Crosetto contro la Bce: “Risponde solo a sé stessa, è legittimo chiedersi se sia giusto”
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L’Italia tornata al centro delle preoccupazioni degli investitori: i rendimenti sui titoli decennali del nostro Paese sono saliti al 4,6%, quadruplicati rispetto a un anno fa, e lo spread si è allargato di oltre due punti.
Per il Financial Times siamo “l’anello debole” dell’Eurozona, perché maggiormente esposti a una nuova crisi del debito dovuta alla nuova postura aggressiva della Bce.
E proprio Francoforte finisce nel mirino del ministro della Difesa Guido Crosetto, che in un’intervista a Repubblica attacca l’Eurotower: “Le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le tutele esterne che hanno aiutato negli ultimi anni. Per questo fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei. Oltretutto in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l’Ue in particolare”.
Il debito italiano supera il 145% del Pil, quest’anno scadono titoli per 400 miliardi, e inoltre la Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse e acquistare meno obbligazioni.
“Alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. Quando Draghi lanciò il ‘whatever it takes’ – spiega il fondatore di Fratelli d’Italia – la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c’era alcuna ragione per una stretta”.
Il ministro si interroga anche sul potere di Francoforte nei confronti dei Paesi dell’Eurozona: “Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a sé stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull’economia, è legittimo chiedersi quanto sia giusto?”.
E apre alla possibilità di uno scostamento di bilancio: “Non abbiamo la stessa possibilità di indebitamento che hanno avuto Draghi o Conte, né i tassi bassi che ha avuto Renzi. Dobbiamo ricostruire il Paese. Intervenendo anche sulle situazioni di debolezza e di povertà eccessive per non farle tradurre in drammi familiari”.