Troppi contagi, Governo pensa a un nuovo Dpcm prossima settimana: sì a chiusure locali di scuole e attività commerciali
Nuovo Dpcm prossima settimana: cosa dovrebbe contenere, anticipazioni
L’ultimo bollettino relativo al Covid-19 in Italia ha segnato un nuovo record di nuovi contagi, quasi 27mila, e sebbene non siano ancora passate le due settimane necessarie perché gli effetti delle ultime misure restrittive si inizino a vedere sulla curva della pandemia, il Governo sta già pensando a un nuovo Dpcm, da emanare settimana prossima. Prima, l’esecutivo si concede ancora qualche giorno, soprattutto per mettere in pratica interventi mirati in alcuni territori sotto pressione, magari istituendo nuove zone rosse come sta già avvenendo localmente, oltre alle chiusure regionali delle scuole. Ma cosa conterrà il nuovo Dpcm? Ciò che filtra, finora, è che non comporterà un secondo lockdown generalizzato, ma di sicuro ci sarà ancora una nuova stretta. Senza dimenticare che, adesso che Francia e Germania hanno introdotto nuove forme di lockdown, adesso in Italia anche le opposizioni non sembrano più escludere questa ipotesi.
Il nuovo Dpcm potrebbe arrivare intorno al 4 novembre, in concomitanza con il voto alle Camere sulle comunicazioni di Conte e subito dopo le festività del 1 novembre, o al massimo sabato 7 novembre. Le nuove misure potrebbero prevedere una limitazione ulteriore alle attività commerciali (o la chiusura di alcune, o una nuova riduzione degli orari), una spinta per lo smart working, magari anche il blocco degli spostamenti interregionali e quindi il ritorno dell’autocertificazione. A Palazzo Chigi, però, sembrano orientati a non chiudere le scuole elementari e medie, proprio come in Francia. Anche se in questi giorni alcune Regioni, come Campania e Puglia, hanno deciso di chiuderle in autonomia, attirando le critiche della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e del commissario straordinario all’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.
Nel frattempo, il governo e il ministero della Salute stanno lavorando a un doppio obiettivo: da un lato, favorire strette locali da parte di sindaci e governatori; dall’altro, ragionare su come imporre un nuovo giro di vite nazionale senza alimentare la già alta tensione sociale. Già oggi, con la pubblicazione del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità che registrerà una nuova impennata nell’indice di trasmissibilità Rt, l’esecutivo spiegherà che l’Italia sta per entrare nello scenario 4, il più grave di quelli previsti dall’Iss. “Se non si raffredda la curva – ha confermato ieri Arcuri – nessun sistema sanitario sarà capace di reggere”.
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