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De Magistris a TPI: “Dialogo con il M5S? Solo se diventano più progressisti”

Come mai si continua a chiamare il Pd di sinistra? Ha fatto la buona scuola, il jobs act, ha distrutto l’articolo 18″, così il leader di Unione Popolare Luigi De Magistris a Tpi a margine della terza e ultima serata del Tpi Fest di Bologna, che ha visto tra i vari ospiti anche il leader del M5S Giuseppe Conte e il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. “Ormai esiste un grande centro – afferma l’ex sindaco di Napoli – in questo Draghi è stato efficace con il suo pensiero unico: il draghismo. Alla fine in politica estera se vince Meloni o Letta non cambia nulla, nei rapporti con il fossile non cambia nulla e nemmeno nel jobs act”.

Perché? “Il centro è un luogo più comodo, dove c’è il compromesso morale e ci si mette d’accordo. Ma quando parlo di sinistra penso al ripudio della guerra, alla giustizia sociale, alla sanità e all’acqua pubblica. Visto che loro hanno difficoltà e siccome la sinistra nel Paese esiste più che nei partiti, costruiamola insieme”, afferma De Magistris. Temi in comune con il programma elettorale del Movimento 5 Stelle, con cui, afferma il leader di Unione Popolare, c’è margine di dialogo dopo il voto “se diventano più progressisti”. “Con il M5S si può parlare dopo le elezioni se si va verso posizioni più progressiste: dicono acqua pubblica e non l’hanno fatta, io a Napoli l’ho fatta. Se c’è un cambiamento c’è possibilità di dialogo ma creo che il voto a Unione Popolare è necessario per dare voce a chi in questi anni anche quando ha governato Conte non è stata data”, conclude l’ex magistrato.

 

 

 

 

 

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