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Guido Crosetto a TPI: “La Meloni è una leader post-ideologica. Vi spiego la differenza tra lei e Salvini”

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Guido Crosetto. Credit: Ansa

Il coordinatore di Fratelli d'Italia: "L’opposizione avrebbe dovuto sollevare molti più problemi. Per due mesi è stata sospesa la democrazia e questo era inaccettabile"

Chi si oppone politicamente alla destra a guida Matteo Salvini e cerca in quello schieramento interlocutori con cui potersi confrontare civilmente e nel merito delle questioni, pensa immediatamente a Guido Crosetto, coordinatore di Fratelli d’Italia, non più deputato dal 13 marzo 2019, quando ha lasciato il suo ruolo istituzionale per svolgere a tempo pieno la carica di presidente dell’AIAD, la federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza.

“Forse piaccio agli avversari perché me ne sono andato dal Parlamento e non faccio più politica – commenta ironico l’ex deputato a TPI – c’è un detto piemontese che dice: ‘quando nascono tutti belli, quando si sposano tutti ricchi, quando muoiono tutti bravi’, forse mi dicono bravo perché mi sono tolto dai…”, sorride divertito. In verità, anche quando sedeva su uno scranno di Montecitorio, erano già in tanti a considerare Crosetto un interlocutore autorevole e mai sopra le righe. Erano in tanti, dall’altra parte dell’emiciclo, a rispettarlo: “Perché io rispetto loro. Io ho sempre rispettato tutte le posizioni, anche quelle che non condividevo: le ho sempre combattute argomentando. Non mi sono mai sentito il custode della verità: mi sono sempre messo in dubbio e mi sono sempre confrontato. Ho sempre ascoltato l’avversario pensando di dover imparare qualcosa e molto spesso ho imparato, sia dagli avversari che dai miei alleati e dai miei compagni di partito, con i quali non mi sono mai posto come quello con più anzianità. Forse, al di là di tutto, questa cosa ti viene riconosciuta”.

Toni pacati sì, ma parole dure contro il Governo: “Penso che l’opposizione forse avrebbe dovuto sollevare molti più problemi – spiega – perché per due mesi è stata sospesa la democrazia e questo non era inaccettabile solo per l’opposizione ma per i cittadini italiani. Ora che siamo rientrati nel campo della democrazia vedo che manca una linea. Dal Governo mi aspetterei che indicasse una strada da percorrere, una strada che porti anche nel deserto ma con un punto di arrivo. Ho letto il piano Colao e in alcune parti non lo condivido assolutamente, ma almeno è un piano. Secondo me l’opposizione dovrebbe proporre un piano di paese alternativo. Cosa vogliamo diventare? Come pensiamo di produrre Pil nei prossimi anni? Come pensiamo di garantire gli stessi livelli di welfare? Come dobbiamo produrre ricchezza? Come costruiamo uomini nel futuro attraverso la scuola? Insomma: che visione abbiamo del nostro Paese e del nostro Paese nel mondo?”. 

C’è da dire, però, che non sempre l’approccio di Lega e Fdi sia sembrato così costruttivo: “L’opposizione fa l’opposizione – continua Crosetto – soprattutto quando ha a che fare con un Governo che va avanti a decreti legge e colpi di fiducia, operazioni che relegano il Parlamento a un ruolo residuale e azzerano il dibattito. Nessun Governo ha mai utilizzato il voto di fiducia e la compressione del dibattito come ha fatto quello oggi in carica e questo nonostante sia sostenuto da quei 5 Stelle che in passato urlavano all’uccisione della democrazia ogni volta che veniva chiesto un voto di fiducia”.

“Molto spesso, negli ultimi mesi, sono stato contento di aver abbandonato il Parlamento perché non avrei sopportato l’umiliazione che ha subito. L’opposizione in questo momento ha le armi spuntate e nonostante questo ha fornito degli spunti che sono stati raccolti dalla maggioranza senza che le fosse riconosciuto il merito, come ad esempio l’emissione di titoli di Stato, operazione molto simile a quelle proposte da Fdi e centrodestra con alcuni disegni di legge. Io penso che al di là dei toni televisivi e dal fatto che con i tempi limitati alla Camera si sia costretti per forza di cose ad alzare la voce, l’opposizione sia stata molto tollerante e ben disposta: soprattutto Giorgia Meloni, con senso istituzionale, si è attenuta alle raccomandazioni del Presidente Mattarella e lo ha fatto più di come avrebbero fatto Pd e M5S se fossero stati minoranza”.

E se per molti suoi ex colleghi di altra fede politica è un avversario da rispettare, per i loro elettori è una voce da ascoltare. “Fossero tutti come Guido Crosetto la destra in Italia sarebbe diversa” è un commento abbastanza ricorrente sotto i post e i tweet del coordinatore di Fratelli d’Italia che recentemente, in occasione del ritorno in Italia di Silvia Aisha Romano, aveva risposto ai suoi haters: “Scusate, ma se diciamo, convinti, che vanno aiutati a casa loro, che vanno fatte crescere le loro economie, che l’immigrazione uccide l’Africa, che senso ha insultare una ragazza che è andata ad aiutare a casa loro? Certamente non pensava di essere rapita e venduta”. Insomma, toni decisamente diversi da quelli di molti politici e commentatori della sua area politica.

“A me non piace l’approccio da tifoserie contrapposte e questo c’è a destra e a sinistra. È quello che oggi rende impraticabile il prato della politica in italia. Faccio un esempio: ormai le persone mettono gli asterischi al termine delle parole perché anche un aggettivo declinato al maschile può essere letto come una forma di sessismo, ma c’è un limite all’ideologia. C’è gente ignorante che ha buttato giù la statua di Churchill dicendo che era un razzista: l’uomo grazie al quale abbiamo la possibilità di esprimere quella libertà che il nazismo avrebbe schiacciato, buttato giù da quattro imbecilli perché faceva battute sugli indiani, di cui, tra l’altro, aveva più stima di molti inglesi. A me, questo approccio ideologico non piace, che venga da destra o da sinistra. E non piace neanche a Giorgia Meloni, che è post-ideologica quanto me. Il fatto è che il modo calmo con cui io affronto le cose non porterebbe un voto – confessa divertito – posso permettermi di usare certi toni perché non devo portare voti e questo è un problema dell’elettorato, non di chi fa politica”.

“Salvini è un leader politico che utilizza nella sua comunicazione la sua parte più umana e privata per far capire – in un mondo in cui la gente percepisce la politica come qualcosa di lontano, come una casta staccata dalle sofferenze della vita reale – che lui è ‘la gente’. Ed è un modo di comunicare che ha avuto successo perché la sinistra, sempre più prostrata ai banchieri e all’alta finanza, si è mostrata lontana dagli operai, mentre lui ha dato l’immagine di quello che fa la vita di una persona normale, che è la stessa che faccio io, con la differenza che se io pubblicassi tutto quello che mangio avrei molto più seguito di Salvini visto che peso 152 chili e mangio molto di più. Giorgia Meloni, al contrario, non ha mai pubblicato il suo privato sui social. La differenza tra lei e Matteo Salvini dipende dalla loro formazione politica. La Meloni è cresciuta in un ambito culturale e di partito in cui le istituzioni venivano prima della politica, Matteo Salvini è stato invece allevato in un partito che partiva dalla volontà di dividere lo Stato, quindi le istituzioni venivano dopo l’indirizzo politico”.

Nel voler essere ‘la gente’, il capo della Lega ha però affermato di non voler scaricare la app Immuni “finché non ci sarà garanzia totale nella gestione e tutela dei dati”. Una spiegazione che fa sorridere se si pensa a come il ‘capitano’ sbatta continuamente la sua vita sui social e soprattutto perché utilizzatore di TikTok, social cinese in voga tra i giovanissimi finito spesso sotto accusa per problemi di violazione della privacy. Crosetto ha scaricato Immuni e a momento non lo si vede ballare su TikTok: “Io penso che quella di Salvini sia una posizione personale e non politica: io l’ho scaricata per curiosità e devo dire che è fatta davvero male. C’è una app fatta da un’azienda piemontese che nessuno scaricherà perché è a pagamento ma è fatta centomila volte meglio e non è costata nulla. È giusto verificare tutto, ma quando una cosa viene male è altrettanto giusto dirlo: la app Immuni è venuta malissimo e il modo con cui è stata fatta partire è ancora peggio. Ripeto: l’ho scaricata per curiosità ma la trovo completamente inutile. Quanto a Tik Tok, mai dire mai: conoscendo il potere mia figlia, che ora ha sei anni, non escludo che prima o poi mi costringerà a farlo. Ieri ballavamo insieme e se mia moglie pubblicasse i filmati che ha fatto vi stupirei”.

E ha stupito, almeno per qualche ora, una risposta dell’icona del wrestling, Hulk Hogan, a un tweet dell’ex deputato: “Ho capito subito che si trattava un errore – commenta divertito – ma gli ho risposto perché è troppo simpatico. E poi sono un un suo collega mancato, ho più un fisico da wrestler che da politico”.

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