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Crisi di governo, Mattarella convoca Draghi: “Incarico a governo di alto profilo”

Immagine di copertina
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella Sala degli Specchi del Quirinale Credits: ANSA

Crisi di Governo, Mattarella convoca Draghi: “Incarico a governo di alto profilo”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale il presidente della Camera Roberto Fico, che gli ha riferito l’esito delle consultazioni iniziate sabato scorso con le forze politiche che compongono la maggioranza uscente: il tavolo delle trattative si è concluso con un nulla di fatto.

Mattarella ha così deciso di affidare l’incarico di formare il nuovo governo a una figura “di alto profilo” per far fronte alle emergenze che il Paese si troverà ad affrontare nei prossimi mesi. Questa figura dovrebbe essere quella di Mario Draghi: il Capo dello Stato ha infatti convocato l’ex presidente della Bce in Quirinale per sondare la sua disponibilità a guidare il nuovo esecutivo. Draghi è atteso al Colle alle 12 di domani.

Cosa ha detto Mattarella: l’intervento in Quirinale

“Ringrazio il presidente della Camera dei deputati per l’impegno nel mandato esplorativo che gli avevo affidato. Dalle consultazioni al Quirinale era emersa come unica possibilità politica quella della maggioranza che esprimeva il governo precedente, ma la verifica ha dato esito negativo. Ci sono ora due strade: dare immediatamente vita a un nuovo governo e andare a elezioni anticipate. Questa ipotesi va considerata, ma ho il dovere di porre l’evidenza di alcune circostanze che devono far riflettere, e cioè di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia. Sotto il profilo sanitario potremmo essere travolti dal virus, il che richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni, e non ridotto al minimo”.

“Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione. Sul versante sociale, a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti, una scadenza che richiede provvedimenti difficili da assumere da un governo in piena campagna elettorale. Entro aprile va presentato alla Commissione Europea il piano per l’utilizzo dei fondi europei, ed è auspicabile che avvenga prima della data di scadenza. Non possiamo permetterci di mancare occasione fondamentale per il nostro futuro. Nel 2013 e nel 2018 sono trascorsi mesi dallo scioglimento delle Camera, significa rimanere senza possibilità di prendere decisioni sui problemi sociali, preoccupazioni ben presenti ai cittadini che chiedono risposte concrete e rapide. Per questo mi appello alle forze politiche del parlamento per dare fiducia a un governo di alto profilo che sia in grado di far fronte tempestivamente alle emergenze”.

Il mandato esplorativo di Fico

Mattarella aveva preso ufficialmente la decisione di conferire un mandato esplorativo a Roberto Fico venerdì scorso, chiedendogli di riferire al Quirinale entro oggi, martedì 2 febbraio, sulla possibilità di formare un governo sostenuto dalle stesse forze di maggioranza che componevano l’esecutivo uscente.

Dopo un primo giro di incontri con i rappresentanti di M5S, Pd, Leu, Italia Viva e con il gruppo dei “responsabili” tra sabato e domenica, Fico ha convocato un tavolo per il confronto sul programma di legislatura, come gli era stato chiesto dalle stesse forze politiche.

Le trattative hanno visto contrapporsi soprattutto il Movimento Cinque Stelle e Italia Viva su una serie di punti che vanno dal Mes al lavoro, toccando anche la questione giustizia. La mediazione del Pd, fino alle ultime ore, non è riuscita a sbloccare la situazione. A queste criticità si sono aggiunte le divergenze sui nomi, tanto che fino all’ultimo è rimasta in bilico la possibilità stessa di formare un governo Conte-ter.

Leggi anche: 1. La verità che nessuno ha il coraggio di dirvi: Renzi oggi vuole solo una cosa. Spaccare il Pd /2. Conflitto d’interenzi (di Giulio Gambino) /3. Italia Viva pretende 4 ministeri: ma non aveva detto che le interessava solo il programma? (di G. Cavalli)

4. Mattarella cita Segni ed esclude un secondo mandato: “Sette anni sono sufficienti, no alla rieleggibilità” /5. Il fallimento di una classe dirigente (di E. Mingori)

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