Conte: “Non volevamo far cadere Draghi. Dalle sanzioni alla Russia mi aspettavo di più, ma non vanno tolte”
Conte: “Dalle sanzioni alla Russia mi aspettavo di più, ma non vanno tolte”
“Le sanzioni alla Russia non vanno tolte, non volevamo la caduta del governo Draghi”: lo ha dichiarato il leader del M5S, Giuseppe Conte, nel corso della registrazione di Porta a Porta, in onda nella serata di lunedì 5 settembre su Rai 1, di cui sono state fornite delle anticipazioni.
Riguardo alla caduta del governo Draghi, Conte afferma che “non era nei nostri piani e obiettivi. Nei nostri piani era semplicemente avere un interlocuzione con Draghi su quei punti. Mancavano 7-8 mesi alla scadenza naturale, il Paese, lo dicevamo da mesi, si stava preparando a un autunno caldo. Non ha dato risposte, è venuto al Senato e anziché concordare un cronoprogramma non c’è stata la volontà”.
“Non abbiamo tolto la fiducia a Draghi – ha aggiunto – L’ho avvertito per tempo, quando ho portato il documento politico con quelle richieste, che non avremmo votato il dl con l’inceneritore. Non mi ha detto che ci sarebbe stata una crisi di governo. Dissi che avremmo ridotto al minimo il nostro dissenso, non ci saremmo astenuti ma ci sarebbe stata una mancata partecipazione al voto. Lui non mi disse che avrebbe rassegnato le dimissioni”.
“Quando Draghi è venuto in Senato siamo rimasti sorpresi dall’impostazione del suo discorso. Nelle repliche ha attaccato furiosamente il superbonus, non è stato tenero sul Reddito di cittadinanza. A quel punto non è stato possibile condividere una responsabilità di governo. Noi siamo coerenti e conseguenti” ha dichiarato Conte.
Sulle sanzioni alla Russia, invece, l’ex premier afferma: “Non vanno tolte, dobbiamo dare un segnale forte concordato e congiunto. Anche io pensavo che avessero un impatto sull’economia russa. Ma c’è da mantenere il punto”.
“Il problema è come si esce da questa guerra – ha aggiunto Conte – Ho avvertito che inseguire una vittoria militare sulla Russia è illusorio, condanniamo l’aggressione ma seguiamo la strada delle trattative per la pace. Ora, non credo che il problema in Ucraina sia la mancanza di armi anche molto sofisticate. Perché l’unica soluzione adesso è inseguire una vittoria militare sulla Russia che non sta avvenendo. Di negoziato di pace non si parla più, si parla solo di una guerra che durerà ancora tanti anni”.
Riguardo al rapporto con il Pd e alla possibilità di una nuova alleanza in futuro, il leader del M5S dichiara: “Io non mi permetto di influenzare le scelte del vertice di un’altra forza politica. Ma gli errori commessi impediscono nell’immediato di fare un progetto insieme al Pd. Sono rimasti folgorati dall’agenda Draghi, più timida sull’agenda sociale e sulla transizione ecologica”.