“Ddl Zan? Chiamiamolo Ddl Carrà e approviamolo subito”, la proposta dai social
L'iniziativa lanciata dallo sceneggiatore Enrico Cibelli raccolta subito dal cantante Ermal Meta
Ribattezzare Ddl Carrà il Disegno di legge contro l’omotransfobia, che oggi prende il nome dal relatore Alessandro Zan. È la proposta lanciata sui social dallo sceneggiatore Enrico Cibelli e che già raccolto tantissime adesioni online.
Direi di chiamarlo Ddl Carrà, approvarlo e fine del discorso.
— Enrico Cibelli (@enricocibelli) July 6, 2021
“Direi di chiamarlo Ddl Carrà, approvarlo e fine del discorso”, scrive Cibelli su Twitter. Un’iniziativa raccolta subito da moltissime persone, compresi personaggi del mondo dello spettacolo, come Ermal Meta che si dice “totalmente d’accordo”.
Totalmente d’accordo. https://t.co/rkuF9Vqn6r
— Ermal Meta (@MetaErmal) July 6, 2021
La proposta arriva a poche ore dalla scomparsa della regina della televisione italiana Raffaella Carrà, considerata un’icona dalla comunità Lgbtq+ in Italia e proprio nel giorno in cui è cominciata al Senato la battaglia sul Ddl Zan, già approvato alla Camera con i voti di Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle, Liberi e Uguali e Italia Viva.
Ora, però, il partito di Matteo Renzi, dopo l’asse con la Lega di Matteo Salvini, rischia di affossare la legge a Palazzo Madama dove i numeri sono molto più risicati. Senza i 17 voti di Italia Viva infatti i favorevoli al Ddl sono circa 141 mentre i contrari arrivano a 135, una situazione che fa prevedere la mancata approvazione del testo così come passato alla Camera.
Il Disegno di legge prevede di intervenire sui reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica o religiosa, attualmente previsti agli articoli 604-bis e 604-ter del Codice penale. In particolare, la proposta mira a estendere l’istigazione a delinquere e gli atti di violenza (non la propaganda, invece) alle manifestazioni d’odio fondate su omofobia o transfobia. In pratica, chi commette reati motivati da “stigma sessuale, in particolar modo nei confronti delle persone omosessuali e transessuali” rischierebbe fino a quattro anni di reclusione.