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Home » Politica

Il giallo della gravidanza e quella lite violenta: cosa emerge dalle chat Sangiuliano-Boccia

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Litigi violenti, minacce, una presunta gravidanza e patti di riservatezza mai firmati. Un rapporto a dir poco burrascoso, quello tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, stando almeno a quanto riportato nella denuncia presentata dall’ex esponente del Governo alla Procura di Roma.

Oggi, venerdì 20 settembre, il quotidiano La Verità ha riassunto alcuni estratti del documento che punta a far aprire un’inchiesta giudiziaria a carico di Boccia. Tra i reati ipotizzati dagli avvocati dell’ex ministro c’è quello di estorsione, ma spetterà ai magistrati valutare se ci siano effettivamente profili di illecito nel comportamento della donna.

Nella ricostruzione dei fatti depositata dai legali si legge che il 26 agosto – lo stesso giorno in cui Boccia annunciava sui social di essere stata nominata consulente del ministro per i grandi eventi – Sangiuliano l’aveva informata del fatto che la nomina era saltata. Nei giorni precedenti, infatti, il titolare del dicastero avrebbe ragionato con il suo capo di gabinetto Francesco Giglioli di “potenziali situazioni di conflitto d’interesse” poiché la donna risultava ancora titolare di una società di pubbliche relazioni, la Cult communication Srl.

La tesi di Sangiuliano è che i post pubblicati da Boccia sui social nei giorni successivi sarebbero stati volti a metterlo alle strette, imponendogli di scegliere tra il mettere a rischio la propria carica di ministro oppure confermare la nomina e conservare il suo ruolo nel governo.

Nella denuncia – stando a quanto scrive La Verità – si legge che la donna lo avrebbe accusato di non essersi abbastanza speso per lei. In un messaggio lui le fa notare: “Ho fatto delle cose che non avrei mai fatto”. E ricorda un episodio avvenuto nella notte tra il 16 e 17 luglio: al culmine di un litigio durante una trasferta a Sanremo, Boccia avrebbe graffiato Sangiuliano provocandogli una vistosa ferita sul volto, documentata anche da alcune foto che lui si sarebbe scattato davanti allo specchio.

“Sfregiato”, ricorda il ministro: “Se non fossi stata tu avrei picchiato durissimo”. Lei ammette di aver perso il controllo: “Mi hai letteralmente mandato fuori di testa […] mi hai portato a un punto imbarazzante […] mi hai fatto diventare una iena”. Sangiuliano riconosce: “Comunque ho sbagliato io”. Ma poi ricorda di aver subito da lei svariate umiliazioni

In particolare, la donna avrebbe pretese da lui prove d’amore e di sudditanza sempre più estreme: ad esempio, avrebbe preteso di poter controllare il cellulare del ministro, minacciando, in caso di rifiuto, l’inoculazione di un virus informatico trojan. Non solo: Boccia avrebbe anche sottratto a Sangiuliano.

In un messaggio la donna scrive all’esponente del governo: “Io ora devo decidere e stare bene, in questo momento non posso permettermi di fare scelte sbagliate”. Boccia dice di avere paura del ministro e gli chiede di starle lontano.

Secondo La Verità, all’inizio di agosto Boccia avrebbe proposto a Sangiuliano di firmare un patto di riservatezza che prevedeva che lui non l’avrebbe più dovuta cercare e lei non avrebbe mai rivelato la loro relazione. “Io non firmo nulla”, risponde il ministro.

In quegli stessi giorni spunta anche l’ipotesi di una gravidanza. “Sei incinta?”, domanda il ministro. Boccia non risponde, ma dice di essere “disposta ad andare anche all’estero”. “Non farò nulla di nulla”, insiste Sangiuliano. E la donna replica: “Allora firma”. “Ma che devo firmare?”, chiede lui. “Che starai lontano e che non farai mai nulla”, risponde lei. E Sangiuliano: “Non firmo nulla perché lo faccio a prescindere. Cioè ti starò lontanissimo”.

Il 2 agosto Sangiuliano scrive: “Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei stato felicissimo”. Una settimana dopo lei scandisce: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio”.

Il resto è – più o meno – storia nota. Nel giro di poche settimane la querelle tra i due diventa pubblica, fino alle inevitabili dimissioni del ministro della Cultura. Ora la palle è nelle mani della Procura di Roma, che verosimilmente procederà a chiedere a Boccia quale sia la sua versione dei fatti.

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