Ddl Sicurezza, l’allarme delle opposizioni: “Troppi poteri ai Servizi segreti e schedature di massa”

Nel mirino l'articolo 31, che permette a Dis, Aisi e Aise anche di controllare da dentro le università
Le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato hanno approvato il contestato articolo 31 del nuovo ddl Sicurezza. Il via libera chiude l’esame degli emendamenti al disegno di legge, che – presentato dal Governo e già approvato dalla Camera lo scorso settembre – sarà ora discusso dall’aula di Palazzo Madama.
Ma le opposizioni annunciano battaglia, denunciando che il testo “amplia a dismisura i poteri dei Servizi segreti” e apre le porte a “schedature di massa”. Tra i più critici, il senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato, ex magistrato, secondo cui “non è possibile potenziare i poteri deiServizi senza prevedere un adeguato controllo democratico del Copasir”.
L’articolo 31 del ddl – rubricato “Disposizioni per il potenziamento dell’attività di informazione per la sicurezza” – obbliga “le pubbliche amministrazioni e i soggetti che erogano servizi di pubblica utilità” alla collaborazione con i Servizi segreti e permette alle agenzie di intelligence italiane (Dis, Aise e Aisi) di stipulare anche con le università e gli enti di ricerca “convenzioni” che prevedano l’accesso ai dati personali ancorché protetti da accordi di riservatezza.
In particolare, il testo dell’articolo votato dal centrodestra recita così: “Le pubbliche amministrazioni, le società a partecipazione pubblica o a controllo pubblico e i soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione, servizi di pubblica utilità sono tenuti a prestare al Dis, all’Aise e all’Aisi la collaborazione e l’assistenza richieste, anche di tipo tecnico e logistico, necessarie per la tutela della sicurezza nazionale. Il Dis, l’Aise e l’Aisi possono stipulare convenzioni con i predetti soggetti, nonché con le università e con gli enti di ricerca, per la definizione delle modalità della collaborazione e dell’assistenza suddette. Le convenzioni possono prevedere la comunicazione di informazioni ai predetti organismi anche in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza”.
Nella giornata di ieri, martedì 18 marzo, a margine della discussione nelle Commissioni riunite, il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno organizzato una conferenza stampa per mettere in evidenza i rischi che pone il disegno di legge. All’iniziativa hanno partecipato anche Pd e Italia Viva.
Per la senatrice di Avs Ilaria Cucchi, si tratta di “una norma inaccettabile che minaccia la libertà accademica, il pensiero critico e il diritto al dissenso nelle università italiane”. Il capogruppo al Senato di Avs Peppe De Cristofaro osserva che “dopo la vicenda dello spionaggio ai danni di attivisti e giornalisti con lo spyware di Paragon Solutions questo provvedimento appare ancora più pericoloso”.
Alfredo Bazoli, senatore del Pd, avverte che, se l’intero ddl “garantisce tutto, la repressione e l’intimidazione, tranne la Sicurezza”, è comunque l’articolo 31 “la norma forse più grave e pericolosa” che “va assolutamente stralciata se non si vuole arrivare davvero ad uno Stato di polizia”.
Per Dafne Musolino, senatrice di Italia Viva, il ddl “crea questa figura dell’agente provocatore che agisce senza nessun controllo democratico. E in un Paese che patisce ancora le ferite della stagione delle stragi, del terrorismo, dei servizi deviati, è qualcosa di molto pericoloso”.