Coronavirus, spuntano nel decreto articoli che nulla hanno a che vedere con l’emergenza
Questa sera, 6 marzo 2020, sul tavolo del Consiglio dei Ministri è arrivata la bozza del decreto legge per l’emergenza Coronavirus. Tra le misure principali, circa 20mila assunzioni nella Sanità: si tratta, secondo quanto riporta l’Ansa, di 4.800 medici, 10mila infermieri e oltre 5mila operatori socio-sanitari. Il decreto dovrebbe essere approvato tra la serata e la notte. Secondo quanto riferiscono fonti tecniche a TPI, però, all’interno della bozza ci sarebbero anche diverse altre misure che poco hanno a che fare con il Coronavirus. Misure già stralciate in precedenti decreti come il Milleproroghe e che forse qualcuno starebbe provando a inserire senza dare troppo nell’occhio in questo decreto, sfruttando il carattere dell’emergenza.
Ecco alcuni esempi: all’articolo 13, che contiene disposizioni per gli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) si parla di “estensione di diritti previdenziali al direttore scientifico con oneri
a carico dello stato”, mentre all’articolo 14 si assicura il posto ai presidenti di federazioni e ordini professionali per altri 8 anni. E ancora all’articolo 24, Rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica per il 2020, si proverebbe a sfondare meno il tetto della spesa ospedaliera, riducendo il payback a carico dell’industria farmaceutica: il “tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti”, ovvero quella ospedaliera, passa dal 6,69% al 7,13%, mentre il “tetto della spesa farmaceutica convenzionata”, ovvero quella territoriale, passa dal 7,96% al 7,52%.