Ddl sui nomi femminili, arriva la retromarcia della Lega: “Era un’iniziativa personale”
Dopo le polemiche, arriva il dietrofront. La Lega precisa che la proposta di legge del senatore Manfredi Potenti è un’iniziativa del tutto personale. I vertici del partito, a partire dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, non condividono quanto riportato nel Ddl Potenti il cui testo non rispecchia in alcun modo la linea della Lega che ne ha già chiesto il ritiro immediato.
Fonti del Carroccio commentano così il ddl della discordia che prevedeva il divieto, negli atti pubblici, per “il genere femminile per neologismi applicati ai titoli istituzionali dello Stato, ai gradi militari, ai titoli professionali, alle onorificenze, ed agli incarichi individuati da atti aventi forza di legge”. Un testo, dunque, che non rappresenta la linea del partito e di cui è stato chiesto il ritiro.
“Forse anche all’interno della Lega il ddl sui nomi femminili ha lasciato basiti tanto che pare da fonti stampa ne stiano chiedendo il ritiro immediato. Resta sempre lo sconcerto su come sia possibile anche solo concepire simili iniziative, che cancellano anni e anni di lotta per la parità di genere”, attaccano in una nota le parlamentari del Movimento 5 Stelle nella Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino.