Ddl Zan, nuovo rinvio: il dibattito al Senato slitta a dopo le amministrative
Slitta nuovamente il Ddl Zan. Per la legge contro l’omotransfobia, osteggiata in particolare dai partiti di centrodestra, dopo il rinvio per la pausa estiva, arriva un nuovo stop. Se ne riparlerà, se tutto va bene, dopo le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre prossimo. A deciderlo la Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama, con la riforma Cartabia sulla giustizia considerata prioritaria dal Governo. La legge Zan non è stata messa in calendario per la settimana in corso e adesso il suo futuro diviene sempre più incerto.
Il calendario a Palazzo Madama è piuttosto fitto, per cui a ben vedere le finestre libere da qui a fine anno sono poche. Di certo, considerando i più che probabili ballottaggi in tutte le più grandi città al voto, non se ne parlerà prima di metà ottobre. Ma in generale il futuro nella legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo è quanto mai incerto.
“Mi sono sorpreso, hanno rinviato il ddl Zan a dopo le elezioni. Dove è finita l’urgenza?”, ha commentato il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa alla fine della riunione dei capigruppo. Un calendario che, bisogna sottolinearlo, è stato votato all’unanimità, quindi anche con i voti del suo partito, Fratelli d’Italia, tra i più strenui antagonisti della legge.
Sulla stella linea Jacopo Coghe, Portavoce di Pro Vita & Famiglia: “Ma il ddl Zan non era una priorità per il Paese? Cosa è successo? Forse che lo Zan sia troppo ingombrante e rischi di inquinare le acque in vista delle delicate elezioni amministrative? L’apertura delle scuole in sicurezza, i tamponi salivari, le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese, le aziende sul lastrico, queste sono le vere emergenze per il Paese non i capricci della lobby LGBTQ”.
Una strada quindi tutta in salita, dopo che Italia Viva di Renzi ha aperto ad una modifica del testo, come chiesto da Lega e Forza Italia. Se il decreto dovesse essere modificato, per via del bicameralismo perfetto dovrebbe tornare a Montecitorio, ricominciando l’iter dall’inizio, per poi tornare nuovamente in Senato. Un balletto durante il quale la legge, sotto i colpi dei suoi oppositori, potrebbe essere svuotata sempre più, tanto da renderla quasi inutile.
Una legge, sottolineano i suoi difensori, di civiltà, che il Paese attende da 30 anni. Eppure calendarizzare il ddl Zan in questa settimana sarebbe stato rischioso per tutti i partiti, sia per quelli favorevoli che per gli oppositori. Per questo si è deciso di calendarizzare per la prossima settimana il green pass e subito dopo impegnare l’emiciclo di Palazzo Madama sulla riforma del processo civile e penale. Dopo le elezioni comunali potrebbe esserci finalmente spazio per il dibattito sul Ddl, anche se in quel periodo arriverà la legge di Bilancio, da votare entro la fine dell’anno. Poi, da gennaio, il Parlamento sarà convocato in seduta comune per l’elezione del presidente della Repubblica.
“Ma di finestre volendo ce ne sono: la legge di Bilancio rimane molto tempo in commissione e in aula c’è tempo per discutere e votare il ddl”, ha detto il deputato del Pd Alessandro Zan che ha dato il nome alla legge. “Penso che ce la faremo – ha aggiunto l’esponente dem – perché l’Italia è l’unico Paese occidentale che non ha una legge contro i crimini d’odio contro gli omosessuali, la misogenia e l’abilisno. Sono fiducioso ma con le antenne alte per evitare i giochetti di Palazzo sulla pelle delle persone”.
Al Senato però bisognerà fare attenzione ai numeri, non più così certi dopo che Italia Viva sembra essersi sfilata dalla maggioranza che aveva con Pd, M5s e Leu, e anche le Autonomie sembrano tentennare. Intanto in questi giorni Zan ha raccontato di aver visto a Mykonos un deputato della Lega che si baciava con un uomo. Salvini ha prontamente replicato: “Se un mio deputato si bacia con un uomo o con una donna è affare suo, mi mancava di avere i deputati guardoni. Io quando vado in vacanza mi faccio gli affari miei e non mi importa chi bacia chi”.
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