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Sicurezza, ok al nuovo Dl. Ong, accoglienza, permessi di soggiorno: cosa cambia dai “decreti Salvini”

Immagine di copertina
Migranti sulla Ocean Vikings Credits: ANSA/CARMELO IMBESI

Ad un anno dall'insediamento, il governo Pd-M5S modifica le norme volute dall'ex ministro dell'Interno. Tra le maggiori novità: lo stop alle multe per i soccorsi, il ritorno dell'accoglienza diffusa e più permessi di soggiorno

Decreto sicurezza, via libera del Cdm

Il Consiglio dei Ministri di lunedì 5 ottobre ha dato il via libera al decreto su sicurezza e immigrazione che riscrive i decreti emanati dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Decreto sicurezza: cosa cambia

Il nuovo decreto legge, come si legge nel comunicato ufficiale, introduce disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifica agli articoli 131-bis e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento e di contrasto all’utilizzo distorto del web.

PERMESSO DI SOGGIORNO – Il provvedimento modifica la disciplina vigente, tra l’altro, in materia di requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno per esigenze di protezione del cittadino straniero, di limiti all’ingresso e transito di unità navali in acque territoriali italiane e di inapplicabilità della causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto” ad alcune fattispecie di reato. In materia di condizione giuridica dello straniero, il provvedimento affronta il tema della convertibilità dei permessi di soggiorno rilasciati per altre ragioni in permessi di lavoro. Alle categorie già previste, si aggiungono quelle di protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori.

PROTEZIONE INTERNAZIONALE – Per quanto riguarda la protezione internazionale degli stranieri, la normativa vigente prescrive il divieto di espulsione e respingimento nel caso in cui il rimpatrio determini per l’interessato il rischio di tortura. Con il decreto, si aggiunge a questa ipotesi il rischio che lo straniero sia sottoposto a trattamenti inumani o degradanti e se ne vieta l’espulsione anche nei casi di rischio di violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare (in questi casi si prevede il rilascio del permesso di soggiorno per protezione speciale).

ACCOGLIENZA DIFFUSA – Il provvedimento riforma anche il sistema di accoglienza destinato ai richiedenti protezione internazionale e ai titolari di protezione, attraverso la creazione del nuovo “Sistema di accoglienza e integrazione” (simile a quelli che erano gli Sprar). Le attività di prima assistenza continueranno a essere svolte nei centri governativi ordinari e straordinari. Successivamente, il Sistema si articolerà in due livelli di prestazioni: il primo dedicato ai richiedenti protezione internazionale, il secondo a coloro che ne sono già titolari, con servizi aggiuntivi finalizzati all’integrazione.

I SOCCORSI IN MARE – Il testo interviene poi sulle sanzioni relative al divieto di transito delle navi nel mare territoriale. In caso ricorrano i motivi di ordine e sicurezza pubblica o di violazione delle norme sul traffico di migranti via mare, si prevede che il provvedimento di divieto sia adottato, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture, previa informazione al Presidente del Consiglio. Per le operazioni di soccorso, la disciplina di divieto non si applicherà nell’ipotesi in cui vi sia stata la comunicazione al centro di coordinamento e allo Stato di bandiera e siano rispettate le indicazioni della competente autorità per la ricerca ed il soccorso in mare. In caso di violazione del divieto, si richiama la disciplina vigente del Codice della navigazione, che prevede la reclusione fino a due anni e una multa da 10.000 a 50.000 euro. In sintesi: sono eliminate le multe salatissime introdotte in precedenza.

NORME WILLY – Confermate, poi, anche le due norme ribattezzate “Willy” per inasprire il Daspo dai locali e le pene per i violenti e gli spacciatori, dopo l’uccisione a calci e pugni del giovane 21enne Willy Monteiro a Colleferro. Il decreto rafforza il cosiddetto “Daspo urbano“, rendendo possibile per il Questore l’applicazione del divieto di accesso nei locali pubblici anche per i soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi 3 anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope. Inoltre, si inaspriscono le pene per i soggetti coinvolti in risse, prevedendo che, qualora qualcuno resti ucciso o riporti lesioni personali, la sola partecipazione alla stessa sia punibile con la reclusione da 6 mesi a 6 anni. Sono previste anche disposizioni per rendere più efficace l’esercizio delle attività del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Infine, si stabilisce un rafforzamento delle sanzioni applicate in caso di comunicazioni dei detenuti sottoposti alle restrizioni di cui all’articolo 41-bis della legge n. 354 del 1975 e si è prevista una nuova fattispecie di reato che sanziona chi introduce o detiene all’interno di istituti penitenziari telefoni cellulari o dispositivi mobili di comunicazione.

Dl sicurezza, via libera del Cdm: le reazioni

Immediate le reazioni alle modifiche del decreto sicurezza da parte dei protagonisti politici che più hanno voluto questo provvedimento. “Approvato ora in Consiglio dei ministri il decreto immigrazione. I decreti propaganda/Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura. Un’Europa più protagonista”, ha scritto su Twitter il segretario Pd Nicola Zingaretti.

“I decreti insicurezza di Salvini vanno in soffitta. Il Pd ripristina la civiltà e lo stato di diritto. Si cancella una vergogna e si riorganizza l’accoglienza per promuovere l’integrazione e garantire la sicurezza per tutti”, sono invece le parole del vice segretario del Pd Andrea Orlando.

Sempre dal Pd e tramite Twitter arriva anche il commento del ministro per il Sud Giuseppe Provenzano: “Stasera in Italia cade un muro. Ci abbiamo messo un po’, un po’ troppo, ma ora i cosiddetti decreti sicurezza di Salvini non esistono più. Anche le parole tornano al loro posto: migrazioni, protezione, accoglienza, legalità. Avanti ancora, verso un Paese con più diritti e più umanità”.

La ministra dell’agricoltura Teresa Bellanova, capodelegazione in Cdm di Italia Viva, ha invece affidato a un lungo post su Facebook la sua soddisfazione. “Stasera abbiamo messo fine all’inciviltà dei decreti in-sicurezza di Matteo Salvini ripristinando condizioni di civiltà giuridica e giustizia sociale”, ha scritto la ministra.

Dall’altra parte, a ‘Quarta Repubblica’, nella serata di lunedì, Matteo Salvini ha commentato così la notizia della modifica dei decreti sicurezza: “Modifica dei Decreti sicurezza? Nuove chiusure? Finora possiamo solo commentare voci, affermazioni e smentite, aspettiamo di leggere i testi e quello che intende davvero fare il governo”.

Leggi anche: 1. A un anno dall’insediamento, il Governo cambia i decreti immigrazione di Salvini / 2. Se la Corte Costituzionale arriva prima del Pd a bocciare i decreti sicurezza di Salvini (di G. Cavalli) / 3. Migranti, sbarchi in Italia: dati alla mano, ecco come stanno davvero le cose

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