Di Maio dopo il discorso di Zingaretti: “Il Pd vuole far cadere il governo”
Di Maio sul Pd dopo il discorso di Zingaretti: vogliono far cadere il governo
Luigi Di Maio dopo aver ascoltato l’intervento di Nicola Zingaretti all’assemblea nazionale Pd a Bologna di ieri, domenica 17 novembre, teme che i Dem vogliano mettere fine all’esperienza di governo con il M5S. È il retroscena pubblicato oggi su alcuni dei principali quotidiani italiani, Repubblica e La Stampa, che riportano un commento piuttosto netto del capo politico pentastellato.
“Vogliono far cadere il governo”, sono le parole attribuite al ministro degli Esteri, pronunciate subito dopo quelle del segretario del Partito Democratico su ius soli, ius culturae e decreti sicurezza. Dal palco di Bologna ieri Zingaretti ha provato a rilanciare la proposta politica del Pd indicando alcuni punti cardine. “Ci battiamo – ha dichiarato il presidente della Regione Lazio – perché al più presto si rivedano i decreti Salvini, per far approvare lo ius culturae e ius soli. Faremo una legge per parità salariale tra donne e uomini ma per raggiungere l’obiettivo e non per mettere bandierine e avere un’intervista sui giornali. Ci vuole serietà non comizi”.
Una replica di Di Maio ieri è arrivata nel giro di qualche ora. Ed è stata una chiusura. “Col maltempo che flagella l’Italia, il futuro di 11mila lavoratori a Taranto in discussione, qui si parla di ius soli: io sono sconcertato”, ha detto il ministro degli Esteri da Salerno.
“Così Zingaretti vuol fare cadere il governo”, è la dichiarazione riportata oggi dai retroscenisti oggi. È la prima reazione di Di Maio, istintiva e frutto anche delle difficoltà del Movimento 5 Stelle ad affrontare il tema dei diritti di cittadinanza. I pentastellati considerano la mossa del Pd di inserire ius soli e ius culturae nell’agenda di governo un atto ostile. E Di Maio lo confessa ai fedelissimi i suoi timori. Secondo il ministro degli Esteri, spiega La Stampa, Zingaretti sta provando a fare “campagna elettorale per l’Emilia Romagna sulla pelle del governo”.
Trovare una via d’uscita è difficile, ma non impossibile. Come racconta Repubblica Di Maio è anche pronto, dopo l’approvazione definitiva della manovra 2020 a fine anni, a sedersi a un tavolo con i Dem per metter a punto un agenda di governo, un patto di programma, provvedimenti su cui lavorare con gli alleati fino a fine legislatura. Si aprirebbe un discorso nel medio e lungo periodo con uno sguardo al 2022 per l’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Nell’entourage del capo politico la scelta del nuovo capo dello Stato è considerata una tappa fondamentale per il corso politico dei prossimi dieci anni.