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Home » Politica

Crisi di governo, Renzi: “Le ministre di Italia Viva si dimettono. Ma possiamo restare con questa maggioranza”

Immagine di copertina
Credit: Ansa

Per il leader di Italia Viva "ci sono le condizioni in parlamento per non andare al voto"

Conferenza stampa Renzi Diretta LIVE oggi 13 gennaio 2021: gli aggiornamenti

Le ministre di Italia Viva Teresa Bellanova (Agricoltura) ed Elena Bonetti (Famiglia) rassegnano le loro dimissioni. Ad annunciarlo è stato il leader di Italia Viva Matteo Renzi durante la conferenza stampa sulla crisi governo. Alla conferenza di oggi, 13 gennaio 2021, partecipano le ministre e Ivan Scalfarotto, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri. Di seguito tutti gli aggiornamenti in diretta sulla conferenza stampa di Conte.

In diretta dalla Camera

Pubblicato da Italia Viva su Mercoledì 13 gennaio 2021

DIRETTA: LA CONFERENZA STAMPA DI MATTEO RENZI

“Come Italia Viva abbiamo convocato questa conferenza stampa per fare il punto sulla situazione politica del Paese e per annunciare le dimissioni di Bellanova, Bonetti e Ivan Scalfarotto” dal governo, ha dichiarato Matteo Renzi.

“Il senso di responsabilità consiste nell’affrontare i problemi, non a nasconderli”, ha detto il leader di Iv. “Siamo consapevoli che la nostra responsabilità è quella di dare risposte al Paese. La crisi politica è aperta da mesi, non è aperta da Italia Viva”.

“Noi non giochiamo con le istituzioni, la democrazia non è un reality show dove si fanno le veline”, ha aggiunto. “Nell’affermare la fiducia incrollabile nel Presidente della Repubblica, noi pensiamo che si debba affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio”.

“Ci vuole coraggio per dimettersi”, ha detto il senatore di Rignano. “Abbiamo fatto nascere questo governo contro Salvini, che chiedeva pieni poteri, la stessa persona che ora ci critica”, ha aggiunto Renzi. “Noi non concederemo a nessuno pieni poteri. La democrazia ha delle forme e se le forme non vengon rispettate, allora qualcuno deve avere il coraggio anche per gli altri per dire che il Re è nudo”.

“Le tre questioni poste al presidente del consiglio sono tre. La prima di metodo”, ha aggiunto: “Quelli che ora ci fanno la morale erano per andare alle elezioni e consegnare il paese alla destra populista. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Questo significa che l’abitudine di governare con i decreti legge che si trasformano in altri decreti legge, l’utilizzo dei messaggi a reti unificate, la spettacolarizzazione della liberazione dei nostri connazionali, rappresentano per noi un vulnus alle regole del gioco. Chiediamo di rispettare le regole democratiche”.

“Solo l’emergenza non può tenere in vita il governo”, ha detto Renzi. “Non prendere il Mes è irresponsabile. Irresponsabile è chi porta le proprie ideologie nella realtà. Noi voteremo lo scostamento di bilancio, saremo al fianco del governo – quale esso sarà per il decreto ristori – sul decreto ristori, ma non siamo pronti a essere come gli altri e fingere che va tutto bene”. “Se c’è una crisi politica la si affronta nelle sedi istituzionali e non negli show in piazza”, dice Matteo Renzi in conferenza stampa.

“Non abbiamo nessuna pregiudiziale, né sui nomi né sulle formule. Non daremo mai vita a un governo con le forze della destra sovranista che abbiamo combattuto”, ha detto Renzi rispondendo alle domande dei giornalisti. “Non c’è alcuna ipotesi di ribaltone”, ha aggiunto il leader di Italia Viva.

Riguardo all’appello del capo dello Stato ad essere costruttori, Renzi ha dichiarato: “Se è chiaro dove si vuole arrivare, si costruisce. Se non è chiaro, non c’è nessuna costruzione. Se non c’è progetto non si costruisce. Noi siamo orgogliosamente costruttori”.

“Se il presidente del Consiglio crede di sfidarci in parlamento prendendo qualcuno dei nostri, faccia pure, non mi scandalizzo. Noi siamo pronti” a ogni scenario, “non ci interessa il nostro destino politico, interessa il Paese”, ha aggiunto rispondendo a chi gli chiedeva che sbocco alla crisi prevedesse.

“Non ci stiamo a fare i segnaposto”, ha detto Renzi, “Finché facciamo politica non smetteremo di portare le nostre idee e i nostri contenuti. Non credo al voto, ci sono le condizioni in parlamento per non andare al voto”.

Conte: “Governo non può prendere un voto qua e là”

“Il governo deve avere una solida maggioranza, non può prendere un voto qua e là”. A dirlo è stato il premier Giuseppe Conte dopo essersi recato al Quirinale per un incontro interlocutorio con Mattarella in quella che potrebbe essere la giornata decisiva per la formalizzazione della crisi di governo. Dal presidente della Repubblica è arrivato l’invito a “uscire velocemente da questa condizione di incertezza”.

Il presidente del Consiglio, dopo l’incontro con Mattarella, ha dichiarato ai cronisti: “Il governo deve avere una solida maggioranza, occorre solidità. Non può prendere un voto qua e là, Italia Viva sa che ogni volta che ha posto problemi in modo costruttivo troveranno sempre in me massima disponibilità”.

“Il governo può andare avanti solo con il sostegno della coalizione di maggioranza, di tutte le forze di maggioranza, di ciascuna forza di maggioranza”, ha aggiunto Conte. “Io quello che posso auspicare è che tutti quanti si possa lavorare in modo costruttivo, perché sicuramente una crisi non sarebbe compresa dal Paese”.

“Mi auguro non si arrivi a quello” al ritiro delle ministre Iv “anche perché si sta lavorando a definire una proposta di patto di legislatura”, ha spiegato Conte. “Fino all’ultima ora io sono disponibile e lavorerò per la coesione”, ha assicurato il premier. “Sono convinto che tutti si possa ritrovare il senso di una maggiore coesione della maggioranza. Confido che tutti ci si possa ritrovare attorno a un tavolo, se c’è la volontà e la disponibilità a confrontarsi in modo leale e costruttivo”.

Il Cdm approva il Recovery Plan, Italia Viva si astiene

È stato un Consiglio dei ministri ad alta tensione quello che si è concluso intorno all’una di ierinotte, e che ha portato all’approvazione del Recovery plan, con l’astensione delle due ministre in quota Italia Viva. Già in serata Renzi, ospite della trasmissione di Rai 3 Cartabianca, aveva annunciato: “Se non ci sarà il Mes le ministre di Iv si asterranno”. E così è stato. Nella giornata di oggi, Italia Viva deciderà da che parte stare, per annunciare nella conferenza stampa alla Camera prevista nel pomeriggio se le ministre renziane si dimetteranno o meno, sancendo ufficialmente la crisi dell’esecutivo Conte.

Nel corso dell’infuocato Cdm di ieri sera, Italia Viva ha riconosciuto i “passi fatti in avanti” nell’ultima versione del piano di investimenti, sottolineando però che nel testo “rimangono troppe criticità”. Il tema principale dello scontro è il Mes, che Renzi vorrebbe subito attivare, mentre i Cinque Stelle sono fermamente contrari. “Il Mes non è ricompreso nel Nex Generation quindi non è questa la sede per affrontare una discussione sul punto”, ha tagliato corto il presidente del Consiglio. Che poi ha invitato Italia Viva a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes. Un accostamento che offende la ragione e anche l’etica. Se fosse un problema di finanziamenti, come mai allora la Germania, pur investendo il doppio sulla sanità di noi, si ritrova adesso con il doppio dei morti giornalieri?”.

“Il Mes non ha “nulla a che vedere con il programma Next Generation Eu” e anche se si decidesse di attivarlo, “non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi”, spiega il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Sulla stessa posizione pure i ministri Pd Francesco Boccia ed Enzo Amendola: “Il Mes non c’entra nulla, perché astenersi?”, replicano alle colleghe di Iv.

Alla fine l’approvazione del Recovery plan in Cdm è arrivata. Si tratta di un pacchetto di interventi da 222,9 miliardi, che stanzia 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura, 68,9 miliardi per la rivoluzione verde, 31,8 per le infrastrutture, 28,49 per l’istruzione, 27,62 per l’inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali), 19,72 per la salute. Considerando gli altri fondi Ue, tra cui il Feasr e il Qfp 2021-26, l’Italia potrà gestire complessivamente 310,66 miliardi, di cui 58,95 per digitalizzazione e cultura, 78,79 per il green, 33,14 per le infrastrutture, 34,04 per istruzione e ricerca, 85 per inclusione e coesione, 20,73 per la salute. “Il consiglio dei ministri vara il Recovery Plan, il più grande piano di investimenti mai visto in Italia. Con le risorse europee ora il nostro Paese può cambiare davvero. È stato un gran lavoro, più importante d’ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella società”, scrive su Twitter il ministro Gualtieri.

In attesa che Renzi parli nella conferenza stampa alla Camera, il premier Conte sente aria di crisi e convoca un doppio Cdm, uno in serata sul nuovo dl anti-Covid (con lo stato di emergenza che potrebbe essere prorogato al 30 aprile), l’altro giovedì sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio. Tentando così di mettere in cassaforte i provvedimenti più cruciali per il Paese in questo momento.

Poi, se le ministre di Iv si dimetteranno, per il premier si potrebbe davvero aprire la strada della conta e del sostegno dei “Responsabili”. “Sarà un governo Conte-Mastella e noi saremo all’opposizione o un esecutivo diverso”, attacca Renzi. “Ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l’Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi”, è la previsione ribadita da Goffredo Bettini, gran tessitore di questi giorni di pre-crisi.

Leggi anche: 1. I 3 scenari che trasformano Giuseppe Conte in Giovanna d’Arco (di Luca Telese) / 2. Elezioni, governo di scopo, responsabili: cosa può accadere dopo lo strappo di Renzi / 3. Mastella pronto a salvare Conte: “Ma i responsabili sono come gli amanti, devi dare loro dignità”

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