M5s-PD, può saltare tutto. Cosa succede in quel caso? Ecco cosa farà Mattarella
Dal governo tecnico al ritorno alle urne, passando per un nuovo esecutivo Lega-M5s: le ipotesi
Crisi di governo. L’accordo tra M5s e PD, che sembrava ormai incardinato, ha subito una brusca frenata tra la serata di lunedì 26 e la mattinata di martedì 27 agosto (qui le ultime notizie).
Il Movimento Cinque Stelle ha annullato l’incontro previsto alle 11 di stamattina tra le delegazioni dei due partiti.
“Se non dite sì a Conte – questo il messaggio fatto pervenire ai dem dai pentastellati – è inutile procedere”.
La trattativa sembra quindi potersi seriamente incagliare. Tra martedì 27 e mercoledì 28 agosto Mattarella svolgerà il secondo giro di consultazioni.
Cosa accadrà se PD e M5s non troveranno un accordo? Ecco gli scenari possibili.
Il governo istituzionale
Come sempre accade in questi casi, torna di attualità lo scenario (per alcuni lo spauracchio) di un governo istituzionale.
Questo esecutivo avrebbe connotazioni meno politiche e sarebbe guidato da una figura di garanzia.
Prima della trattativa PD-M5s si erano fatti diversi nomi: l’ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, l’ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick, la costituzionalista Marta Cartabia.
Un governo di questo genere avrebbe come obiettivo quello di fare la manovra di bilancio ed evitare l’aumento dell’Iva.
Scongiurati i pericoli di esercizio provvisorio (qui via abbiamo spiegato cos’è), l’esecutivo potrebbe poi accompagnare l’Italia al voto. Le elezioni a quel punto si potrebbero tenere nella primavera del 2020.
Il problema però è il seguente: chi sosterrebbe questo esecutivo? In sostanza, escluso il sostegno di Lega e Fratelli d’Italia, sarebbero in particolare PD e M5s, dopo un mancato accordo politico, a dover farsi carico di dare la fiducia a questo governo istituzionale.
Non è escluso che un esecutivo di questo tipo possa avere anche il sostegno di Forza Italia, anche se Berlusconi, nel primo giro di consultazioni, ha precisato che senza un governo di centrodestra il paese deve tornare alle urne.
PD e Cinque Stelle (con +Europa e Leu), potrebbero invece optare per una scelta di responsabilità che ritardi le elezioni di qualche mese e metta in sicurezza i conti.
Resta da capire se i due partiti, dopo un accordo politico abortito, accetterebbero di far parte della stessa maggioranza.
Crisi di governo: il ritorno alle urne
Altra ipotesi è quella che Mattarella convochi le elezioni. In questo caso, ci vorrebbero comunque almeno due mesi per organizzarle.
Nel frattempo, potrebbe essere nominato un governo elettorale che accompagni il paese al voto e si occupi del disbrigo degli affari correnti.
In questo caso, trovando i nomi giusti, il governo avrebbe la fiducia della Lega e degli altri partiti che vogliono andare ad elezioni e probabilmente, a quel punto, anche di PD e M5s.
Crisi di governo: un nuovo esecutivo M5s-Lega
L’altra ipotesi in campo è quella di un nuovo, clamoroso accordo tra Cinque Stelle e Lega. Salvini, dopo aver provocato la rottura, ha fatto capire di essere più che disponibile a ricucire.
Le sue offerte, tra cui quella di Di Maio premier, per ora sono state rispedite al mittente, ma se la trattativa col PD dovesse naufragare, per evitare le urne il M5s potrebbe essere seriamente tentato di tornare con l’ex alleato.
In quel caso Conte uscirebbe dal governo per la sua incompatibilità con Salvini, ci sarebbe un rimpasto e presidente del Consiglio potrebbe essere proprio Luigi Di Maio.