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Home » Politica

Il caso Siri: tutti gli aggiornamenti quotidiani sul sottosegretario leghista indagato per corruzione

Immagine di copertina
Il sottosegretario Armando Siri Credits: ANSA

Caso Siri Lega Aggiornamenti | Riassunto | Ecco cosa è successo 

Nel Consiglio dei ministri dell’8 maggio è passata la proposta del premier Conte di revocare le deleghe al sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, Armando Siri, indagato per corruzione [chi è Armando Siri].

Il caso Siri è al centro del dibattito politico italiano fin dal 18 aprile 2019, giorno in il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti e senatore della Lega Armando Siri è stato iscritto al registro degli indagati per il reato corruzione, per aver ricevuto 30.000 euro in cambio dell’approvazione di una norma specifica legata agli impianti di energia rinnovabile [qui il riassunto dell’intero caso Siri].

Lega e Movimento Cinque Stelle si erano schierati su posizioni opposte. Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio ha chiesto immediatamente le dimissioni di Siri, mentre Matteo Salvini ha difeso il collega di partito sulla base del principio di presunzione di innocenza.

Ma vediamo tutti gli ultimi aggiornamenti quotidiani sul Caso Siri.

Caso Siri cosa è successo

Aggiornamento 12 maggio 2019 – Paolo Arata, l’imprenditore accusato di corruzione nel caso Siri, rompe il silenzio e in un’intervista dichiara di aver sempre avuto “un rapporto di stima ed amicizia” con Armando Siri.

“Sebbene la nostra frequentazione sia iniziata solo un paio di anni fa, l’ho potuto apprezzare per le sue capacità intellettuali e politiche”, dice Arata. “Adesso sono veramente costernato per quello che sta subendo senza colpa, mortificato perché è stato ingiustamente rimosso dal governo”.

L’imprenditore parla anche della polemica riguardante suo figlio Federico, che lavora a Palazzo Chigi (qui la notizia completa).

Aggiornamento 8 maggio 2019 – Il premier Giuseppe Conte ha revocato le deleghe al sottosegretario Siri. Questa la decisione del Consiglio dei ministririunitosi nella mattinata di mercoledì 8 maggio (qui la diretta) per decidere sul caso del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti della Lega indagato per corruzione (qui il riassunto dell’intero caso Siri).

“È la vittoria degli onesti, non del M5S”, ha commentato Di Maio, mentre fonti della Lega hanno ribadito la loro contrarietà alla revoca, ma hanno aggiunto: “Ora basta polemiche, ci sono tantissime cose da fare”. Andiamo avanti con la fiducia dei cittadini, consapevoli che senza questo fattore non potremmo mai sentirci il governo del cambiamento”, ha commentato invece il premier Conte.

Quasi contemporaneamente al Consiglio dei ministri, Siri si è presentato davanti ai pm di Roma che indagano su di lui per corruzione: l’ormai ex sottosegretario ha rilasciato dichiarazioni spontanee e ha depositato una memoria difensiva.

Martedì 7 maggio 2019 – Martedì 7 maggio è la giornata dell’interrogatorio in procura di Paolo Arata, il professore e consulente per l’energia della Lega. Secondo l’accusa, Arata ha un ruolo chiave nell’inchiesta: avrebbe fatto da tramite tra Armando Siri e l’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri. (Qui abbiamo parlato dell’interrogatorio di Arata)

Il senatore Siri ha scelto di non rispondere alle domande dei pubblici ministeri. Si presenterà per una dichiarazione “spontanea” e poi depositerà una memoria. “Chiariremo tutto”, ha detto Fabio Pinelli, legale del sottosegretario della Lega.

Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che fin dall’inizio ha chiesto le dimissioni di Armando Siri, ha commentato: “Non rispondere all’interrogatorio dei magistrati è grave e in parte indicativo. Il Movimento non dice che Siri non debba difendersi, per carità, anzi ci auguriamo che lo faccia e nelle forme che ritiene più opportune. Molto più semplicemente chiediamo che a un politico indagato per corruzione non sia concessa la possibilità di amministrare soldi pubblici”.

Anche il ministro dell’Ambiente (M5S) Sergio Costa ha detto la sua ad un giorno dal CdM. “Certo, ci sono disparità di idee però non vedo un concetto di crisi Il mio auspicio è che la questione Siri si risolva prima del cdm. L’auspicio non è solo mio ma di tutti”, ha spiegato Costa.

Armando Siri, 47 anni

Caso Siri riassunto

Lunedì 6 maggio 2019 – La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sull’acquisto da parte di Armando Siri di una palazzina a Bresso, nel Milanese, attraverso un mutuo di 585mila euro ritenuti sospetti.

Questi soldi provengono da un finanziamento della Banca Agricola di San Marino, e il notaio che ha stipulato l’atto ha segnalato la compravendita come operazione sospetta di riciclaggio. Al momento, l’inchiesta è senza ipotesi di reato né indagati (qui gli aggiornamenti sul caso dell’acquisto dell’immobile).

A contribuire all’apertura formale dell’inchiesta è stata la trasmissione televisiva ‘Report’ con la puntata andata in onda lunedì 6 maggio.

Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, ha spiegato di aver scoperto che “La casa era intestata alla figlia di Armando Siri. 600 mila euro sono partiti da una banca di San Marino e sono finiti sul conto di un notaio che li ha segnalati”.

Domenica 5 maggio 2019 – Le tensioni della maggioranza di governo sul caso Siri sono più accese che mai: nella giornata di domenica 5 maggio si sono registrati duri botta e risposta: prima un post contro Salvini pubblicato sul blog delle Stelle (“Salvini tiri fuori le palle”), poi un attacco di Di Maio al collega vicepremier (“Fa il forte con i deboli”) e infine la replica del leader leghista (“Cinque Stelle, tappatevi la bocca”).

Giovedì 2 maggio 2019 – Il premier Giuseppe Conte, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi nella serata del 2 maggio, ha annunciato le dimissioni del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, indagato per corruzione.

“Mi assumo la responsabilità politica di chiedere nel prossimo consiglio dei ministri di mettere all’ordine del giorno la revoca delle deleghe al sottosegretario”, ha detto Conte.

Extraterrestri e carboni ardenti: il passato alchimista del leghista Siri, indagato per corruzione

Il caso Siri puzza di mafia, molto più di quello che la Lega vorrebbe far credere (di G. Cavalli)

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