“Di Battista voleva un ministero”. Ma Di Maio ha detto no: “Se ti metto lì Salvini si infuria”
Di Battista ministro | Affari Europei | M5s | Di Maio | Salvini
Di Battista ministro – Di Battista era pronto a tornare in campo e a fare il ministro degli Affari Europei. Sarebbe stato lo stesso Di Maio, nonostante le ruggini degli ultimi giorni, a chiedere all’ex deputato M5s di entrare a far parte del governo. Ma a bloccare tutto sarebbe stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
È quanto emerge in un retroscena pubblicato martedì 25 giugno dal quotidiano La Stampa.
“Ho rosicato quando ho visto i miei compagni fare i ministri”, avrebbe detto Di Battista ad alcuni colleghi pentastellati. Da qui la volontà di rientrare in gioco.
Di Battista ministro | Salvini dice no
L’occasione ghiotta è arrivata quando si è liberato il posto di ministro degli Affari Europei. Paolo Savona, infatti, è passato alla presidenza della Consob, lasciando sguarnita quella poltrona.
Di Battista ministro – Dibba ci aveva fatto la bocca. “Alla richiesta di Di Maio, questa volta Di Battista si era detto disponibile a rientrare nel governo – scrive La Stampa- Ma a delle condizioni considerate impossibili. Quando chiede per sé gli Affari europei Di Maio gli ricorda che ‘Salvini non lo permetterà mai, perché quel dicastero tocca alla Lega’. E infatti il leader del Carroccio da giorni preme su Conte per chiudere la faccenda al più presto. A Di Battista restano gli attivisti che tifano per la rottura del governo”.
“In quel caso , l’ha già detto, tornerebbe parlamentare – continua il quotidiano torinese – Entrate sicure e un posto di rilievo all’opposizione di Salvini. Anche per questo, per contenerlo, Di Maio ha chiesto ai fedelissimi di ricordare sui social quante cose, nonostante tutto, ha realizzato il governo con la Lega”.
Di Battista ministro | Lo scontro con Salvini
Che tra Di Battista e Salvini non corra buon sangue è cosa nota. In una recente intervista, Dibba ha definito il leader della Lega “come la Boldrini e peggio di Soros“.
Non si è fatta attendere la replica del vicepremier: “Ci sono tanti parlamentari e ministri dei 5 Stelle che lavorano, io preferisco parlare con loro, non con i chiacchieroni tropicali a pagamento”.