Di Battista contro Salvini: “È come la Boldrini e peggio di Soros”
Di Battista Salvini – Matteo Salvini? Peggio di Soros. Lo scrive in un post su Facebook Alessandro Di Battista, da molti analisti indicato come il possibile successore di Luigi Di Maio alla guida del Movimento Cinque Stelle in caso di rottura con la Lega.
L’ex deputato M5S, che sta per pubblicare il suo nuovo libro intitolato “Politicamente scorretto”, attacca il leader del Carroccio sulla vicenda Radio Radicale. Nella giornata di ieri in Commissione Bilancio alla Camera la maggioranza di governo si è spaccata sull’emendamento del Partito democratico che punta a salvare l’emittente radiofonica: il provvedimento, fortemente osteggiato dai pentastellati, è passato con i voti favorevoli della Lega.
La vicenda ha scatenato la dura reazione di Di Maio [in questo articolo abbiamo spiegato cosa non torna nella tesi del capo M5S].
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E anche Di Battista ha voluto esprimere la propria distanza dall’alleato leghista, arrivando a paragonare Salvini a due nemici giurati dei Cinque Stelle come l’ex presidente della Camera Laura Boldrini e il finanziere George Soros.
“Il ‘Kapitano’ Matteo Salv(Boldr)ini, vota con Pd e Sinistra e regala altri 3 milioni di euro a Radio Radicale”, scrive su Facebook l’ex deputato M5S. “Immagino la contentezza delle piccole e medie imprese venete o lombarde di fronte ad una notizia del genere. Salvini come Soros dice qualcuno. Magari, almeno Soros finanzia i radicali con quattrini suoi, Salvini fa pagare lo Stato italiano”, continua Di Battista. “Prima gli italiani? Sì, a mettere soldi loro in una radio privata di partito!”.
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A che punto con il caso Radio Radicale
Di Battista Salvini – Quanto al Movimento, sottolinea l’esponente pentastellato, “facciamo tanti errori e tanti ne faremo”. Tuttavia, osserva, “un’Italia onesta intellettualmente dovrebbe riconoscere che senza il Movimento i milioni di euro dati a Radio Radicale sarebbero stati molti di più”.
Nel lungo post Di Battista si sofferma anche sul caso Palamara che sta scuotendo il Consiglio superiore della magistratura (Csm): “Cinque suoi membri sono stati pizzicati a parlare con Luca Lotti (renziano di ferro e imputato in un processo a Roma) e con Cosimo Ferri, altro parlamentare del Pd, della nomina del procuratore generale di Roma”, scrive. “Ma Lotti e Ferri restano in parlamento e restano nel Pd, un partito marcio, ipocrita, il cui neo-segretario ricorda commosso Berlinguer ma non muove un dito per ripulire il suo partito dall’immoralità dilagante”.
Il post-scriptum è invece dedicata alla prossima uscita del suo libro: “Il 17 esce in edicola (con il Fatto) e in libreria un piccolo libro che ho scritto sulla situazione politica attuale e sul Movimento. Si chiama ‘Politicamente Scorretto'”.
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