Dopo le giravolte di Salvini sul Coronavirus ora la Lega occupa il parlamento: questa non è opposizione, è sciacallaggio
Dopo le giravolte di Salvini sul Coronavirus ora la Lega occupa il parlamento: questa non è opposizione, è sciacallaggio
Mi oppongo solo per esistere, per farmi notare, urlo tutto il mio disaccordo per meritarmi qualche ritaglio di giornale e una mezza intervista sputata in cui compaia il mio faccione. La politica dalle parti dell’opposizione è molto semplici in questo tempo di Coronavirus: fare il contrario di quello che dice il governo e solo poi trovare una credibile giustificazione. Niente di più, niente di diverso. Così la Lega occupa il Parlamento, bivaccando a favore di telecamere, e trasforma il luogo della democrazia in una piazza da comizi per simulare la lotta.
Togliete la pagliacciata dell’occupazione (la stessa che contestano invocando ordine e disciplina quando sono altri a compierla) e provate a ricordare il perché di questo baccano: in ordine sparso parlano di libertà negata (evidentemente vogliono essere liberi di contrarre il virus alla faccia delle opinioni della comunità scientifica) e di uno stop alle autocertificazioni. Poco di più: chiedono un aprite tutto mentre governano le regioni con le punte peggiori della pandemia e non spendono una parola che sia una su come convivere con il virus.
Del resto è la stessa Lega della sindaca di Lodi che si è fatta beccare a più riprese mentre violava la quarantena ed è lo stesso Salvini che negli ultimi due mesi è riuscito a capovolgere la sua idea passando nel giro di qualche giorno dall’aprite tutto al chiudete tutto per poi tornare ancora all’aprite tutto di questi ultimi giorni. Badate bene: per loro il Parlamento è semplicemente la piazza con le migliori telecamere e con i più folti microfoni in cui fare un po’ di gazzarra, niente a che vedere con gli strumenti democratici che hanno a disposizione per farsi notare.
Si è insalvinita anche la presidente della Calabria Santelli aprendo tutto dopo essersi lamentata per settimane: aprire 4 giorni prima per farsi notare è una goffaggine istituzionale che tradisce tutta la miseria. E non è un caso che diversi sindaci (tra cui negli ultimi minuti anche il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo) abbiano già pronte le ordinanze per annullare l’ordinanza regionale che provava a smentire il decreto nazionale. Giocano a fare i disobbedienti senza proporre alternative, credono di giocare una partitella in cortile mentre di sotto una nazione si riempie di cadaveri e malati. Nell’epoca in cui si chiede responsabilità ai cittadini alcuni politici riescono a svettare per sciacallaggio e sventolano la propria inadeguatezza come fosse una virtù. Buona fortuna.
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