Di Battista: “Non considerare disagi legati a immigrazione è da borghesi”
L'esponente del Movimento Cinque Stelle definisce "fuorviante" incentrare tutto il dibattito politico esclusivamente sul tema dell’immigrazione
Alessandro Di Battista, esponente del Movimento Cinque Stelle, si inserisce nel dibattito sull’immigrazione e definisce “borghese” non preoccuparsi dei disagi legati al fenomeno migratorio.
“Non considerare i disagi dati dall’immigrazione senza alcun controllo è un atteggiamento profondamente ‘borghese’”, scrive Di Battista in un post su Facebook.
“E infatti gli sponsor di questa nuova tratta di schiavi abitano per lo più i quartieri alti delle città. Lorsignori si scandalizzano facilmente, amano il politicamente corretto, si riempiono la bocca di parole quali ‘tolleranza’, ‘apertura’, ‘sopportazione’ ma poi, quando si trovano il problema in casa – come avvenne a Capalbio qualche tempo fa – diventano intolleranti e ipocriti”.
“Tuttavia trovo fuorviante”, prosegue Di Battista, “incentrare tutto il dibattito politico esclusivamente sul tema dell’immigrazione. Questo sta facendo tirare un sospiro di sollievo a un mucchio di persone. Parlo dei colletti bianchi che delinquono, dei politici corrotti, di banchieri senza scrupoli, dei ras delle cliniche private, di criminali vari”.
“Trovo sacrosanto fare la voce grossa affinché l’Europa si assuma le proprie responsabilità allo stesso tempo la voce grossa va fatta contro i responsabili degli squilibri sociali nel nostro Paese: e non sono gli immigrati. L’ho sempre detto: il futuro degli africani e’ l’Africa”.
Di Battista prosegue esprimendo la necessità di “un piano di aiuti europeo per l’Africa senza precedenti”.
Infine, l’esponente M5S sferza i ministri a Cinque Stelle.
“Dai ministri del Movimento 5 Stelle pretendo un atteggiamento di lotta ancora più ostinato. Quello che sta dimostrando Luigi tra l’altro, il quale combatte sempre come un leone”.
“Occuparsi dei sintomi dell’immigrazione è inutile se non si interviene sulle cause e le cause delle ingiustizie, in Africa come in Italia, sono spesso molto simili”
“Chi fugge da un villaggio congolese per mancanza di prospettive non è poi così diverso da chi fugge dall’Italia per provare a costruirsi un futuro altrove. Io trovo inaccettabile la fuga di entrambi e voglio intervenire sulle cause di tale fuga”.