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Home » Politica

Di Maio: “Una parte della Lega ha nostalgia di Berlusconi. Basta con le minacce di crisi”

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Di Maio Lega Berlusconi | “Credo che il nervosismo della Lega sia collegato al caso Siri. Probabilmente una parte di loro ha nostalgia dei governi con Berlusconi”. Luigi Di Maio torna a pungolare gli alleati di governo in un’intervista all’Unità, che oggi torna in edicola per un giorno, sotto la direzione di Maurizio Belpietro, per evitare che la testata decada.

“Noi siamo un argine a idee medievali, estremismi e alla nuova tangentopoli”, afferma il leader M5S, “Basta con le minacce di crisi di governo. Non esistono piani B. Questo esecutivo deve andare avanti e pensare alla fase 2 per il rilancio del ceto medio” (qui le ultime notizie sul governo).

Il vicepremier non risparmia gli attacchi neanche al Pd, sostenendo che il partito guidato da Zingaretti sia la “fotocopia di quello di Renzi: nato vecchio, con proposte assurde come l’aumento degli stipendi dei parlamentari”.

Sulla questione dei migranti, Di Maio afferma che: “se oggi è un problema lo dobbiamo a chi, in Europa, ha preferito ignorare il fenomeno e lasciare il nostro Paese a gestire in solitaria un’emergenza di dimensione intercontinentale”.

“L’assunzione di un meccanismo di redistribuzione sarebbe il primo passaggio di una responsabilità condivisa, realmente europea. Non saremo il campo profughi di nessuno – sottolinea – men che meno di chi vuole fare il sovranista con i nostri confini”.

In merito allo sforamento del 3 per cento, per il vicepremier il patto di stabilità “va superato per investimenti produttivi e spesa sociale. L’Europa deve imparare dai propri errori: austerity e rigore hanno sostituito i principi alla base del progetto europeo e cioè lavoro, crescita, benessere per i cittadini. Va bene il rigore ma accanirsi sugli zero virgola non è lungimirante. Dispiace che la Lega corra alle europee con i falchi dell’austerity, quelli che volevano bloccare Reddito e Quota 100″.

La capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, in un’intervista al Sole 24 Ore affronta anche lei la questione dello sforamento del 3 per cento.

“Noi siamo pronti anche a superare il totem del 3 per cento ma non per spese a pioggia, sacrificando gli investimenti come hanno fatto finora i due partiti dell’esecutivo, che si sono mossi solo per comprare consenso con mance e sussidi di Stato, esattamente come fece Renzi con gli 80 euro”, dice Gelmini.

“Le risorse vanno messe per sostenere l’occupazione, che cresce se mettiamo le imprese in condizioni di investire, riducendo il cuneo fiscale, accelerando la realizzazione delle grandi opere”

“Salvini e Di Maio antepongono gli interessi dei loro partiti a quelli del Paese perché sanno che il governo è al capolinea. Noi siamo l’alternativa a chi oggi sta distruggendo l’Italia e domani vuole distruggere l’Europa”, afferma invece il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in due interviste alla Stampa e all’Unità. “Il populismo è in un vicolo cieco. L’inganno dei populisti si sta smontando e l’unica alternativa credibile siamo noi”.

In merito alle assunzioni promesse dal governo nella scuola e nella sanità, “fanno finta di non sapere che i conti sono fuori controllo e Tria, il loro ministro del Tesoro, ha confermato che dopo le elezioni o aumenta l’Iva o inizia una pesantissima stagione di tagli. Altro che aumenti di personale”, commenta il leader del Pd.

Dopo le Europee, “il governo non si rafforzerà certo, con la manovra da attuare. E se dovesse cadere, il Pd chiederà di andare al voto”, assicura Zingaretti.

La leader di FdI, Giorgia Meloni, in un’intervista al Messaggero parla del possibile sorpasso di Fratelli d’Italia su Forza Italia.

“Girando il Paese in lungo e in largo ho solo sensazioni positive”, dice. “Se succede vuol dire che si apre una nuova stagione nel centrodestra e che Fratelli d’Italia avrà la responsabilità di costruire una nuova gamba della coalizione che si possa alleare con la Lega per tornare al governo e porre fine a questa coabitazione innaturale tra Salvini e Di Maio”.

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