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Home » Politica

Crisi di governo, Salvini: “Governo o voto”. E Grillo riunisce i vertici del Movimento

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Credit: Ansa

"Rimango al ministero, non la do vinta", ha affermato in diretta Facebook il leader del Carroccio

Crisi di governo, Salvini: “Rimango al ministero”

Non cambiano i toni della crisi di governo e neanche quelli di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno, in diretta su Facebook, ha ribadito che o ci si rimette al tavolo con il Movimento 5 Stelle o si va al voto. E Luigi Di Maio ha risposto che tra quattro giorni si otterrà il taglio dei parlamentari. Ma non è il solo colpo di coda regalato dall’ultima giornata di crisi dell’esecutivo: il garante del M5S, Beppe Grillo, ha incontrato i vertici pentastellati Di Maio, Davide Casaleggio, Roberto Fico e Alessandro Di Battista nella sua villa di Marina di Bibbona.

>Quel pasticciaccio brutto di Matteo Salvini: tutti gli sbagli che ha fatto in questa crisi

“Rimango al ministero, non la do vinta. Mi sto preparando al discorso di martedì al Senato. Parlerò ai senatori ma anche ai sessanta milioni di italiani per spiegare che sta accadendo: il re è nudo. Qua gli unici veri traditori saranno quelli che eventualmente dovessero tradire il voto popolare per riesumare mummie alla Renzi e alla Boschi”, ha dichiarato il leader del Carroccio. E ha aggiunto: “se non c’è un governo, ci si risiede al tavolo”.

Romano Prodi: “Necessario un governo di coalizione di lunga durata”

Sulla complessa fase dell’esecutivo, e sulla strada da percorrere per uscire dalla crisi, è intervenuto Romano Prodi in un editoriale pubblicato su Il Messaggero. Secondo l’ex presidente del Consiglio, per arrivare a un governo di coalizione di lunga durata, che si occupi della manovra economica e sia improntato in chiave europeista, Pd e M5S dovrebbero pensare di costruire le basi di una linea comune, anche attraverso l’ausilio di due congressi interni.

Lo sforzo di evitare la fine prematura di una legislatura deve essere ripetuto “anche nell’attuale situazione del paese: naturalmente in modo trasparente, nel rispetto delle forme istituzionali previste e non ad ogni costo”.

Bisogna quindi “preparare le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione”, ha suggerito l’ex premier facendo riferimento al modello tedesco. E poiché in Italia le tensioni nel governo per ora in carica sono divenute ingestibili solo dopo la divisione fra Lega e 5Stelle sul voto europeo, “è chiaro che l’accordo deve prima di tutto fondarsi sul reinserimento dell’Italia come membro attivo dell’Unione europea”.

Secondo l’ex presidente del Consiglio, la coalizione filo-europea dovrebbe chiamarsi “Orsola, cioè la versione italiana del nome della nuova presidente della Commissione europea”. Un accordo duraturo che contenga “i provvedimenti e i numeri della prossima legge finanziaria”. Si dovrebbe pensare, per Prodi a “politiche dedicate in modo organico a due fondamentali obiettivi: la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica e la messa in atto di una politica socialmente avanzata, che passi per la difesa del welfare, scuola e sanità, “messe pericolosamente a rischio dalla politica degli ultimi anni”.

Secondo Prodi, un dibattito nel Pd è necessario che “la posizione prevalente possa portare avanti in modo credibile e fermo le decisioni prese, senza che esse vengano continuamente messe in discussione anche ponendo sul tavolo ipotesi di scissione” e per preparare una posizione unitaria sul grande problema delle autonomie che debbono tutti gli italiani “come veri protagonisti”.

L’appello di Prodi è stato commentato dall’ex ministro Carlo Calenda: “Dopo presa di posizione di Prodi e defilamento di Gentiloni, direi che oramai la maggioranza a favore del Governo con i 5S è prossima all’unanimità. Le ragioni della mia contrarietà le ho esposte. Continuare la battaglia non ha più senso. Attenderò gli eventi”.

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