Crisi di governo, la capigruppo al Senato non raggiunge l’unanimità. L’Aula convocata per martedì 13 alle 18
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Crisi di governo, le ultime notizie in diretta
Inizia una settimana calda sul fronte della crisi di governo. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 13 agosto, infatti, si è svolta la capigruppo del Senato, che, però, non ha deciso all’unanimità il calendario dei lavori. Così come preannunciato dalla presidente Elisabetta Casellati, dunque, dovrà essere l’Aula del Senato, convocata alle 18 di martedì 13, a decidere quando votare la mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio. Il centrodestra vorrebbe che si votasse la sfiducia il 14, mentre Pd e M5S vorrebbero che il premier si presentasse in Senato il 20 agosto.
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Gli ultimi aggiornamenti
- Di seguito tutti gli ultimi aggiornamenti:
21.28 – Salvini, no a vecchi schemi, sarà sfida partito del Sì. “Abbiamo vinto in tante regioni e tante altre sfide ci attendono. Ma non voglio riproporre vecchi schemi: la sfida alle elezioni sarà tra il partito del sì e il partito del no”. Lo avrebbe detto, a quanto si apprende, Salvini ai parlamentari riuniti in un hotel a Roma. Il vicepremier leghista avrebbe anche ironizzato sulla possibilità di una intesa tra M5s e Pd: “Mi verrebbe da ridere – avrebbe detto tra l’altro – a vedere Toninelli, Fico e Renzi insieme in conferenza stampa”.
19.55 – Salvini: “Pronto a ritirare delegazione della Lega al governo”. Dopo l’assemblea dei parlamentari della Lega, Matteo Salvini ha detto ai giornalisti di “essere pronto a tutto, anche a ritirare la delegazione del Carroccio al governo”. Il ministro dell’Interno poi ha ribadito la sua intenzione di tornare alle urne al più presto.
17.55 – Conte in Senato il 20 agosto, ma serve conferma dell’Aula. Il premier Giuseppe Conte riferirà in Senato il 20 agosto. Lo ha deciso a maggioranza la capigruppo del Senato. Tuttavia, come precedentemente dichiarato, sarà l’Aula, convocata per martedì 13 alle 18, a votare per confermare o meno questa data.
17.50 – Martedì 13 l’Aula del Senato vota alle 18 per calendario. Si è conclusa la conferenza dei capigruppo, che non ha deciso all’unanimità il calendario dei lavori. A questo punto, l’aula del Senato si riunirà domani, martedì 13, alle 18 per decidere quando votare la mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte.
16.40 – Di Maio su Facebook: “Lega ha pugnalato gli italiani. Sul voto decide Mattarella”. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha detto la sua sul delicato momento politico che sta vivendo l’Italia in una breve diretta sul suo profilo Facebook. Secondo il vicepremier, Salvini e le Lega “hanno pugnalato gli italiani alle spalle, prendendosi la responsabilità di far cadere un governo che aveva l’appoggio di oltre il 50 per cento degli italiani”. Per questo motivo gli italiani, secondo Di Maio, “gliela faranno pagare”. Il ministro dello Sviluppo, poi, ha detto che il M5S vuole il voto e non fare nessun accordo con Renzi, ma anche che “è Mattarella a decidere”. Di Maio, poi, ha di nuovo attaccato il Carroccio sottolineando che “senatori della Lega che fanno i ministri voteranno la sfiducia a loro stessi”.
16.30 – Fonti M5S – Pd: se si votasse domani, presenti 159 senatori. Se la mozione di sfiducia si votasse domani in Senato, potrebbero essere presenti 102 senatori M5S su 107, 45 democratici su 51 e 12 senatori del Misto. In totale vi sarebbero 159 parlamentari contro i 136 potenziali di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. A fornire questi numero sono alcune fonti del Pd e del M5S.
16.15 – Al via la conferenza dei capigruppo. È iniziata la conferenza dei capigruppo del Senato convocata per discutere quando calendarizzare la mozione di sfiducia presentata dalla Lega nei confronti del premier Giuseppe Conte.
16.10 – Marcucci (Pd): “Forzatura andare in Aula domani”. “Sarebbe una forzatura inaudita convocare domani l’Aula sulla crisi. È impensabile”: lo ha comunicato il presidente dei senatori del Partito Democratico Andrea Marcucci poco prima di prendere parte alla conferenza dei capigruppo.
15.50 – Di Maio annuncia una diretta su Facebook. “Tra poco sarò in diretta, ho cose importanti da dirvi. Seguitemi!”, ha scritto sui social il vicepremier del M5s Luigi Di Maio.
15.40 – L’incontro tra Salvini e Berlusconi. Potrebbe tenersi già in serata, o al massimo nella giornata di domani, a Palazzo Grazioli, l’incontro tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi.
15.35 – Il Pd: “Casellati fa una forzatura di parte”. “La presidente Casellati, con una chiara forzatura di parte, vuole convocare l’aula domani. Gli umori ed i diktat di Salvini non sono ancora emergenza nazionale. Alla conferenza dei capigruppo, noi faremo sponda con chi ci sta, solo sulle norme e sul calendario”. Così, secondo alcune fonti, il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci ha aperto l’assemblea dei senatori Dem.
15.30 – Casellati: “Se la capigruppo non vota all’unanimità, decide l’Aula”. Convocata per questo pomeriggio, lunedì 12 agosto, la conferenza dei capigruppo al Senato per scegliere la data in cui Palazzo Madama sarà convocata per il voto di fiducia al governo Conte. Se non ci sarà l’unanimità, la presidente del Senato potrà far decidere all’Assemblea.
15.05 – Finita l’assemblea del M5s. È appena terminata l’assemblea dei parlamentari M5s convocata per l’analisi della situazione politica. “Siamo compatti ed abbiamo deciso di procedere per fasi: per ora abbiamo stabilito di procedere con la richiesta di portare in Aula il taglio del numero dei parlamentari”, ha detto un senatore lasciando l’assemblea.
15.00 – Sibilia: “Ministri leghisti, perché non si dimettono?”. “Se per la Lega non c’è più il governo, non c’è maggioranza e Conte non li rappresenta più allora si dimettessero!”. Lo ha scritto su Twitter il sottosegretario del Movimento 5 stelle, Carlo Sibilia.
14.25 – “Si deve votare prima la mozione di sfiducia a Conte”. La mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il premier Giuseppe Conte ha la “prevalenza” sulla mozione di sfiducia del Pd contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini e dunque andrebbe votata prima. È quanto affermano fonti parlamentari di opposizione e della Lega, in vista della riunione dei capigruppo del Senato. La mozione di sfiducia al presidente del Consiglio, facendo decadere l’intero governo, prevarrebbe su quella al singolo ministro e quindi andrebbe votata prima.
14.10 – Renzi: “Grillo mi definisce Avvoltoio. Che onore”. La durissima risposta dell’ex segretario del Pd al fondatore del Movimento 5 stelle che lo ha definito “avvoltoio” e ha consigliato ai pentastellati di stare in guardia di fronte alla proposta di collaborazione di Renzi.
13.25 – Calenda: “Il Pd è finito”. L’europarlamentare Carlo Calenda ai microfoni di ‘Circo Massimo’, su Radio Capital, ammette: “Il Pd è finito”. Secondo l’ideatore di “Siamo Europei”, “così com’è, è finito sicuramente”. Ma Calenda non si arrende: “Non vuol dire che non si lotterà fino alla fine”.
12.55 – Salvini: “Di pomeriggio parlerò della crisi di governo”. “Della crisi di governo parlerò nel pomeriggio”. Lo ha detto il vice premier e leader della Lega Matteo Salvini, in viaggio verso l’aeroporto di Catania, dove prenderà un aereo per fare rientro a Roma.
12.40 – Zingaretti: “Dobbiamo combattere forti e uniti”. “Voglio fare un appello all’unità del Pd di fronte ai pericoli che ci sono per la democrazia sarebbe sbagliato in questo momento dividersi, perché significherebbe consegnare l’Italia alla destra. Dobbiamo combattere forti e uniti”. Lo ha detto il segretario Pd Nicola Zingaretti al Nazareno. Il segretario incontrerà alle 14 al Nazareno il capigruppo Dem al Senato Andrea Marcucci e il segretario d’Aula e membro del consiglio di presidenza della Camera Enrico Borghi. Il colloquio serve a fare un punto in vista delle riunioni dei capigruppo di Camera e Senato.
12.15 – Grillo scrive al M5s: “Attenzione a Renzi: è un avvoltoio”. “Volano degli avvoltoi di nuova generazione: gli avvoltoi persuasori”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog facendo indirettamente riferimento a Renzi. E di Salvini scrive: “È uno sceriffo in fuga”.
12.10 – Di Maio: “Salvini pagherà per aver detto agli italiani ‘state sereni'”. “Salvini agli italiani ha detto ‘state sereni’. Pagherà un caro prezzo per come ha tradito il Paese. Perché Salvini non ha tradito il Movimento o Conte, ma milioni di italiani a cui per 14 mesi aveva detto che non guardava i sondaggi. Ha tradito il contratto di governo per i suoi interessi”. Lo ha detto, a quanto si apprende, Luigi Di Maio ai parlamentari riuniti in assemblea.
11.40 – Il ministro Alfonso Bonafede: “Smantelleranno la legge Spazzacorrotti”. “Giorno dopo giorno si sgretola sempre di più la maschera di chi ha tradito il popolo italiano per poltrone e Berlusconi. Immagino già il primo punto del loro ‘programma’: smantellare la legge Spazzacorrotti, a cominciare dalla legge sulla prescrizione”. Lo scrive su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
10.50 – Di Maio coi parlamentari M5s alla Camera. Il capo politico dei 5 stelle Luigi Di Maio è giunto alla Camera per partecipare all’assemblea congiunta dei gruppi M5s con all’odg “l’analisi della situazione politica”
10.00 – Crisi di governo, convocazione del Senato. “La convocazione dell’Assemblea, nell’ipotesi in cui il calendario dei lavori non venga approvato in capigruppo all’unanimità, non costituisce forzatura alcuna, ma esclusivamente l’applicazione del regolamento”. Lo dichiara il presidente del Senato Elisabetta Casellati. “L’art. 55, comma 3, prevede infatti che sulle proposte di modifica del calendario decida esclusivamente l’Assemblea, che è sovrana. Non il Presidente, dunque”, aggiunge, sottolineando che il “rispetto delle regole” è a “garanzia” dei cittadini.
09.40 – Forza Italia detta le sue condizioni alla Lega: “Gli accordi si fanno prima del voto”. Forza Italia è “per andare subito al voto, ma con un accordo ben definito prima nel centrodestra”. Così Antonio Tajani, vice presidente di Forza Italia ed ex presidente del Parlamento europeo, in un’intervista al Messaggero, in cui aggiunge: “Senza Forza Italia “non si va alle elezioni. E senza Forza Italia non si vincono le elezioni”.
09.30 – Maria Elena Boschi: “Grillini incapaci, ma serve un accordo per mettere in sicurezza il Paese”. “Mettere da parte interessi di bottega e tatticismi e mettere in sicurezza il Paese prima di tornare al voto. Nessun inciucio, nessun accordo nelle ‘segrete stanze’, ma tutto alla luce del sole”. Così la deputata dem ed ex ministro, Maria Elena Boschi, in un’intervista a il Messaggero. Boschi chiarisce: “Non abbiamo cambiato idea sull’incapacità dei grillini che ci ha portato fin qui e continuo a pensare che un accordo per un governo politico M5S/Pd sarebbe un errore”, però “stiamo dicendo che serve un accordo istituzionale più ampio”
08.40 – “Pronta la manovra di un eventuale governo leghista”. “La manovra di un eventuale governo leghista è già pronta. Nessuna follia e nessuna voglia di menare le mani con Bruxelles per la voglia di farlo: faremo valere le nostre ragioni. Ci saranno il taglio dell’Irpef e blocco dell’Iva, ma il deficit starà al 3%”. Così il presidente della commissione Bilancio della Camera, Claudio Borghi, in un’intervista al quotidiano La Stampa in cui assicura che la Lega non ha intenzione di superare questa soglia del deficit.
07.25 – Salvini scioglie la riserva: “Ecco con chi andrò al voto”. Il vicepremier leghista ha rilasciato un’intervista a “Il Giornale” dove rivela: “Chiederò a Berlusconi e alla Meloni di andare insieme oltre il centrodestra. Guiderò l’Italia del sì contro l’Italia del No”. E il leader della Lega attacca: Pd, Leu e M5s “pronti all’inciucione”. Salvini parla di “inclusione”, nell’ottica di un progetto di coalizione sempre più ampio: “Questo non è il momento di escludere ma di includere il più possibile. Penso anche ai governatori e ai tanti grillini positivi che abbiamo conosciuto. Non tutti i 5 Stelle sono come Fico o Di Battista”.
Crisi di governo: cosa è successo ieri
Dopo aver spinto fino alle estreme conseguenze la crisi di governo che si è aperta col voto sulla Tav in Senato, Matteo Salvini nella giornata di domenica 11 agosto ha visto farsi materia il fantasma che stava scacciando da giorni: un accordo che metta insieme gli ex alleati del Movimento 5 stelle e il Partito democratico. Un accordo che, quindi, allontani le elezioni e impedisca alla Lega di capitalizzare il consenso che tutti i sondaggi gli attribuiscono.
Matteo Renzi, intanto, ha provato a riprendersi la scena proponendo un governo ‘no tax’ che, prima di andare al voto, faccia la manovra e porti a compimento il taglio dei parlamentari. L’offerta è a chi ci sta: dal M5s a Leu, passando per FI. La linea ufficiale del segretario Nicola Zingaretti resta quella del voto e anche tra i renziani la proposta di Matteo Renzi per un governo di transizione con il M5s viene liquidata da qualcuno come “poco più che fantascienza”. Su questo gli organismi dirigenti del Pd potrebbero essere chiamati presto a decidere, su questo partono già le conte e i riposizionamenti di corrente.
Salvini, per contrastare questa ipotesi che fa perno sulle paure dei mercati di una manovra che arrivi tardi, ha lanciato la ‘sua manovra’, nell’eventualità di un governo della Lega, per evitare l’aumento dell’Iva, che prevede taglio delle tasse e pace fiscale. Poi ha programmato per martedì un incontro con FI e FdI, per serrare le fila in funzione ‘anti inciucio’.
Sono cominciate così le grandi manovre. E in questo scenario a geometria variabile, più forze politiche si sono appellate al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrà gestire la fase post caduta del governo Conte.