Ddl Spazio, Peluffo (Pd): “Meloni dimostri la sua indipendenza da Musk. Diamo priorità all’interesse nazionale e al ruolo dello Stato”

Su TPI il deputato dell'opposizione lancia un appello alla maggioranza proprio nelle ore in cui il testo del disegno di legge sulla space economy arriva in aula alla Camera: “Dare carta bianca a Starlink sarebbe un errore inaccettabile"
Sul Ddl Spazio, che mira a regolare la Space Economy, la maggioranza di centrodestra e il governo Meloni sono ancora in tempo per «dimostrare la propria indipendenza» rispetto a Elon Musk, dando priorità «all’interesse nazionale e al ruolo dello Stato» in una materia tanto delicata. L’appello arriva ai microfoni di TPI dal deputato Vinicio Peluffo, capogruppo del Pd alla Commissione attività produttive della Camera, proprio nel momento in cui il testo arriva in aula per la discussione generale, dopo giorni di polemiche con il rappresentante in Italia dell’uomo più ricco del mondo. (Ecco cosa aveva detto il collega di partito Casu a TPI: “Oggi abbiamo dimostrato che il Parlamento non è il giocattolo di Starlink, Stroppa e Musk se ne facciano una ragione”).
«La maggioranza vuole dare carta bianca a Starlink, devolvendogli completamente una materia così delicata», denuncia Peluffo. «Sarebbe un errore inaccettabile. La priorità deve essere la tutela dell’interesse nazionale ma anche di un ruolo centrale dello Stato. Hanno ancora il tempo di dimostrare la propria indipendenza da interessi di parte».
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Oggi è cominciata alla Camera la discussione del Ddl Spazio, che sarà votato in settimana e su cui è nata una polemica tra il rappresentante di Elon Musk in Italia, Andrea Stroppa, e la politica. Che cosa succederà adesso?
«Ci sono ancora una serie di questioni sollevate nel corso delle audizioni in Commissione, che poi abbiamo sottoposto al Parlamento sotto forma di emendamenti. Allora questi non hanno avuto il sostegno della maggioranza anche se erano stati segnalati da diversi operatori come di particolare rilievo: a partire dalle coperture assicurative fino alla possibilità di accesso al settore per le piccole e medie imprese. Poi ci sono altri temi, sollevati da una serie di proposte presentate dai gruppi di opposizione, rispetto ad esempio all’utilizzo dei fondi del PNRR e, ovviamente, rimane tuttora aperto il nodo dell’articolo 25, su cui sia gli emendamenti del Pd che di Azione, sottoscritti da tutti i gruppi di opposizione, sono stati bocciati dalla maggioranza senza alcuna spiegazione».
Le presunte proposte anti-Musk?
«Facciamo un po’ di chiarezza: quegli emendamenti, in linea di principio, non escludevano nessuno ma ponevano una serie di paletti a tutela della sicurezza nazionale e indicavano come strada prioritaria quella degli investimenti nei progetti europei. La maggioranza può benissimo decidere di bocciarli ma deve spiegarne il motivo e perché pensa di poter rinunciare a una funzione fondamentale che il Parlamento è chiamato a svolgere su un disegno di legge volto proprio a delineare una cornice in cui indicare priorità, criteri e limiti entro i quali il Governo dovrà legiferare attraverso i decreti attuativi. In questo momento il Parlamento deve esercitare la sua funzione di indirizzo e i colleghi della maggioranza vi stanno rinunciando: questo è particolarmente grave. La priorità deve essere la tutela dell’interesse nazionale ma anche di un ruolo centrale dello Stato in una materia così delicata come la riserva di capacità trasmissiva».
Il tema è regolato dall’ormai famoso articolo 25 del Ddl Spazio, proprio quello intorno a cui è scoppiata la polemica tra Stroppa, Fratelli d’Italia e il Pd dopo il voto all’unanimità in Commissione attività produttive di due emendamenti presentati dall’opposizione.
«Erano emendamenti di assoluto buon senso e lo dimostra il fatto che sono stati votati all’unanimità in Commissione. Quello che colpisce di questa vicenda però è che gli esponenti della maggioranza e del Governo, a partire dai due relatori in Commissione, non abbiano sentito il dovere di ribadire pubblicamente che in questo Paese è il Parlamento eletto dai cittadini a esercitare in piena autonomia e indipendenza la propria funzione legislativa, soprattutto su materie delicate come la sicurezza nazionale. Immaginavo che, come ha fatto il Pd intervenendo a tutela delle prerogative del Parlamento, anche gli esponenti della maggioranza sarebbero intervenuti ma evidentemente non se la sono sentita. Questo colpisce molto e credo la dica lunga anche sulla subalternità rispetto ad alcuni interessi di parte».
Eppure Starlink, il servizio di comunicazione satellitare di SpaceX, sembra l’unico disponibile al momento. Insomma dovremo comunque fare i conti con Musk.
«I nostri emendamenti non andavano nella direzione di impedire interlocuzioni con nessun soggetto né la sua eventuale partecipazione a future gare ma miravano chiaramente a stabilire paletti certi e precisi a tutela della sicurezza e dell’interesse nazionale. Mi sembra di capire, invece, che la maggioranza voglia dare carta bianca a Starlink, devolvendogli completamente una materia così delicata. Per quanto ci riguarda questo costituirebbe un errore inaccettabile. Visto che il provvedimento sta andando in aula hanno ancora la possibilità di intervenire, modificando questa stortura, votando i nostri emendamenti o presentando loro stessi delle proposte che vadano in questa direzione. Hanno ancora il tempo di dimostrare la propria indipendenza da interessi di parte».