Il nuovo scontro Lega-M5S è sulle province. Di Maio: “Chi vuole questo spreco si trovi un altro alleato”
“Le Province sono uno spreco, inutile ammalarsi di amarcord per farle ritornare. Chi le vuole si trovi un altro alleato”. Ad riaprire lo scontro sulle province è il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, durante la presentazione del programma europeo del M5S, in vista delle elezione del 26 maggio.
Sul caso del sottosegretario ai trasporti Armando Siri, accusato di aver accettato denaro per inserire una norma sulle energie rinnovabili nella manovra, Luigi Di Maio ribadisce: “Il M5S non arretra sulla questione morale”.
La risposta di Salvini – Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a margine dell’incontro a Budapest con il suo omologo Sandor Pinter, liquida in pochi minuti le domande dei giornalisti e risponde a Di Maio sulle province: “Mi sto occupando di sicurezza, non ho tempo di rispondere alle polemiche”.
La ministra della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, dal canto suo afferma che “le Province sono in una situazione ibrida. La verità è che si è fatto finta di eliminarle e non sono state eliminate, bisogna fare una scelta: ridare fiato o eliminarle del tutto”.
Quanto costano le province – Secondo i dati forniti dal Codacons le Province italiane costano ancora 185 euro l’anno a famiglia, nonostante la riforma introdotta dalla Legge Delrio del 2014 e i numerosi tentativi della politica di abolirle.
Carlo Rienzi è il presidente del Codacons e secondo lui “tali enti continuano a pesare sulla collettività e i loro costi di funzionamento sono pari a 4,8 miliardi di euro annui, ossia circa 185 euro a famiglia. Le riforme introdotte negli ultimi anni hanno prodotto un taglio delle spese, considerato che nel 2011 le Province costavano circa 8,4 miliardi di euro annui. Un risparmio determinato in gran parte dalla riduzione del numero di dipendenti, ridotto di circa 16mila unità”.
Gli altri scontri in atto tra Lega e M5S – La maggioranza giallo-verde è più spaccata che mai. Gli altri terreni di scontro degli ultimi giorni tra Lega e Movimento Cinque Stelle riguardano il caso Siri e la questione Orban.
Rispetto alle indagini per corruzione nei confronti del sottosegretario Armando Siri, il M5S chiede a gran voce le sue dimissioni, mentre la Lega si schiera in sua difesa.
Per quanto riguarda invece la possibile alleanza con l’Ungheria, il “casus belli” è la visita in Ungheria per incontrare il premier Viktor Orban e cercare di rafforzare l’alleanza tra sovranisti in vista delle europee.
Già in passato il M5S aveva preso le distanze dall’amicizia di Matteo Salvini con lo stesso Orban e anche in questa occasione Luigi Di Maio ha riconfermato il disaccordo.
L’abolizione delle province è un nuovo campo di gioco.
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