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Home » Politica

Caso Siri, braccio di ferro Lega-M5S alla vigilia del Consiglio dei Ministri

Immagine di copertina
Il senatore della Lega Armando Siri Credits: ANSA

Il 7 maggio è una giornata chiave per il “caso Siri” perché precede il Consiglio dei Ministri dell’8 maggio, in cui è prevista la discussione sul sulla revoca del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Armando Siri, indagato per corruzione.

Di Maio incalza – Il vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio, si espone nuovamente per le dimissioni di Siri e lo fa con un attacco su Facebook: “Non capirò mai perché la Lega in queste settimane abbia continuato a difendere Siri invece di fargli fare un passo indietro. Oggi è l’ultimo giorno utile perché Salvini comprenda l’importanza di questa vicenda. Mi auguro faccia la cosa giusta”, scrive.

Il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che fin dall’inizio ha chiesto le dimissioni di Armando Siri, ha commentato: “Non rispondere all’interrogatorio dei magistrati è grave e in parte indicativo. Il Movimento non dice che Siri non debba difendersi, per carità, anzi ci auguriamo che lo faccia e nelle forme che ritiene più opportune. Molto più semplicemente chiediamo che a un politico indagato per corruzione non sia concessa la possibilità di amministrare soldi pubblici”.

Salvini e le altre priorità – Il vicepremier leghista ha tenuto fin dall’inizio del caso Siri una posizione garantista, difendendo il sottosegretario e ritenendolo innocente. “Ci sono chiacchiere telefoniche con terze persone che coinvolgono altre persone, chiedo qualcosa in più. Se c’è la prova di colpevolezza, tanti saluti a prescindere dal colore politico. Però la colpa va dimostrata”, ha detto Salvini da Milano, dove stava inaugurando una nuova sede dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati.

“La mia priorità del CdM di domani è la lotta alla droga. Se domani votano, noi votiamo contro e poi si continua, si va avanti. Per altri quattro anni perché c’e’ tanto ancora da fare”, ha detto Salvini.

Conte prima del CdM – Il premier Giuseppe Conte si dice tranquillo e dichiara: “La situazione è molto chiara, il mio percorso è stato sempre molto lineare. Non è stata una decisione che ho preso a cuor leggero. Vedrete che domani ci sarà un Cdm che si svolgerà molto serenamente”.

Il commento di Costa – Anche il ministro dell’Ambiente (M5S) Sergio Costa ha detto la sua ad un giorno dal CdM. “Certo, ci sono disparità di idee però non vedo un concetto di crisi Il mio auspicio è che la questione Siri si risolva prima del cdm. L’auspicio non è solo mio ma di tutti”, ha spiegato Costa.

L’interrogatorio di Arata – Nella giornata del 7 maggio si tiene anche l’interrogatorio in procura di Paolo Arata. Il professore e consulente per l’energia della Lega avrebbe fatto da tramite tra Armando Siri e l’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri.

L’atto istruttorio era stato sollecitato dall’avvocato Gaetano Scalise, alla luce delle perquisizioni svolte il 18 aprile scorso. Arata è accusato di avere “promesso o dato” 30 mila euro a Siri in cambio di una sua “sponsorizzazione” per l’inserimento di emendamenti per incentivi per il cosiddetto mini-eolico. (Qui abbiamo parlato nello specifico dell’interrogatorio di Arata)

La difesa di Siri – Il senatore Siri ha scelto di non rispondere alle domande dei pubblici ministeri. Si presenterà per una dichiarazione “spontanea” e poi depositerà una memoria.

“In riferimento alle notizie apparse su alcuni organi di stampa, si precisa che in sede di presentazione spontanea del senatore Armando Siri verrà depositata una memoria difensiva al precipuo fine di rappresentare, in modo esaustivo e documentale, i rapporti con Paolo Franco Arata. Chiariremo tutto”, lo afferma in una nota l’avvocato Fabio Pinelli, difensore del sottosegretario Siri.

Extraterrestri e carboni ardenti: il passato alchimista del leghista Siri, indagato per corruzione

Il caso Siri puzza di mafia, molto più di quello che la Lega vorrebbe far credere (di G. Cavalli)

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