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Home » Politica

Il centrosinistra può battere il centrodestra? I numeri dicono di sì

Immagine di copertina
Credit: AGF

Sia alle elezioni del 2022 sia a quelle delle 2024 gli italiani che hanno votato partiti di area centrosinistra sono stati la maggioranza

Tra le regole base della politica c’è sicuramente che, quando si parla di alleanze e cartelli elettorali, uno più uno non fa automaticamente due. È però vero allo stesso modo che per ragionare sulle prospettive delle forze politiche, i dati delle più recenti tornate elettorali sono quanto di più concreto su cui ragionare in prospettiva degli scenari futuri. 

Per quanto le europee non siano le politiche e abbiano una serie di meccanismi specifici, dall’assenza di alleanze al voto di preferenza, che possono premiare alcune dinamiche e penalizzarne altre, a poco più di tre mesi da questo voto è naturale ragionare sulle prospettive delle forze politiche italiane basandosi proprio su quel dato. E allora, prendiamo i risultati delle elezioni europee e vediamoli nello specifico. 

Centrodestra
Se il centrosinistra è ad oggi un cantiere che sta definendo il proprio perimetro, non si può dire lo stesso del centrodestra, una realtà storicamente ben definita, che secondo questo schema consolidato ha presentato una coalizione nel 2022, con la quale ha vinto le elezioni e oggi governa. 

Se dunque prendiamo il risultato ottenuto alle europee di tre mesi fa, vediamo che in tale occasione Fratelli d’Italia ha ottenuto il 28,76% dei consensi, Forza Italia (che in lista ospitava anche Noi Moderati, la quarta gamba del centrodestra) il 9,59 e la Lega l’8,97. Facendo la loro somma, i partiti che sostengono il governo guidato da Giorgia Meloni hanno ottenuto il 47,32%: una percentuale indubbiamente alta, superiore al 43,79 registrato alle politiche del 2022 e che permette al centrodestra di potersi dire la principale coalizione italiana. 

Tuttavia, questo è anche un dato che, per quanto positivo per l’alleanza, non è sufficiente a far dormire i suoi leader sugli allori, perché nel caso in cui le altre forze politiche fossero in grado di organizzarsi la situazione potrebbe diventare meno rosea. 

Opposizioni
Guardando nel campo del centrosinistra, in primis c’è il Partito Democratico che, nella prima prova nazionale di Elly Schlein, ha ottenuto il 24,11%, in crescita rispetto al magro risultato di Enrico Letta nel 2022. L’unico alleato delle scorse politiche, che ha mantenuto simbolo e formazione, l’Alleanza Verdi e Sinistra del tandem Bonelli-Fratoianni, ha ottenuto un sorprendente 6,78%. Due dati in crescita che, tuttavia, sommati superano di poco il 30%, lasciandoli ben distanti dal centrodestra. 

Al loro fianco, inoltre, nel 2022 c’era anche Più Europa, che alle ultime elezioni ha costituito però la lista Stati Uniti d’Europa insieme a varie forze, tra cui Italia Viva di Matteo Renzi, raggiungendo il 3,77% dei voti: insufficienti per eleggere europarlamentari ma comunque un consenso consistente che può fare la differenza. 

E se parliamo di campo largo, non si può ovviamente non prendere in considerazione il Movimento Cinque Stelle, da anni protagonista di un tira e molla con il Pd e di trattative non sempre facili, uscito ridimensionato dalle europee ma comunque al 9,98%. 

Potrà invece sembrare marginale il dato degli autonomisti sudtirolesi dell’Svp, ma essendo alle politiche un tradizionale alleato del centrosinistra in Trentino-Alto Adige, è doveroso prendere nota anche del loro 0,52%. 

Già così, la situazione si fa più equilibrata, e questo centrosinistra allargato rispetto al 2022 supera di poco il 45%, fermandosi a due punti di distacco dal centrodestra, ma ancora non è tutto. 

Se consideriamo anche Azione, al momento estremamente critica sull’adesione al centrosinistra, con il suo 3,36%, e Pace Terra e Dignità, la lista promossa da Michele Santoro, più a sinistra di tutte le altre forze menzionate e il cui dialogo col Pd, per non parlare di Italia Viva, sarebbe senz’altro complesso con il suo 2,21%, allora questo campo larghissimo arriva al 50,73%. 

Si tratta di un calcolo assolutamente aleatorio, che ove venisse costituita un’alleanza tra tutte le forze menzionate non si tradurrebbe automaticamente in un tale consenso, ma che dimostra che alle scorse europee più del 50% delle persone ha scelto partiti di opposizione riconducibili all’area di centrosinistra. 

Altri
Per essere esaustivi, è anche bene far presente che alle europee si sono presentate anche altre liste che, sommate tra loro, hanno ottenuto poco meno del 2% rimasto fuori da questo calcolo e che potrebbe risultare forzato, se non scorretto, collocarle da una parte o dall’altra. 

Tra queste vi sono l’affollato cartello elettorale Libertà di Cateno De Luca (1,22%) e Democrazia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo e Francesco Toscano (0,15) che non possono essere collocati in nessuno schieramento, Alternativa Popolare del sindaco di Terni Stefano Bandecchi (0,39) che, pur non facendo oggi parte della compagine di governo potrebbe essere inserito all’interno del centrodestra, dal momento che recentemente ha siglato un accordo per le regionali in Umbria con la presidente uscente Donatella Tesei, l’accoppiata Animalisti-Italexit (0,13) e gli autonomisti valdostani di Rassemblement Valdotain (0,06). 

Un’alternativa
Tuttavia, fatto questo lungo excursus aritmetico, è bene chiarire che, per quanto emergano elementi interessanti, non va preso spaccando il decimale e limitandosi alla somma aritmetica. 

Non solo si è trattato di un voto diverso con un sistema elettorale diverso, non solo non sappiamo quale sarà lo schema partitico delle prossime politiche, e non solo tradizionalmente per la Camera e il Senato concorrono più liste che per le europee, ma è bene sottolineare che perché si crei una coalizione servono leader, programmi, unità. 

Non basta limitarsi ad allargare il campo, perché tale campo deve anche poter funzionare ed essere credibile agli occhi degli elettori, soprattutto tra partiti che inevitabilmente hanno capisaldi e visione diversi tra di loro, tra leader che spesso si sono scontrati gli uni con gli altri, e questo è il lavoro della politica. 

Al netto di questo, c’è però un dato importante. Fratelli d’Italia è stato il primo partito nelle ultime due tornate elettorali di livello nazionale ed è da almeno due anni in testa in ogni sondaggio, ma sono stati di più gli italiani che hanno votato forze di opposizione riconducibili al centrosinistra che quelli che hanno votato i partiti attualmente al governo, sia nel 2022 che nel 2024. 

Battaglie polarizzanti, come quelle sull’autonomia differenziata e il premierato, si prospettano in questa stagione politica e potrebbero contribuire a saldare le opposizioni tra di loro. Se il centrosinistra vuole battere il centrodestra deve prima di tutto mettersi all’opera e creare un’alternativa forte e credibile, e i dati dicono che ci sono tutti i presupposti per farlo.

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