Coronavirus, Calenda: “Da Renzi atteggiamento schizofrenico, fabbriche riaprano solo se ci sono mascherine per tutti”
Carlo Calenda in un'intervista con il direttore di TPI Giulio Gambino: “Conte ha fatto il furbo scaricando la responsabilità dei suoi fallimenti sulle Regioni. Crimi uno scappato di casa. Von der Leyen non è abbastanza forte per fare la presidente di Commissione Ue. Salvini, Conte e Zingaretti superficiali. Draghi? Magari fosse premier. Giorgetti e Zaia mi piacciono"
Coronavirus, Calenda a TPI: “Renzi schizofrenico, riaprire fabbriche solo con mascherine per tutti”
Dopo l’intervista di Matteo Renzi al nostro giornale (che non si è rimangiato una parola e ha ribadito di voler riaprire l’Italia), le proposte shock di Vito Crimi per far ripartire l’economia e le parole di Francesco Boccia, Lorenzo Bini-Smaghi, e altri, a TPI ora parla Carlo Calenda: il leader di Azione dice la sua sull’emergenza Coronavirus e su come l’Italia la sta affrontando. Non risparmia parole per nessuno l’ex ministro, Calenda ne ha per tutti.
Bene, grazie.
Per dire tre cose: 1. Gli Eurobond non servono per pagare il debito pubblico italiano, ma per dotare l’Ue di fondi che non ha.
Sciocchezze: gli Eurobond servono a fare un piano continentale in assenza del quale l’Ue cesserà di esistere. La nostra struttura economica sarà peggiorata a prescindere da una recessione che colpirà domanda e offerta.
Non si capisce perché la Germania oggi non debba stare dalla parte dell’Italia e della Francia, ma si sia messa a ricasco dei Paesi Bassi, che è un paese che fa dumping fiscale.
Perché, con un pizzico di orgoglio, abbiamo loro voluto ricordare che nel 1953 l’Italia votò a favore dell’abbattimento del debito della Germania, mostrando di saper stare dalla parte giusta della storia. Oggi tocca a loro porsi la stessa domanda.
Tra il 6 e il 10 per cento.
Evito gli ottimismi. Sono stato l’unico politico a evitare di dire Milano riparte, l’Italia riparte…
Be, sì. È stato l’unico che ha avuto il coraggio di ammetterlo. Ma come lui, anche Salvini e Zingaretti, che andava a fare gli aperitivi.
Non c’è stato un politico che sia stato zitto limitandosi ad ascoltare i virologi. Tutti tranne me. Questo lo rivendico.
Hanno dato uno spettacolo molto conflittuale, è vero. Io ascolto Walter Ricciardi, che è anche membro del comitato promotore di Azione. Ora va preparata l’apertura.
Quello che dice Renzi io lo dico da 15 giorni, è una banalità. Ma Renzi sbaglia nel dare una data, cioè prima di Pasqua, che è tirata a caso. E poi manca il come farlo.
No, ha sbagliato anche nella sostanza: le sue parole hanno determinato un effetto negativo. Perché ha sparato una data a caso senza un razionale, su una questione di epidemia non puoi farlo.
Ovvero è lo stesso errore che ha commesso lui e gli altri quando dicevano Milano riparte, così come ha sbagliato lui e gli altri a dire Europa zona rossa, chiudiamo tutto. Lui (Renzi, ndr) era il capo di quelli che dicevano chiudiamo tutto. Questo atteggiamento schizofrenico, che è solo fatto per la comunicazione, mai per il lavoro, non propone mai un modo per affrontare una cosa.
No, ormai da molto tempo. Anche se continuo a pensare che sia stato uno dei migliori presidenti del Consiglio che l’Italia ha avuto. Mi prendo insulti quando dico questo, ma lo penso. Però ha spesso delle superficialità.
Certo, intorno infatti c’è il nulla. Questa è la chiarissima dimostrazione di una intera classe dirigente politica, non solo in Italia, che sostanzialmente ha raramente dovuto affrontare crisi pesantissime. Anche perché in passato la crisi era sempre economica e la risolveva per loro Draghi. Oggi è l’ora del dilettante. Se voi mettete insieme le dichiarazioni fatte nel corso della crisi da Salvini, Meloni, Zingaretti, Renzi o Conte c’è un livello di superficialità che è impressionante: nessuno dice mai come fare una cosa. M-a-i !
Perché noi veniamo da un’idea che la politica sia uno scontro tra tribù, dove quello che conta è l’appartenenza, molto più della proposta. A me capita spesso che sotto i miei tweet decine di persone dicano: ‘Condivido quasi tutto ma sono di sinistra, o di destra‘. È la politica che ha smesso di essere l’arte di governo ed è diventata l’arte della mobilitazione della tribù.
Certo, ma va organizzato un gruppo guida che comprenda segretari di partito di maggioranza e opposizione, che dia le linee guida per riaprire il paese.
Non ha una logica ciò che ha detto, è uno scappato di casa. Non sa cosa vuol dire gestire niente. Si alza e dice la prima cosa che gli capita. Dopodiché il fatto che vadano messi soldi nelle tasche delle persone che non arrivano a fine mese in maniera equa e che vadano date garanzie per l’indebitamento delle imprese, in modo da consentirgli di vivere, questo sì. E il decreto del governo è immensamente debole in questo senso.
Si, ma per un per periodo molto breve, cioè per la durata della chiusura.
Mi fa piacere. Dice un sacco di cose intelligenti. Non ho l’agonismo come criterio.
Quello che sta uscendo fuori in queste prime fasi della crisi è che sia Lagarde che la Von der Leyen non hanno la consistenza – la gravitas oserei dire – per gestire la crisi più drammatica dell’Europa e dell’Eurozona. E se questa autorevolezza, che consente di affrontare senza paura anche i tabù della politica europea, non viene fuori ci troveremo davvero in scenari in cui l’Europa rischia. È incredibile che la presidente della Commissione europea dica che è contro gli Eurobond, che sono fatti per dare soldi alla Commissione Ue per agire. Lo fa perché non è abbastanza forte da svolgere il suo ruolo di presidente della Commissione europea. O questo gli passa o passerà lei.
Penso che sarebbe un grandissimo premier, ma non esistono le condizioni perché questo avvenga, è evidente che oggi la destra vuole chiamare Draghi per far fuori Conte e poi dal mattino dopo si metterebbero a dire che è il custode della austerità europea, e lo attaccherebbero.
No, infatti. Dopodiché ci sarà una fase che sarà la ricostruzione dell’Italia, in cui se gli italiani capiranno che a forza di ragionare per tribù e con la pancia stavolta ci rimettiamo davvero la buccia, allora forse maturerà un clima per un governo politico di larghe intese.
Ehhh, lo devono decidere gli italiani.
Secondo me si. Faccio un esempio: è chiaro che la Lega di Salvini non può essere un partner di un governo Draghi, ma la Lega di Giorgetti o di Zaia forse sì.
Si, non mi dispiace affatto. Ma anche Zaia sta gestendo bene l’emergenza Coronavirus in Veneto.
Sì mi risulta.
Sì.
Del governo.
Non lo so, però la scelta di Conte è stata molto più furbacchiona, perché non ha voluto avocare a sé tutti i poteri di gestione, anzi, ha in qualche modo lasciato che siano le regioni a fare, a muoversi, e in questo modo anche definire entro certi limiti politiche differenziate, e questo secondo me largamente per scaricarsi la responsabilità.
Certo, ma questo scaricabarile può anche derivare dal fatto che il governo non ha preso in considerazione l’idea – per altro suggerita da Cassese – di far sì che nello stato d’emergenza decide il governo centrale e le regioni eseguono. Penso non l’abbia fatto per lasciare il fallimento in capo alle regioni, comportamento furbo ma sbagliato.
Non lo so, ma se le aziende non rispettavano le misure di sicurezza andavano chiuse.
Non le avrei chiuse, anche se in ultima istanza la parola spetta agli epidemiologi.
Solo quando ci sono le mascherine per i lavoratori.
Le compriamo, oppure riconvertiamo le fabbriche. Io mi sono proposto di dare una mano.
Avevo detto a Gualtieri della questione della cassa integrazione, che ci vuole l’anticipo bancario, e se ne è fregato. Ho detto ad Arcuri: ’Vengo a dare una mano in Protezione civile col mio team del ministero’, mi hanno risposto ‘non si può per ragioni politiche‘. Se ne sono fregati.
No per niente, solo tabù della politica italiana, molto difficili da spezzare. Il tabù che l’opposizione è sempre distruttiva, il tabù che il governo non vuole l’opposizione tra le scatole. Eccetera.
Io premier? Ma figurati, in questo momento ho il 2 per cento.
Sto a casa, ogni tanto faccio lo spesa.
Si, giocano allo Scarabeo, o leggono. Però sto riconsiderando la questione PlayStation, se dura un altro po’ gliela compro.
No, questi giorni no. L’ho rivisto talmente tante volte.
Ho un limite, agli ex latitanti non rispondo.
Non lo so, vorrei candidato unico. Mattioli la conosco e le voglio bene, un’amica, Bonomi è molto bravo. Dovessi decidere sarei in grande difficoltà.
Porto a cena fuori mia moglie, perché stare dietro a tre figli è tostissimo, e riuscire a trovare un momento di stacco è complicato.
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