Modifica decreti sicurezza, Lamorgese gela le Ong: “Ipotesi sanzioni penali”
“Abbiamo il decreto immigrazione che sarà esaminato in uno dei prossimi Consigli dei ministri, si verificheranno anche le sanzioni che secondo me potrebbero anche diventare sanzioni di carattere penale ma è una strada che intraprenderemo con la modifica dei decreti”. Lo ha detto la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese in audizione in Commissione Schenghen, parlando delle modifiche ai decreti sicurezza soffermandosi sulle multe alle Ong che quindi da pecuniarie potrebbero diventare penali.
Per quando riguarda le modifiche ai decreti, l’ultima bozza in circolazione parla di revisione del sistema di accoglienza, reintroduzione della protezione umanitaria e dell’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo, possibilità di conversione del permesso di soggiorno in permesso di lavoro, lavori di utilità sociale, tempi più contenuti – da 4 a 3 anni – per la risposta dello Stato alle richieste di cittadinanza, permanenza dimezzata – da 180 a 90 giorni – per il periodo massimo di trattenimento per l’identificazione nei Centri di permanenza per il rimpatrio.
La ministra dell’Interno commenta anche il Patto proposto dalla Commissione Ue in tema di asilo e immigrazione, criticandolo: “Non so che fino a che punto queste possano essere effettivamente efficaci: perché le ipotesi di dare responsabilità di rimpatrio agli Stati membri diversi da quelli di sbarco mi sembrano difficilmente coniugabili con l’efficienza e la rapidità. Vorrei capire quali sono gli aspetti di ordine pratico e giuridico”.
Sulla nuova proposta, in generale, Lamorgese spiega: “Voglio leggerla con spirito positivo, ma credo che ci sarà da lavorare e da trattare tanto perché quello che avevamo chiesto non lo vediamo ancora completamente. Anche il riconoscimento di uno status particolare di chi viene raccolto in mare introduce una tutela particolare e un principio di redistribuzione di migranti. Le prime impressioni sono di attendismo, voglio vedere quali sono gli aspetti di ordine pratico ma anche giuridico dei rimpatri affidati a paesi diversi da quello di arrivo”. In ogni caso la ministra riconosce “elementi di discontinuità rispetto alle proposte degli anni scorsi, ma non c’è quel netto superamento degli accordi di Dublino e che rimetterebbe sul tavolo le trattative”.
Anche Giuseppe Conte, intervistato da La Stampa, conferma le modifiche in arrivo ai decreti voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini: “C’è un testo condiviso – assicura il premier – che affronta il tema senza cedere a slogan. Ci ritagliamo il tempo tecnico per farlo esaminare dagli uffici e condividerlo nella versione finale”.
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