Coronavirus, scontro Conte-Regioni: “Focolaio perché un ospedale non ha seguito i protocolli”. La Lombardia: “Attacco ignobile”
"Pronto a togliere potere alla Regioni, fanno solo caos", dice il premier
Coronavirus, Conte-Regioni: è scontro sulla gestione dell’emergenza
Sul Coronavirus è tensione tra governo Conte e Regioni per il diffondersi del contagio e per le misure da adottare: “Sono ingiustificate azioni autonome da parte dei governatori. Non è possibile che tutte le regioni vadano in ordine sparso perché le misure rischiano di risultare dannose”, ha detto Giuseppe Conte nella serata del 24 febbraio, arrivando nella sede della Protezione civile.
Il premier fa una dura accusa per l’inizio dell’epidemia: “Il primo focolaio si è diffuso perché un ospedale non ha seguito i protocolli”. Conte non fa riferimenti precisi, ma il cluster più importante e pericoloso d’Italia all’interno di una struttura sanitaria è quello di Codogno: un’accusa che ha provocato la reazione della regione Lombardia che ha parlato di “attacco ignobile” e di “parole in libertà”.
Se il coordinamento tra i sistemi sanitari nazionali non riuscisse a contenere l’epidemia, il governo “è pronto a misure che contraggono le prerogative dei governatori”, ha specificato il presidente del Consiglio.
Questo significherebbe il ricorso all’articolo 120 della Costituzione che permette al governo di sostituirsi alle amministrazioni locali avocando a sé le loro competenze in casi straordinari. In questo caso il commissario all’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli, anche capo della Protezione civile, avrebbe l’ultima parola sulle scelte regione per regione. Scavalcando i presidenti.
La risposta di Fontana
Un’ipotesi che viene bollata come “irricevibile e, per certi versi, offensiva” dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Parole in libertà – aggiunge il governatore in una nota – che mi auguro siano dettate dalla stanchezza e dalla tensione di questa emergenza. Domani riferirò al presidente Conte che la Lombardia sta dimostrando di essere all’altezza della situazione e sta gestendo con competenza ciò che sta accadendo. E tutto ciò – conclude il governatore – alla faccia dell’autonomia e dei pieni poteri”.
L’assessore alla Sanità della Lombardia: “Attacco ignobile”
Anche Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ha risposto alle accuse del premier. “Noi veniamo in maniera ignobile attaccati da un presidente del Consiglio che, non sapendo di cosa parla, dice che noi non seguiamo i protocolli, quando regione Lombardia i protocolli non solo contribuisce a livello nazionale a realizzarli, ma li segue in maniera puntuale” ha dichiarato Gallera.
L’attacco della Lega: “Dice cose da fascista”
Anche il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, va all’attacco del presidente del Consiglio: “Sarà meglio che il presidente del Consiglio si riposi un po’. Troppo stress gli fa dire cose inconcepibili, forse quasi da fascista, direi. Togliere competenze alle Regioni? È irricevibile. Siamo per l’autonomia e per la libertà. Pensare di tornare all’anno zero, ai pieni poteri con l’alibi della crisi è una strada impercorribile. Sarà meglio che Conte se ne faccia una ragione. Può sempre dimettersi, che sarebbe la cosa migliore per tutto il paese”.
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Coronavirus, Conte prende in mano la gestione dell’epidemia
“Il sistema sanitario – ha osservato Conte – in Italia è di competenza regionale e non è predisposto per una emergenza nazionale. Per questo un coordinamento è necessario. Se non siamo coordinati non riusciremo a contenere il virus in modo efficace. Per questo parlerò con tutti i governatori in videoconferenza, anche quelli delle Regioni che non sono coinvolti”.
“Tutti dobbiamo perseguire un coordinamento. Se non ci riuscissimo saremmo pronti a misure che contraggano le prerogative dei governatori. Ma non dobbiamo arrivare a questo. Anche perché per ora la collaborazione è accentuata. il coordinamento funziona Ci aspettiamo un impatto sul contenimento. Ma se fosse necessario occorreranno misure centralizzate efficaci. Misure straordinarie”, ha concluso Conte.
E poi: “Non prendiamo nulla sotto gamba altrimenti non avremmo adottato misure di estremo rigore. Non possiamo prevedere l’andamento del virus: c’è stato un focolaio e di lì si è diffusa anche per una gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi, e questo ha contribuito alla diffusione. Noi proseguiamo con massima cautela e rigore”.
Di seguito, il reportage video di Selvaggia Lucarelli nei comuni della zona rossa:
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Le misure nell’era del Coronavirus
Intanto, il governo prepara le misure per imprese e famiglie necessarie ad affrontare l’emergenza del coronavirus. Verso lo stop a versamenti e adempimenti tributari negli 11 Comuni della “zona rossa”. Allo studio indennizzi alle imprese. Rinvio per le boillette di luce e gas. Moratoria per gli scioperi fino al 31 marzo, rinviata ad aprile l’astensione di domani per il traffico aereo. Si ferma lo sport, verso un decreto per consentire lo svolgimento a porte chiuse delle partite di calcio.
E il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto ministeriale per la “sospensione degli adempimenti e i pagamenti dei tributi e delle ritenute fiscali per cittadini e imprese della cosiddetta zona rossa che stanno subendo conseguenze più pesanti”.
In particolare, vengono sospesi i versamenti delle imposte e delle ritenute e gli adempimenti tributari per i contribuenti e le imprese residenti o che operano negli undici comuni interessati dalle misure di contenimento del contagio da Coronavirus.
La sospensione riguarda anche le cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi. Il decreto, in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, riguarda i versamenti e gli adempimenti scadenti nel periodo compreso fra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020. I Comuni interessati sono: in Lombardia Bertonico (Lodi) Casalpusterlengo (Lodi) Castelgerundo (Lodi) Castiglione D’Adda (Lodi) Codogno (Lodi) Fombio (Lodi) Maleo (Lodi) San Fiorano (Lodi) Somaglia (Lodi) Terranova dei Passerini (Lodi); in Veneto Vò (Padova).