Dieci domande a Jasmine Cristallo, la sardina che minaccia di querelare TPI
“Io la sto chiamando per annunciarle il fatto che ci vedremo in tribunale. Io sono incavolata nera”. In seguito alla pubblicazione di alcuni articoli riguardanti lo stato di salute delle 6000 Sardine, sono stata contattata da una delle portavoci del movimento, Jasmine Cristallo, alla quale – tramite il suo ufficio stampa – avevo inutilmente richiesto un’intervista già venerdì scorso proprio per poterle offrire la possibilità di un contraddittorio rispetto a quanto emerge da molte testimonianze che lamentano la mancanza di democraticità all’interno del movimento. Cristallo si chiede “come mai in tre giorni ci siano tre pezzi uno peggio dell’altro, è una sua personale crociata?, mi dica” e minaccia una querela.
Preme prima di tutto ricordare che esiste il diritto di rettifica, uno strumento estremamente agile a disposizione di chi si senta leso da una notizia resa attraverso i mass media, il quale, senza dover ricorrere all’autorità giudiziaria, assicura al soggetto offeso ampia tutela in tempi brevissimi (non oltre 48 ore). Pur non avendo ricevuto alcuna richiesta formale in questo senso, provvediamo con la massima apertura e disponibilità da parte nostra a rettificare.
La frase contestata da Cristallo riguarda una domanda rivolta al militante pugliese Angelo Attolico: “Cristallo ha inserito Emiliano tra gli impresentabili che non scatenano l’entusiasmo di chi si aspetta proposte nuove e alternative…”. La leader delle Sardine chiede che venga precisato che non ha mai definito il presidente della Regione Puglia “impresentabile” nel senso di “colluso con la mafia”. D’altra parte la frase non è virgolettata e il termine in oggetto non è mai stato utilizzato in riferimento a Emiliano in un contesto giuridico; pertanto, non essendo stato tra l’altro attribuito alla Commissione Antimafia, conserva il suo significato letterale – “che non può essere presentato perché carente nella sostanza o nella forma”. Senza contare che la subordinata esplicativa (“che non scatena l’entusiasmo di chi si aspetta proposte nuove e alternative”) non lascia dubbi riguardo i motivi della impresentabilità.
Detto questo, a maggior ragione vale la pena ricordare che esiste il diritto di rettifica visto che in tutta Europa e in particolare in Italia il ricorso alle querele contro i giornalisti, soprattutto freelance, è diventata una pratica sproporzionalmente diffusa con sempre più denunce di natura temeraria – che hanno cioè poco o nessun merito legale ma lo scopo principale di indurre paura, silenzio e inazione. In un simile contesto di vera e propria emergenza democratica, con il ministero della Giustizia che certifica che circa il 90 per cento delle cause per diffamazione depositate nell’ultimo anno, poiché basate su accuse palesemente infondate o esagerate, si conclude con una richiesta di archiviazione da parte del pm, e soprattutto in attesa che passi il disegno di legge – per ora arenato in Commissione Giustizia – presentato dal senatore Primo Di Nicola che mira a introdurre un risarcimento danni al giornalista coinvolto, nel caso si sia tentato di utilizzare la magistratura come strumento di intimidazione verso la stampa, forse sarebbe buona regola per tutti non annunciare querela privatamente al telefono ma eventualmente e direttamente presentarla, sempre che non si possano far valere in maniera meno aggressiva, ad esempio con il mezzo citato più sopra, le proprie ragioni.
Fatta questa doverosa premessa, rimaniamo a disposizione per raccogliere un’intervista di Jasmine Cristallo che finora non ha voluto rispondere alle seguenti domande:
1. Esiste un problema di democraticità all’interno del movimento delle Sardine? Perché la vita del movimento non è stata regolata da momenti assembleari e le decisioni sono state assunte esclusivamente a livello apicale? Perché avete deciso di smantellare il consiglio direttivo e l’idea di struttura che avevate voi stesso avanzato durante il lockdown? Si pensa, almeno per il futuro, di aprire la gestione a funzioni elettive?
2. Da novembre 2019 ad oggi si contano molti casi di defezione, militanti locali che si sono allontanati dal movimento, un calo drastico della partecipazione via chat e della gente nelle iniziative. A cosa sono dovuti?
3. Ha letto le testimonianze raccolte tra le persone che pur nascendo Sardine hanno deciso di proseguire autonomamente la loro azione di contrasto civico all’avanzata della destra? Come se le spiega? Le pare plausibile che i temi sollevati nascondano sempre e solo moventi distruttivi, invidie, ambizioni personali frustrate?
4. All’interno delle 6000 Sardine è proibito avanzare delle critiche? Come viene moderato il gruppo privato su Facebook delle Sardine “Il Grande dibattito”, nato durante il lockdown, dove ormai si scrive pochissimo? Può portarci un esempio di discussione specialmente travagliata affrontata di recente? La vostra principale autocritica?
5. Come e da chi vengono finanziate le attività delle Sardine e i viaggi dei portavoce del movimento in giro per l’Italia? Chi ha pagato il tour delle Sardine l’estate scorsa?
6. Chi detiene la proprietà del logo e del marchio “6000 Sardine”? Quanti iscritti ha l’associazione 6000 Sardine”?
7. Qual è il senso di questa recente apertura al Partito democratico, pur sotto forma di attacco? In che modo, fattivamente, le Sardine contribuiranno a “cambiare” il Pd? Esiste un tema su tutti che rappresenti l’idea fondativa di questa sorta di alleanza?
8. Se il Partito democratico offrisse in futuro un ruolo politico al movimento di cui è portavoce, quale pensa dovrebbe essere la modalità di selezione dei dirigenti tra le Sardine? Lei potrebbe indicare già oggi un nome che considera all’altezza di questa sfida?
9. Se il nome proposto dal movimento fosse il suo, accetterebbe una candidatura o si sente di escluderla a priori?
10. Come e su quali basi vengono scelte le persone da esporre mediaticamente in rappresentanza del movimento delle 6000 Sardine? In futuro, a parte lei e Mattia Santori, conosceremo nuovi volti e nuovi portavoce?
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