Conte al Quirinale per rassegnare le dimissioni al presidente della Repubblica
Il premier rimette l'incarico nelle mani di Mattarella. Domani al via le consultazioni
Conte al Quirinale per rassegnare le dimissioni
Dopo la lunga giornata al Senato, il premier dimissionario Giuseppe Conte è andato al Quirinale per rimettere il proprio incarico nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Conte è rimasto a colloquio con il Capo dello Stato per circa 20 minuti, durante i quali, stando a quanto si apprende, Mattarella lo avrebbe invitato a restare in carica per curare il disbrigo degli affari correnti.
“Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto”, si legge in una nota diffusa dal Quirinale. “Il Presidente della Repubblica ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il Governo a curare il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio domani, mercoledì 21 agosto, alle ore 16.00. Il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio Stampa”.
Conte ha annunciato le dimissioni durante il suo discorso al Senato pronunciato nel pomeriggio di oggi (qui il testo integrale), formalizzando così l’apertura della crisi di governo.
“La decisione della Lega con la mozione di sfiducia mi impone di interrompere qui questa esperienza di governo. Mi recherò alla fine del dibattito parlamentare dal presidente della Repubblica per comunicargli la fine del mio incarico e rassegnare le dimissioni da Presidente del consiglio”, ha affermato Conte nell’Aula di Palazzo Madama. “Il presidente della Repubblica guiderà il paese in questo delicato passaggio istituzionale e gli rinnovo gratitudine per i consigli e il sostegno. Ringrazio tutti i parlamentari delle forze di maggioranza, ma anche quelli dell’opposizione”.
Conte al Quirinale: i prossimi passi
Dopo il colloquio nello studio del Capo dello Stato, Conte si dovrebbe recare alla Camera e al Senato per ufficializzare la decisione di dimettersi. Sarà a questo punto il presidente della Repubblica a gestire la crisi (cosa succede ora).
Il segretario generale della presidenza della Repubblica comunicherà l’inizio delle consultazioni. Già da domani inizierà l’iter “consultivo”. (QUI IL CALENDARIO DELLE CONSULTAZIONI)
Qualora le consultazioni non portassero a un governo di maggioranza , Mattarella può decidere di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni. La prima data utile è a 60 giorni dallo scioglimento. Nel frattempo il governo dimissionario resta in carica per la gestione degli affari correnti e dell’ordinaria amministrazione.
Se invece dalle consultazioni dovesse venir fuori una maggioranza intenzionata a sostenere il governo il presidente della Repubblica dopo un confronto con tutte le forze politiche procederà alla scelta di un nuovo presidente del Consiglio che dovrà fornire una lista con i nomi dei possibili nuovi ministri. Una volta trovato l’accordo si potrà procedere al giuramento al Quirinale del premier e dei ministri incaricati di governare.