Caso Siri, concluso il Consiglio dei ministri sulla revoca
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È iniziato intorno alle 10 di mercoledì 8 maggio il Consiglio dei ministri chiamato a decidere sul caso Siri. Sul tavolo la proposta di revoca del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti della Lega indagato per corruzione, presentata dal premier Giuseppe Conte (qui il riassunto dell’intero caso Siri).
ore 13.05 – Di Maio in conferenza stampa – “Obiettivo raggiunto: non è una vittoria del M5S ma del paese. È stato un CdM disteso in cui ci siamo detti di andare avanti”, ha dichiarato il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio. Poi ha aggiunto: “Flat tax e salario minimo: i due punti fondamentali su cui lavorare”.
ore 12.55 – Lega: ora basta con i no – Dopo la revoca del sottosegretario Armando Siri, la Lega commenta il dibattito in Consiglio dei Ministri: “Basta coi litigi e con le polemiche, ci sono tantissime cose da fare: FLAT TAX per famiglie, imprese e lavoratori dipendenti, autonomia, riforma della giustizia, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere, basta coi NO e i rinvii”.
+++ ore 12.45 – Revocato incarico al sottosegretario Armando Siri. Si è concluso il dibattito. Il premier Giuseppe Conte decide per la revoca del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Armando Siri, indagato per corruzione (qui un approfondimento sulla revoca del senatore Siri)
ore 12.45 – Salvini: “Discussione civile e pacata” – “Discussione civile e pacata”, dice Salvini all’uscita dal Cdm. “Fiducia nel premier ma anche difesa del sottosegretario Armando Siri, innocente fino a prova contraria”.
ore 12.40 – Dibattito concluso – Il dibattito è terminato e Salvini ha lasciato Palazzo Chigi.
ore 12.20 – Discussione “civile” – Dopo gli interventi di Conte e di Giulia Bongiorno, ministra della Pubblica Amministrazione, sono intervenuti diversi ministri del M5S e della Lega, a cominciare dai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Alcune fonti descrivono la discussione in corso come “civile”.
ore 11 – Conte illustra i motivi della revoca – Conte sta illustrando al Cdm i motivi alla base della sua richiesta di revoca.
I due vicepremier, Matteo Salvini (Lega) e Luigi Di Maio (M5S), sono arrivati a Palazzo Chigi poco prima delle 10. Nessuno dei due ha rilasciato dichiarazioni. Alla vigilia della seduta del Cdm, entrambi hanno ribadito le posizioni dei rispettivi partiti: il M5S insiste nel chiedere la rimozione di Siri, mentre la Lega lo difende.
Secondo quanto trapela, il premier Conte sembra intenzionato a voler evitare di arrivare alla conta dei voti, ma Salvini ha già fatto sapere che, in tal caso, la Lega voterà contro la revoca: nel caso in cui si procedesse alla votazione, al netto di eventuali defezioni, il Movimento Cinque Stelle avrebbe la maggioranza [i numeri in Cdm].
Pochi minuti dopo l’inizio del Consiglio dei ministri Salvini ha pubblicato sul suo account Twitter una foto della figlia di spalle con scritto “Vita, gioia, speranza, amore”.
Caso Siri Lega | Revoca
Lo scorso 2 maggio, dopo settimane di riflessione, il premier Giuseppe Conte ha annunciato la decisione di voler proporre al Consiglio dei ministri la revoca delle deleghe al sottosegretario Siri.
“Ho sempre rivendicato per questo governo l’importanza dell’aspetto etico. Come governo abbiamo il dovere di perseguire l’interesse generale”. “Dobbiamo essere credibili, responsabili, le dimissioni o si danno o non si danno, le dimissioni future non hanno molto senso”, ha sottolineato il premier facendo riferimento alle dichiarazioni rilasciate poco prima dallo stesso Siri(“Se entro 15 giorni non ho notizie dai pm mi dimetto”).
Caso Siri Lega | L’indagine
Armando Siri [chi è] è indagato per corruzione dalla Procura di Roma: secondo gli inquirenti, il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti della Lega avrebbe ricevuto una mazzetta da 30mila euro per fare pressioni affinché nel Def 2018 fosse inserita una norma che favorisse in contributi alle imprese che operano nelle energie rinnovabili. In particolare, Siri sarebbe stato avvicinato dall’ex deputato Paolo Arata, che avrebbe fatto da tramite tra lui e l’imprenditore Vito Nicastri, considerato vicino al super latitante Matteo Messina Denaro.
Nei giorni è finito nel mirino degli inquirenti (in questo caso la Procura di Milano) anche l’acquisto da parte di Siri per 600mila euro di una palazzina, finanziato attraverso un mutuo ottenuto senza prestare garanzie.