Crisi di governo, il premier Mario Draghi annuncia le dimissioni: “La maggioranza di unità nazionale non c’è più, venuto meno il patto di fiducia”
Crisi di governo, Draghi presenta le sue dimissioni da premier a Mattarella
Dopo il non voto del M5S alla fiducia sul Dl Aiuti, che ha di fatto aperto la crisi di governo, nel primo pomeriggio di oggi, giovedì 14 luglio 2022, Mario Draghi ha annunciato che salirà in serata al Quirinale per presentare le sue dimissioni da premier al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La decisione, che era nell’aria già da qualche giorno, è stata ufficializzata dallo stesso Draghi al Consiglio dei Ministri, iniziato a Palazzo Chigi poco dopo le 18,30.
“Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica – ha dichiarato Draghi – Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo”.
“In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente”.
“Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia”.
“Questa compattezza – ha concluso Draghi – è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani”.
Crisi di governo: gli scenari
Che succede ora? Sono quattro le ipotesi in campo. Nella prima, Mattarella respinge le dimissioni di Draghi e lo invita a verificare la tenuta della maggioranza attraverso il voto di fiducia. In caso di esito positivo, ovvero di voto a favore anche da parte dei 5 Stelle, tutto si ricomporrebbe.
Se Draghi si rifiutasse di ritornare alle camere vi sarebbero due soluzioni: il Quirinale avvia le consultazioni per verificare se vi sia la possibilità di costituire un altro governo, guidato ad esempio dal ministro dell’Economia Daniele Franco o da un altro tecnico, per poi andare ad elezioni a febbraio. Altrimenti si andrebbe ad elezioni anticipate a settembre, al più tardi ottobre con il governo Draghi che resta in carica per gli affari correnti.
Un altro scenario, assai improbabile al momento, vede un governo Draghi-bis, ovvero un esecutivo che continua a essere guidato dall’ex presidente Bce senza però l’appoggio del Movimento 5 Stelle.