Crocifisso a scuola? Il ministro Fioramonti contrario. La Chiesa: “Toglierlo darebbe solo manforte a Salvini”
Crocifisso a scuola? Il ministro dell’Istruzione Fioramonti dice no
Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti è tornato sul tema tanto dibattuto del crocifisso a scuola. Nelle aule scolastiche non bisognerebbe esporre alcun simbolo religioso secondo il neotitolare dell’istruzione del governo Conte bis.
“Nelle classi meglio una cartina del mondo. Io toglierei anche le foto di Mattarella. Credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare”. Così Fioramonti nella trasmissione radiofonica di Radio Rai “Un giorno da pecora”.
“Il crocifisso a scuola è una questione divisiva, che può attendere” ha chiarito Fioramonti. “Penso ovviamente ad una visione della scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare”. Il ministro crede sia meglio “appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione“.
Crocifisso a scuola, la posizione della Chiesa – Il tema del crocifisso a scuola è stato storicamente terreno di scontro tra i favorevoli e contrari. Dopo le dichiarazioni del ministro si è riaperto il dibattito sui simboli religiosi nelle scuole a cui ha preso parte anche Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, voce della Chiesa italiana.
“Togliere il crocifisso dalle aule delle nostre scuole darebbe solo manforte a Salvini. L’ex ministro dell’Interno, partendo da qui, farebbe una battaglia contro il governo che, oltre ad aumentare le tasse, lede anche la sensibilità di buona parte degli italiani” sostiene l’arcivescovo Pennisi.
E aggiunge: “Quella di Fioramonti non mi sembra una proposta molto popolare. E non credo che l’istruzione possa migliorare togliendo il crocifisso. Per la gente è un simbolo importante”.
Pennisi ricorda la sentenza del 2006 del Consiglio di Stato per la quale il crocifisso deve restare in classe. E spiega che per il Consiglio di Stato, “il crocifisso non è soltanto un simbolo religioso ma anche un simbolo della cultura italiana, un valore di una sofferenza portata per amore e che non può creare fastidio a nessuno”.
Crocifisso a scuola, la posizione del centrodestra – Sulla vicenda è intervenuta anche l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini (Forza Italia): “Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese”.
“La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.
Gelmini si augura rivolgendosi direttamente a Fioramonti che “nella sua smania di tassare non proponga di introdurre un balzello a carico di qualche professore con un crocifisso al collo o di giustificare uno sciopero contro i dirigenti scolastici che hanno mantenuto il simbolo della cristianità all’interno degli istituti”.
Paola Frassinetti, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Cultura della Camera, è favorevole al crocifisso nelle aule delle scuole italiane. “Ricordiamo al ministro che, pur rispettando tutte le religioni, qui – sottolinea Frassinetti – siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il Crocifisso. I fedeli di altre religioni devono per prima cosa rispettare i simboli della nostra fede, altrimenti, se ne sono infastiditi, nessuno li obbliga a rimanere qua”.
Non si è fatto attendere il commento del leader della Lega Matteo Salvini che ha scritto su Twitter: “Prima l’idea di tassare merendine e bibite, adesso l’idea di togliere i crocifissi dalle aule: ma questo è un ministro o un comico?“.
Crocifisso a scuola, la posizione dei cattolici dem – Contro Fioramonti prende posizione anche l’ex ministro dell’Istruzione Beppe Fioroni, oggi nella direzione nazionale Pd: “So bene la fatica che si affronta a inizio anno scolastico in Viale Trastevere. Il ministro, di questi tempi, è sotto pressione: vive, se posso usare questo termine, un piccolo calvario. L’elenco delle urgenze sarebbe troppo lungo. Ci sono ragazzi disabili che non trovano accoglienza, altro che inclusione sociale e investimento sulla cultura. Basterebbe questo a farci riflettere sullo stato della nostra scuola. Il crocefisso nelle aule? Mi sembra opportuno ricordare che duemila anni di storia costituiscono un “patrimonio indisponibile” dell’Italia in quanto tale”.