Da British American Tobacco a Toto Costruzioni: ecco chi (e quanto) finanziava la Fondazione Open
In sei anni la Fondazione renziana ha raccolto 7,2 milioni di euro: alcune delle imprese che l'hanno finanziata adesso sono indagate
Il record – 900mila euro – spetta al Gruppo Tci di Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva (ex Pd ed ex Forza Italia). Poi ci sono 425mila euro dal Gruppo Toto, che ha in concessione le autostrade A24 e A25, e 170mila euro dalla British American Tobacco. Nella tabella l’elenco dei principali finanziatori della Fondazione Open: il totale – nei sei anni d’attività dell’ente, dal 2012 al 2018 – ammonta a 7,2 milioni di euro. Come noto, la Fondazione di matrice renziana è al centro di una inchiesta della Procura di Firenze per finanziamento illecito ai partiti. Secondo i magistrati fiorentini, Open avrebbe agito come l’articolazione di un partito e avrebbe quindi dovuto rispettare obblighi più stringenti di trasparenza. Nell’inchiesta Open sono indagati, tra gli altri, l’ex premier Matteo Renzi, i deputati Maria Elena Boschi (Italia Viva) e Luca Lotti (Pd), l’imprenditore Marco Carrai (che era nel cda della fondazione) e l’avvocato Alberto Bianchi (che di Open era presidente). Sul registro degli indagati ci sono anche gli imprenditori Alfonso Toto, e Pietro Di Lorenzo e i manager della British American Tobacco Carmine Ansalone e Giovanni Caruci, oltre a quattro società: la Toto Costruzioni, la Immobil Green, la British American Tobacco Italia spa e la Irbm spa.
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