Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:45
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Conte l’impolitico

Immagine di copertina
Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Fenomenologia di un leader al di sopra delle parti

Scriveva il filosofo e giurista Carl Schmitt che “il fatto di definire il nemico come politico e se stessi come non-politici (cioè come scientifici, giusti, obbiettivi, imparziali) costituisce proprio un modo tipico e particolarmente intensivo di far politica”. L’impolitico è colui che, a differenza del politico, non prende parte, amministra in nome dell’oggettività della ragione, rifugge l’ideologia e riduce la politica a meri rapporti di forza.

Conte l’impolitico può quindi saltellare da una maggioranza all’altra, dal sovranismo al progressismo, occhieggiando al centrismo moderato. Può brandire il decreto sicurezza e issare il vessillo dell’europeismo, può essere la sintesi tra Salvini e Di Maio, ma anche tra Di Maio e Zingaretti, forse pure tra Bonafede e Paolo Romani. Lo fa per potere, o forse per ragion di stato, di sicuro con la sua impoliticità sobilla e appaga il trasformismo turbo-parlamentarista dei politici di professione.

L’impolitico è uno spirito libero, un’anima bella del parlamento, è la società civile che va in Paradiso. Sguazza autonomo tra gli scranni dell’aula, può sedurre ma non essere sedotto, è pronto a offrire la sua impoliticità al Paese e costruire la migliore delle maggioranze possibili.

L’impolitico sa che troverà ascolto nell’era post-ideologica, sa di essere la sintesi perfetta di n’importe quoi. Orgoglioso della sua malleabilità, pronto a metterla a disposizione di riforme al di là del bene e del male. L’impolitico schifa il secolo breve, è un flaneur delle ideologie, che assorbe indistintamente trattenendo solo ciò che serve.

Per l’impolitico il potere logora chi fa politica, ma non lui: è un indifferente ma tutt’altro che inetto, è un cartesiano mai schiavo delle passioni, sempre certo di se stesso in una costante prova ontologico-politica della propria esistenza. Una prova a priori, ma anche a posteriori: per questo puntella maggioranze alternative, ne crea ex nihilo, è certo di sopravvivere in barba al pallottoliere.

L’impolitico non si illude di essere onnipotente, è una trinità secolarizzata fatta di destra, centro e sinistra, è coincidentia oppositorum, e in modo fiero. L’impolitico è un avvocato, ma non di qualcuno, bensì del popolo tutto. È un uomo per tutte le stagioni, è di governo e mai di lotta, o è di lotta solo in funzione del governo.

L’impolitico viene dal popolo, e il popolo lo apprezza: è uno di noi, un bel presidente, l’apostolo del consumo culturale pop sublimato in conferenza stampa. È talmente gentile e rassicurante da silenziare ogni istinto parricida, con lui i Dpcm sono una edenica servitù volontaria.

Ma l’arte dell’impolitico è anche il suo scacco: è un totem usa-e-getta, appartiene a tutti e a nessuno, è il garante della sopravvivenza comune finché non la mette in pericolo. È la scala di Wittgenstein: utile per arrivare in cima e vederci chiaro, poi da gettare. È una sbornia post-ideologica che prima o poi deve passare, è colui che si può ricacciare nel mondo di sotto senza che nessuno sporga denuncia. È la celeberrima notte in cui tutte le vacche sono nere, può finire rapidamente nell’oblio anche tra le folle prima adoranti.

Da principio tutti sembrano disposti a gettarsi nel fuoco per lui, ma lentamente subentra lo spaesamento. Quella prova ontologica sull’esistenza dell’impolitico diventa un dubbio iperbolico: davvero l’impolitico è esistito, e se sì, chi era? Egli così scolorisce, si fa impalpabile, da statista si sgonfia in incidente della storia, ferro vecchio.

Per evitare tale fine l’impolitico le proverà tutte: sa che egli o è Palazzo Chigi o non è. Se i responsabili non escono dalla tana, all’impolitico non resta che l’incoronazione plebiscitaria: un gorgo elettorale in cui risolvere ogni conflitto in un’indistinzione politico-pandemica in cui può prosperare chi è al di sopra delle parti.

Leggi anche: 1. Conte, dopo le dimissioni 48 ore per trovare una maggioranza o addio reincarico / 2. Conte ter, nuovo premier o governo tecnico: cosa può succedere dopo le dimissioni / 3. Carelli (M5s) a TPI: “No ai responsabili. Riapriamo il dialogo con Renzi senza parlare del Mes”

Ti potrebbe interessare
Politica / “Sono il civile De Luca”: la nuova gelida stretta di mano tra Meloni e il governatore
Politica / Luca Zaia: “Armi a Kiev? È giunto il tempo della diplomazia”
Politica / La stoccata di Geppi Cucciari al ministro Sangiuliano e a TeleMeloni: “Applaudite, qua non possiamo coprire i fischi”
Ti potrebbe interessare
Politica / “Sono il civile De Luca”: la nuova gelida stretta di mano tra Meloni e il governatore
Politica / Luca Zaia: “Armi a Kiev? È giunto il tempo della diplomazia”
Politica / La stoccata di Geppi Cucciari al ministro Sangiuliano e a TeleMeloni: “Applaudite, qua non possiamo coprire i fischi”
Politica / Il ministro Sangiuliano contestato, ma su Rai 1 i fischi si trasformano in applausi: i video a confronto
Politica / Il monito di Mattarella contro la "democrazia della maggioranza”
Politica / Città contro campagna e il fattore banlieues: la mappa del voto in Francia
Politica / La lettera di Meloni a FdI: “Noi abbiamo fatto i conti con il fascismo, non c’è spazio per i nostalgici”
Politica / La lettera del ministro Sangiuliano: “Liliana Segre ha ragione sull’antisemitismo”
Opinioni / M5S: tre consigli a Giuseppe Conte
Politica / Ue, le destre non sono tutte uguali ma ora anche il Ppe può radicalizzarsi