Coronavirus, cosa prevede il nuovo decreto sullo spostamento verso le seconde case
Coronavirus, come è regolato lo spostamento verso le seconde case nel nuovo decreto?
Circolano interpretazioni contrastanti sulle nuove regole previste dal Decreto del presidente del consiglio sulla Fase due, non solo per quanto riguarda la discussa questione dei “congiunti” che sarà possibile incontrare a partire dal 4 maggio, ma anche rispetto alla visita delle “seconde case”. Lo spostamento all’interno della propria regione è consentito in quattro casi: lavoro, salute, necessità e incontro con i propri congiunti, fermo restando il rispetto del divieto di assembramento, la distanza di sicurezza e l’utilizzo di mascherine, e nei primi tre casi – comprovate esigenze lavorative, salute o necessità – è consentito spostarsi anche in una regione diversa a quella in cui ci si trova, ammesso che le incombenze siano completate in un tempo limitato. È vietato cioè il trasferimento, a meno che lo spostamento non sia giustificato da un vero e proprio ritorno nel proprio domicilio o residenza, che con il decreto che entrerà in vigore lunedì prossimo è nuovamente consentito.
Ieri, lunedì 27 aprile, la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha chiarito che lo spostamento verso le seconde case non è concesso. Ma, a differenza del decreto precedente, che scade domenica, il nuovo non vieta espressamente il ritorno, e l’ordinanza in proposito emanata dal ministro della Salute Speranza è scaduta il 25 marzo. Tanto che Liguria e Veneto hanno firmato nuove circolari che consentono ai loro cittadini di spostarsi nelle seconde case all’interno della Regione: da oggi nella regione governata da Luca Zaia è possibile spostarsi “individualmente” su tutto il territorio regionale per recarsi alle seconde case di proprietà o alle imbarcazioni ormeggiate al di fuori del comune per la manutenzione.
L’esplicito divieto “a spostarsi in un’abitazione diversa da quella principale e comunque in una casa utilizzata per vacanza” è invece scomparso dal nuovo decreto, e seguendo questa logica dovrebbe poter essere consentito raggiungere una seconda casa se questa si trova nel territorio regionale. Cosa che è per altro già prevista anche se solo in caso di cura dei giardini e degli orti. La ministra De Micheli nella sua dichiarazione a La vita in diretta ha citato il Dpcm, ma nel testo non c’è traccia di una norma dedicata alle seconde case, e l’ordinanza del ministro della salute Speranza a cui pure ha fatto riferimento, non è più in vigore.
Non solo, oltre a scadere il 25 marzo, la circolare firmata da Speranza recita: “Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza”. Lo spostamento non è regolato per quanto riguarda gli altri giorni della settimana: stando alla lettera di questa disposizione, dal martedì al giovedì lo spostamento verso le seconde case è possibile. E non è vietato espressamente nemmeno dal decreto del 26 aprile, dunque la questione dovrà essere chiarita con un’apposita circolare.
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