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Coronavirus, +Europa chiede il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari. D’Incà: “Decisione in settimana”

 

Coronavirus, +Europa chiede il rinvio del referendum sul taglio dei parlamentari. D’Incà: “Decisione in settimana”

La diffusione del coronavirus in Italia e le misure di contrasto all’epidemia prese dal governo pesano su un importante appuntamento politico in programma per il prossimo 29 marzo: il referendum per il taglio dei parlamentari. La consultazione, per il momento, è confermata, ma da +Europa arriva la richiesta di rinvio. Secondo quanto dichiarato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà a Skytg24 Start questa mattina, in settimana si deciderà se posticipare il voto.

“Per ora è confermato ma questa è la settimana per decidere se confermarlo o spostarlo a maggio insieme alle regionali”, ha spiegato D’Incà. “Decidiamo entro giovedì. Certo si deve dare la possibilità che ci sia campagna informativa dovunque, anche nelle zone rosse. È una valutazione da fare nei prossimi giorni ma certo è un grande passaggio di riforma istituzionale”, ha sottolineato il ministro.

A spingere per il rinvio sono Emma Bonino e Benedetto Della Vedova di Più Europa, che ieri hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, chiedendo un incontro urgente. “Da alcuni giorni è iniziata formalmente la campagna elettorale per il referendum confermativo della riforma costituzionale sul cosiddetto ‘taglio dei parlamentari’, ma, come ben sappiamo, in una parte del territorio nazionale non esistono le condizioni minime, né formali, né sostanziali, per lo svolgimento di alcuna iniziativa politica”, si legge nella lettera dei vertici di Più Europa.

“Per altro verso, accanto alla purtroppo consueta negligenza con cui i media trattano i referendum, l’informazione italiana scritta e radiotelevisiva è oggi assorbita comprensibilmente dall’emergenza Coronavirus”, sottolineano Bonino e Della Vedova. “Pare a noi evidente che non sia possibile votare per un referendum per cui non è possibile svolgere iniziative politiche, di informazione e discussione. Il rinvio del referendum a questo punto non appare opportuno, ma doveroso, visto che in molte regioni italiane l’emergenza sanitaria e le misure restrittive di tutte le forme di attività pubblica appaiono destinate a proseguire e hanno già comunque pregiudicato un terzo dell’intera campagna elettorale. E se la speranza è che questo stato di cose duri il minimo possibile, la prudenza ci spinge a pensare che un ritorno alla ordinarietà non potrà purtroppo essere immediato. Non trattandosi peraltro di un voto per il rinnovo, a scadenza fissa, di un organo costituzionale – come il Parlamento o i Consigli regionali – ma per l’approvazione di una riforma costituzionale, l’interesse prevalente da tutelare in questo caso è la possibilità di tutti i cittadini di votare per una modifica della Carta fondamentale, potendo pienamente godere dei diritti di iniziativa e di informazione che oggi l’emergenza sanitaria rende non esercitabili in una parte importante del territorio nazionale”, osservano.

“Peraltro, il referendum è stato fissato in una data tra le più anticipate a disposizione delle autorità. Per queste ragioni vi chiediamo un incontro urgente, dando piena disponibilità quanto alla data e all’orario, e facciamo appello alla vostra sensibilità istituzionale perché venga pienamente ripristinato un diritto – quello al voto libero e informato, dopo una campagna elettorale libera e ‘partecipabile’ – che, per il referendum fissato il prossimo 29 marzo, non potrebbe ormai materialmente essere esercitato”, concludono.

 

 

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