo che ora bisogna dare fiducia a Maurizio Martina e affrontare questa fase. “Il Partito democratico c’è, ora dimostriamo che questa sconfitta non è un destino”, ha proseguito.
ore 16.45 – Parla Graziano Delrio: anche lui, come il vice-segretario Marina, mantiene la posizione di rimanere all’opposizione. “Il Pd c’è ancora, non siamo una sfumatura tra il giallo dei Grillini ed il blu dei leghisti … Noi staremo dove ci hanno messo gli elettori: all’opposizione”.
ore 16.35 – Martina: “Salvini e Di Maio avanti insieme, noi all’opposizione”.
ore 16.00 – Martina: “guiderò partito con massima collegialità”. Il segretario reggente Maurizio Martina ha detto: “Guiderò partito con massima collegialità. Ma credo sia importante che la segreteria vada avanti”.
“Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi”, prosegue Martina. “Ora il tempo della propaganda è finito. Lo dico in particolare a Lega e Cinque Stelle: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo”.
ore 15.50 – La lettera di Renzi. Marco Castelnuovo, giornalista del Corriere della Sera ha twittato:
“Caro presidente, preso atto dei risultati elettorali rassegno le mie dimissioni da segretario del Pd”
La lettera di Renzi
— Marco Castelnuovo (@chedisagio) 12 marzo 2018
ore 15.45 – Inizia la direzione, l’intervento di Martina. È iniziata la direzione del Partito democratico al Largo del Nazareno. Il segretario dimissionario Matteo Renzi non è presente, ma viene letta la sua lettera di dimissioni ufficiali.
Il ministro Maurizio Martina, neosegretario reggente del Pd, ha tenuto il suo intervento, durante il quale ha ringraziato Renzi “per il lavoro fatto e per il gesto forte delle dimissioni”. Martina ha detto che “la crisi è della sinistra in generale” e ha proposto una “convocazione seminariale della direzione dove senza alibi senza scorciatoie o capri espiatori si analizzi la sconfitta”.
“La destra si è trasformata”, ha detto Martina, “come si vede dal sorpasso di Salvini su Berlusconi”. Manca invece secondo Martina “una risposta globale di sinistra democratica progressista ai nuovi rischi”.
“La società aperta è per troppi un’idea di rischio”, ha aggiunto il ministro. “Non sappiamo rispondere alla paura, quanto abbiamo fatto fin qui non ha risposto a queste esigenze. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto. La nostra stagione di riforme rimarrà un punto di valore irrinunciabile”.
ore 15.39 – Matteo Ricci: “Non possiamo governare con gli estremisti”. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, renziano, ha detto: “Restiamo all’opposizione”.
“Se facciamo un dibattito solo sulle persone sbagliamo, lo scopo deve essere è capire perché questo risultato negativo per i riformisti”, ha aggiunto.”Martina reggerà la transizione fino a metà aprile”, ha detto Ricci, “quando ci sarà l’assemblea, poi decideremo in base al congresso. Non è una cosa che si risolve in poche settimane”.
ore 15.37 – l’arrivo di Nardella. Al Largo del Nazareno arriva Dario Nardella, renziano e sindaco di Firenze. Nardella è stato al centro di una polemica durante gli scorsi giorni, dopo l’omidicio del senegalese Idy Diene sul ponte Vespucci a Firenze.
ore 15.25 – Cuperlo: “Sconfitta storica”. “È un risultato senza appello quello uscito dalle urne”, ha detto il deputato Pd Gianni Cuperlo. “Anche se l’appello penso ci sarà presto”.
ore 15.20 – Cirinnà: “Dobbiamo analizzare la sconfitta”. La senatrice Monica Cirinnà ha chiesto discontinuità nella gestione del Pd, e figure di garanzia per i capigruppo. “È quello che dirò nell’intervento che farò tra poco”, ha detto.
“Non vedo alleanze possibili al momento”, ha detto Cirinnà. “E ho già ricevuto una pugnalata alle spalle”, ha aggiunto riferendosi al mancato appoggio del M5S alle unioni civili.
ore 15 – Emanuele Fiano: restiamo all’opposizione. “Penso che bisogna essere coerenti con il voto degli italiani”, ha detto il deputato dem Emanuele Fiano ai giornalisti arrivando al Largo del Nazareno, presso la sede del Pd. “Gli italiani hanno detto che le cose che abbiamo fatto non sono piaciute, anche se io le rivendico. È giusto che Matteo Renzi si sia assunto le sue responsabilità, ora bisogna pensare al futuro del partito”.
Fiano ha quindi sostanzialmente confermato la posizione dell’ala renziana di restare all’opposizione e non appoggiare gli eventuali governi di Lega e Cinque stelle.
ore 14.30 – Emiliano contro Orfini: le primarie vanno fatte. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, arrivato al Largo del Nazareno per la direzione del Pd, ha risposto al presidente del Pd Matteo Orfini, il quale aveva suggerito la possibilità di eleggere il nuovo segretario del partito direttamente in assemblea, senza ricorrere alle primarie.
“Le primarie vanno fatte, come previsto dallo Statuto”, ha detto Emiliano. “Senza si avrebbe un segretario di serie B. Orfini è un artista del cambiare le regole a seconda dell’opportunità di vittoria per la sua parte”, ha aggiunto.
Emiliano si è espresso in senso favorevole a un contributo del Pd a un governo M5S, e oggi ha ribadito questa opinione dopo l’appello del presidente Mattarella alla responsabilità. “Dobbiamo contribuire a dare un governo all’Italia”, ha detto Emiliano. “Il Pd può decidere se far unire M5s e Salvini o se si può provare a concordare punti chiave, con un sostegno esterno ai 5s”.
Contro questa posizione si è schierato il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, che ha detto: “L’appello di Mattarella è rivolto a tutte le forze politiche, a cominciare da chi ha vinto le elezioni. Noi resteremo con grande serietà all’opposizione”.
ore 14 – Matteo Renzi: “Il futuro prima o poi torna”. “Mi dimetto, ma non mollo”, scrive il segretario dimissionario del Partito democratico Matteo Renzi nella sua newsletter enews, in cui risponde a una lettera di Paolo, un ragazzo malato di Sla, che Renzi ha conosciuto durante l’incontro con Barack Obama alcuni mesi fa e che gli chiede di non mollare e di ritirare le sue dimissioni.
“Caro Paolo, io non mollo”, ha scritto Matteo Renzi. “Mi dimetto da segretario del PD come è giusto fare dopo una sconfitta. Ma non molliamo, non lasceremo mai il futuro agli altri. (…) Abbiamo perso una battaglia, caro Paolo, ma non abbiamo perso la voglia di lottare per un mondo più giusto. Lo faremo insieme, con il nostro sorriso e con la nostra libertà”.
“A tutti quelli che mi hanno scritto chiedendomi di non mollare rispondo nello stesso modo”, prosegue Renzi. “E dico innanzitutto grazie per questi bellissimi anni di lavoro insieme. Il futuro prima o poi torna”.
Qui il testo completo della newsletter.
ore 11 – Il giorno delle dimissioni. Matteo Renzi, intervistato dal Corriere della Sera ha dichiarato: “il mio ciclo alla guida del Pd si è chiuso. Sono stati 4 anni difficili ma belli. Abbiamo fatto uscire l’Italia dalla crisi. Quando finirà la campagna di odio tanti riconosceranno i risultati. Ma la sconfitta impone di voltare pagina. Tocca ad altri. Io darò una mano: noi non siamo quelli non che scendono dal carro, semplicemente perché il carro lo hanno sempre spinto. Continuerò a farlo con il sorriso: non ho rimpianti, non ho rancori”, ha detto il segretatio dimissionario, allontanando l’ipotesi di formare un nuovo partito fuori dal Pd. “Non esiste governo guidato dai 5 Stelle che possa ottenere il via libera del Pd”, ha aggiunto il segretario dimissionario.
Alle ore 15, inizia a Roma la Direzione del Partito Democratico in seguito alle elezioni politiche del 4 marzo, che hanno sancito una sonora sconfitta del Pd (sotto il 20 per cento, quasi alla pari della Lega di Matteo Salvini) e il trionfo del M5s come primo partito assoluto (32 per cento). Qui il riepilogo dei risultati.
Perché è importante la direzione del Pd
La direzione Pd è importante per diversi motivi. Il primo: il segretario dem Matteo Renzi, che ha rassegnato le sue dimissioni, sarà il grande assente. L’ex premier ha detto che tornerà per l’Assemblea nazionale, a maggioranza renziana, con cui dovrebbe essere eletto il nuovo segretario (vedi sotto).
Nonostante l’assenza, Renzi ha dato indicazioni precise sulla posizione da mantenere in vista delle trattative per la formazione di un nuovo esecutivo. La linea da tenere alle Consultazioni, che condurrà il ministro Maurizio Martina, è quella di non trattare per un’alleanza con estremismi e populismi.
Il secondo motivo è che la direzione del Pd aprirà il processo per l’elezione del nuovo segretario dem. Chi sarà il segretario dopo le dimissioni di Renzi? I nomi che circolano sono quelli dell’appena ri-eletto governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio e del ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda (profilo). Ma anche Sergio Chiamparino.
Terzo motivo: la direzione Pd porterà a un netto confronto tra la minoranza del Pd, tra cui ad ad esempio Michele Emiliano (più incline a un’alleanza con il M5s), e i più fedeli renziani, convinti che il Partito Democratico debba stare all’opposizione dopo il risultato del voto del 4 marzo.
Cosa accadrà alla direzione del Pd
La direzione del Pd si riunisce lunedì 12 marzo 2018 alle ore 15 al Nazareno, nel centro di Roma. L’apertura dei lavori prevede la lettura da parte del presidente del Pd Matteo Orfini della lettera di dimissioni di Matteo Renzi.
Poi prenderà la parola il vicesegretario del Pd Maurizio Martina, e sarà allora che inizierà il confronto tra le correnti dem. Con buona probabilità, sarà lo stesso Martina (insieme a un organo collegiale) a condurre il Pd fino all’Assemblea nazionale con cui verrà eletto il nuovo segretario.
Quello sarà l’appuntamento cruciale per capire se il Pd supererà o meno il renzismo.
Lo spettro della fine del Pd
Domenica 11 marzo, a ventiquattro ore dall’inizio della Direzione Pd, il presidente Matteo Orfini, intervistato da Lucia Annunziata a In mezz’ora in più su Rai Tre, ha detto che un governo dei Cinque Stelle vorrebbe dire la fine del Pd. Orfini ha anche aggiunto che “sarebbe legittimo” che M5s e Lega si spartiscano le presidenze di Camera e Senato.
Anche il ministro dell’Interno uscente, Marco Miniti, in un’intervista alla Stampa, ha dichiarato che ora per la prima volta il Pd rischia di scomparire.
L’Assemblea per eleggere il nuovo segretario del Pd
L’Assemblea per eleggere il nuovo segretario del Pd dovrebbe essere convocata agli inizi di aprile, forse il 5 del mese, ma molto dipenderà dall’inizio delle Consultazioni con il presidente della Repubblica.
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