Civati a TPI: “Io nel nuovo partito di Fioramonti? No, ora faccio altro”
Intervista all'ex segretario di Possibile: "Il Pd è passato da Che Guevara a Conte, è un segno dei tempi. Io ora faccio politica da fuori. Renzi? È come una serie, chissà come va a finire"
Civati: “Io con Fioramonti? No, ora faccio altro”
A leggere i giornali stamattina sembra che l’uscita dal Movimento 5 Stelle dell’ex ministro Fioramonti apra una spirale per costituire un nuovo partito nel centrosinistra. Alcuni quotidiani nazionali hanno addirittura scritto che Giuseppe Civati, ex segretario di Possibile e ora semplice militante del partito guidato da Beatrice Brignone, sarebbe uno dei nuovi compagni di Fioramonti. È vero? No. TPI lo ha intervistato.
Io sono a casa a fare altro, da due anni. Saluto tutti e ringrazio per la citazione non voluta.
Non conosco Fioramonti, non ho ben capito cosa sia successo con il Movimento 5 Stelle e ho colto solo il suo disagio grande e articolato con il M5S. Era abbastanza prevedibile che dopo questo uno-due, prima con Salvini e poi contro Salvini, si perdessero pezzi e lucidità. Ora il problema vero è capire se questi numeri sono sufficienti per andare avanti con il governo.
Già: dopo Che Guevara, Conte è ormai punto di riferimento irrinunciabile. Mi pare che siamo tutti al pensiero magico: avere trasformato Conte in leader politico è segno dei tempi e della pochezza in cui ci si muove. Zingaretti che tenta di costruire un partito di Conte mi pare che spieghi perfettamente l’epoca che stiamo vivendo.
Non sta facendo niente. Meglio così piuttosto che combinare disastri. Già questo è apprezzabile. Anche questo è il senso dell’encomio a Conte. Credo che tutto si giochi in Emilia-Romagna: tutti sosterremo Bonaccini perché ci si rende conto che una vittoria della destra sarebbe un segnale irreversibile. Per il resto non mi pare che ci sia nessuna ricerca particolare: un anno fa avrebbe dovuto esserci l’assemblea costituente della sinistra lanciata da Zingaretti, che non si è mai fatta. Stanno risolvendo tutto solo a livello parlamentare. La questione è capire se si risolve tutto così, secondo me no. Tutte le grandi questioni sono sul piatto e mi auguro che le vogliano affrontare, a iniziare dalla questione del clima microscopica. In Spagna hanno fatto un programma di governo che potremmo copiare. Forse basterebbe tradurlo.
Andrò a fare campagna elettorale in Emilia-Romagna, abbiamo una bellissima candidata, che è Ilaria Bonaccorsi, e sosterremo questa candidatura. Ci vado da militante. Ormai faccio solo quello. Del resto mi sono augurato la piazza e sono arrivate la sardine, mi sono augurato che non fosse più di moda il bullismo politico, mi sono augurato un impegno per Liliana Segre: direi che funziono, ricandidiamo Civati fuori dal Parlamento, sono più utile.
Lui ha iniziato esattamente così: è come quelle serie tv, siamo alla decima stagione, bisogna capire come va a finire. Ma avere costruito un governo per buttarlo giù non ha molto senso.