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“Telefonate ad alta tensione con Draghi”: Conte vuole minare la leadership del premier

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“Telefonate ad alta tensione con Draghi”: Conte vuole minare la leadership del premier

Il nuovo programma di Giuseppe Conte per la rifondazione del M5S deve fare i conti con Mario Draghi. Stando a quanto riportato da un retroscena di Francesco Bei su Repubblica, infatti, il leader in pectore del Movimento ha intenzione di diventare “primo partito” e minare la leadership del suo successore.

Sarebbero stati già tre i momenti di scontro tra i due: la prima volta in occasione della nomina di Elisabetta Belloni a capo del Dis al posto di Gennaro Vecchione. L’ex premier avrebbe provato, inutilmente, ad opporsi alla scelta arrivata al culmine di una serie di passi falsi da parte dell’uomo da lui nominato all’epoca del governo giallo-verde, come il silenzio sul caso Renzi-Mancini.

Poi il tema Cassa depositi e prestiti e la decisione di Draghi di nominare Dario Scannapieco nuovo amministratore delegato, in sostituzione di Fabrizio Palermo: anche in questo caso la telefonata di Conte ha avuto esito negativo.

Infine, il blocco dei licenziamenti, che l’ex primo ministro avrebbe voluto prolungare sulla scia di Andrea Orlando. “Palazzo Chigi non poteva ignorare il parere del partito di maggioranza relativa”, avrebbe detto Conte a Draghi. Ma troppo tardi, perché il Ministro del Lavoro aveva già intrapreso la strada alternativa, e Conte ha dovuto arrendersi. Ma adesso la strategia del nuovo Movimento potrebbe andare nella stessa direzione: criticare dal basso e, senza spallate, intraprendere la strada di un “crescente bradisismo”, scrive Bei.

Eppure tra Conte e Draghi c’è Luigi Di Maio, secondo cui alzare la tensione all’interno del governo non giovi al M5S perché “chi attacca Draghi, scende nei sondaggi”. Ma l’inarrestabile ascesa dell’unico partito all’opposizione, Fratelli d’Italia, dimostra il contrario.

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