Chi è Matteo Piantedosi, il nuovo ministro dell’Interno del governo Meloni
La casella rivendicata da Matteo Salvini, quella di ministro dell’Interno, alla fine sarà affidata a Matteo Piantedosi, dopo due anni alla guida della prefettura di Roma. Il neo titolare del Viminale era già stato capo di Gabinetto con il leader della Lega, che in lui ha sempre visto un uomo di fiducia. “Mi piacerebbe fare il ministro dell’Interno – ha detto Salvini qualche giorno fa – Detto questo, Matteo Piantedosi era lì con me, li abbiamo scritti assieme i decreti sicurezza”. “Ringrazio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per la fiducia. Accolgo questo incarico con senso di responsabilità, onore e profonda dedizione, certo di poter contare sull’altissima professionalità dell’amministrazione dell’Interno”, così all’Adnkronos il neo ministro, che passa dall’occuparsi della sicurezza di Roma a quella dell’intero Paese. Prende il posto di Luciana Lamorgese.
Napoletano, 57 anni, Piantedosi ha una moglie e due figlie. Una laurea in Giurisprudenza, è entrato nell’amministrazione civile dell’Interno nell’aprile 1989. La prima nomina a prefetto nel 2011, a Lodi. Un anno dopo diventa vice capo di Gabinetto del ministro dell’Interno. Il Consiglio dei ministri, il 16 novembre 2012, lo ha nominato vice direttore generale della Pubblica Sicurezza per l’attività di coordinamento e pianificazione delle Forze di Polizia. Dall’aprile 2014 fino al maggio 2017 è stato anche Autorità di Gestione del Programma Operativo Nazionale ‘Sicurezza per lo Sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007-2013’, del Programma Operativo Nazionale ‘Legalità 2014-2020’ e del Programma Operativo Complementare per la Programmazione 2014-2020, e anche Autorità Responsabile del ‘Fondo Europeo per le Frontiere Esterne 2007-2013’ e del ‘Fondo Sicurezza Interna 2014-2020’.
“Il nome di Matteo Piantedosi come Ministro dell’Interno ci infonde fiducia – il commento di Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia – e ci fa sperare in una costante e particolare attenzione nei confronti degli uomini e delle donne della Polizia di Stato. È arrivato il momento di restituire a chi veste l’uniforme, dignità personale e professionale”.