Stretta al reddito di cittadinanza, Di Battista: “Così Meloni viola la Costituzione”

“Il governo Meloni, al posto di rimuovere gli ostacoli di ordine economico che limitano l’uguaglianza dei cittadini, ne aggiunge ogni settimana qualcuno. Il tutto anche per racimolare denaro e continuare a inviare armi in Ucraina. In un colpo solo, violano l’articolo 3 e l’articolo 11 della Costituzione. E la Meloni ci ha pure giurato sopra”: Alessandro Di Battista, volto storico del Movimento 5 Stelle, in alcune dichiarazioni all’Adnkronos prende di mira l’esecutivo per l’annuncio dell’ulteriore stretta al sussidio cardine del suo ex partito.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha infatti annunciato un’ulteriore riduzione, da 8 a 7 mesi, dell’erogazione del reddito di cittadinanza nel 2023 per tutti i beneficiari considerati occupabili. La misura è destinata ad estinguersi poi nel 2024, come già annunciato più volte da Meloni, convinta di voler continuare a sostenere soltanto le persone che non possono materialmente lavorare. Secondo i dati dall’Agenzia nazionale politiche attive del lavoro (Anpal), i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono 919.916. Da questa cifra vanno però sottratti i 173mila (18,8%) che risultano già occupati e gli 86mila (9,4%) esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali. Rimangono quindi i 660mila (il 71,8%) tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro, che verranno interessati dalla stretta del governo.
Su 2 milioni di “percettori stabili”, ci sono però 393mila individui che nel corso dell’anno passato hanno lavorato almeno una settimana: cioè uno su cinque. Si tratta in prevalenza di dipendenti del settore privato con contratti a tempo determinato (in molti casi stagionali del settore ristorazione) che guadagnano in media la miseria di 6mila euro lordi in un anno e che dunque, almeno per ora, hanno diritto al sostegno pubblico. E rischiano di vederselo sottratto.