Appello ai “responsabili” e nessun processo a Renzi: cosa dirà Conte al Parlamento
Crisi di governo: le anticipazioni sul discorso di Conte al Parlamento
La crisi di governo arriva in Parlamento dove nelle giornate di lunedì 18 e martedì 19 gennaio è in programma il voto di fiducia che determinerà se l’esecutivo è in grado di andare avanti o meno: un voto che verrà anticipato dal discorso del premier Conte, il quale lancerà un appello ai cosiddetti “responsabili”, o “costruttori” che dir si voglia, a sostenere il suo governo.
Secondo le anticipazioni fornite dal Corriere della Sera, infatti, quello del premier non sarà un discorso d’accusa nei confronti di Matteo Renzi. Nessuna replica, dunque, dello scontro Conte-Salvini in Senato che determinò la fine del governo gialloverde.
Conte intende rivolgersi direttamente ai parlamentari, conscio del fatto che, soprattutto a Palazzo Madama, ogni voto guadagnato potrà essere decisivo per la sopravvivenza del suo esecutivo.
Il presidente del Consiglio, dunque, nel suo discorso ammetterà anche di aver fatto alcuni errori, ma non tali da giustificare una crisi al buio e la caduta del governo in un momento così delicato per l’Italia, stretta tra la terza ondata di Covid e un’economia che stenta a ripartire.
Certo, qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di Matteo Renzi Conte se lo toglierà sicuramente, ma eviterà di trasformare il voto di fiducia in una sfida personale con il leader di Italia Viva.
Anche perché contano i voti, ed è proprio ai deputati e ai senatori di Italia Viva che il premier rivolgerà il proprio sguardo e le proprie parole.
Se il premier inviterà l’ex segretario del Pd ad assumersi le proprie responsabilità per aver provocato una crisi di governo in un momento così drammatico per il Paese, ai parlamentari di Italia Viva il presidente del Consiglio dirà una cosa molto semplice: non gettiamo alle ortiche quanto fatto finora e lavoriamo insieme per l’Italia del futuro.
Il discorso di Conte sarà rivolto a tutti, tranne che ai sovranisti di Salvini e Meloni. Dai renziani pentiti ai 5 Stelle cacciati o usciti da Movimenti fino ai liberali di Berlusconi: a loro il premier offrirà un patto di legislatura, fondato principalmente sulla ricostruzione dell’Italia attraverso i soldi in arrivo del Recovery.
Anche perché quello di Conte non sarà il migliore dei governi possibili, ma non è neanche detto che un governo tecnico farebbe meglio di questo esecutivo: sarà proprio questo uno dei punti cardine del discorso con cui Conte si gioca il suo futuro politico.
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