La cena di Di Maio e Zingaretti, tra nuove alleanze regionali e lo spauracchio di Renzi
Il vertice al circolo del Ministero degli Esteri dopo il voto definitivo sul taglio al numero dei parlamentari
Cena Di Maio Zingaretti, intesa per le Regionali e per arginare Renzi
Nicola Zingaretti adesso più che mai, con il voto sul taglio dei parlamentari archiviato, teme che il Pd faccia la fine della “mozzarella nel panino”. Schiacciato, tra il Movimento 5 stelle e l’opposizione di Matteo Salvini. Il segretario dem non ha avuto pudori nel confessare a cena questo suo timore al leader pentastellato e alleato di governo Luigi Di Maio.
I due si sono visti poco dopo il voto definitivo per il taglio dei parlamentari al circolo del Ministero degli Esteri per un tête a tête riservatissimo. Sul tavolo la tenuta della maggioranza e le alleanze per le Regionali. E, non ultimo, il “nodo” Matteo Renzi.
“Meno ne parliamo meglio è, evitiamo di dargli occasione di visibilità”, ha ribadito Di Maio, preoccupato, come del resto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, delle “alzate di testa” dell’ex premier, oggi leader di Italia Viva.
Renzi, con i suoi parlamentari, è diventato costola fondamentale per la tenuta della maggioranza, ma è una scheggia impazzita. E gli alleati del Conte bis lo sanno.
Di Maio non è riuscito a trattenersi e, stando a quanto raccontato da Repubblica, ha punzecchiato Zingaretti. “Puoi assicurarmi che Renzi non rompe dopo pochi mesi?”. E Zingaretti ha risposto, secco: “Beh, cosa ti avevo risposto?”. Dicono le cronache, con un monosillabo e una scrollata di spalle.
Zingaretti ha organizzato questa cena con Di Maio perché vuole rassicurazioni blindate sulla distanza tra M5s e Italia Viva dopo le ultime “voci” del Transatlantico per cui l’ex premier sarebbe pronto a conquistare Palazzo Chigi con un’alleanza patchwork con M5s, scissionisti del Pd e alcuni big di Forza Italia.
Per blindare il patto di governo, quindi, Zingaretti ha proposto di “mettersi insieme” per altre elezioni regionali dopo l’Umbria. E il primo pensiero va alla Calabria, dove ci sarebbe già il candidato unico, Pippo Callipo, imprenditore del tonno. In Campania, impossibile pensare a una convergenza su Vincenzo De Luca.
Intanto, le prossime tappe sono già stabilite: l’esecutivo è impegnato nella difficile manovra d’autunno che deve mettere in salvo l’economia dall’aumento dell’Iva, il Parlamento seguirà i punti dell’intesa siglata dai rappresentanti della maggioranza. E in vista c’è anche la nuova legge elettorale. E non sarà facile.