Covid, no di Brunetta allo smart working d’emergenza per gli statali: “È escluso, ora Super Pass per tutti i lavoratori”
Covid, no di Brunetta allo smart working di emergenza per i lavoratori pubblici
Renato Brunetta conferma il suo no allo smart working di emergenza per i lavoratori pubblici: il ministro della Pubblica Amministrazione, infatti, ha ribadito che il ritorno di massa al lavoro agile non ci sarà nemmeno in caso di ulteriore aumento dei contagi.
Intervistato da Il Messaggero, Brunetta ha dichiarato: “Il 15 ottobre abbiamo detto addio alla sperimentazione di massa dello smart working emergenziale, senza regole e senza diritti. Ma non abbiamo detto addio allo smart working. Al contrario, abbiamo intensificato le attività per regolarlo, nei nuovi contratti, e per assicurare la piena autonomia organizzativa alle singole amministrazioni”.
“Nel frattempo, grazie al confronto costante e proficuo con i sindacati, abbiamo emanato apposite linee guida, che ancorano il lavoro agile all’accordo individuale con il lavoratore, alla soddisfazione dell’utenza e al rispetto della sicurezza informatica. Perché mai dovremmo tornare indietro? Siamo più avanti dei privati” ha aggiunto il ministro.
Brunetta, poi, è tornato a parlare dell’ipotesi dell’obbligo del Super Green Pass per tutti i lavoratori, la cui norma potrebbe essere varata nel prossimo Cdm dopo lo scontro nel Cdm di mercoledì 29 dicembre.
“È la mia proposta da sempre. Il green pass è una storia di successo, sanitario ed economico. L’obbligo di certificato verde semplice per tutti i lavoratori, con la possibilità, per i non vaccinati, di eseguire il tampone, è stato un passaggio molto importante a metà ottobre per spingere le vaccinazioni. Il Super green pass di dicembre è stata un’altra tappa”.
“Ma ora dobbiamo guardare ancora avanti. L’opzione del tampone per lavorare non è più sostenibile. Con la contagiosità della variante Omicron, ne va della sicurezza della comunità: il vaccino è l’unica vera protezione che abbiamo. Ne discuteremo ancora al prossimo Consiglio dei ministri, anche perché i dubbi espressi dalla Lega di Governo confliggono con la posizione della Lega delle Regioni, a cominciare dal presidente Fedriga. Per stavolta, peccato: è un’occasione mancata. Prima la cogliamo, meglio è”.